Italia

I GIOVANI SI RITROVANO AL WINE BAR, ANCHE PER LEGGERE UN BUON LIBRO

Dal connubio tra cultura ed enogastronomia, è nata una nuova formula di collaborazione tra settori molto diversi. Già sperimentata in Italia da qualche tempo, sta fornendo buoni risultati. Si assisterà forse a una rinascita dei tanto celebrati caffè letterari del passato? Intanto si moltiplicano i locali

28 maggio 2005 | Graziano Alderighi

Il libro, dai tradizionali luoghi di acquisto e consultazione, si sposta in spazi nuovi: ristoranti, wine bar e locali alla moda, i book-bar.
E, a sua volta, il vino, dai tradizionali luoghi di mescita, raggiunge le librerie come avviene nel circuito Feltrinelli, quasi tutte con selezionate carte dei vini nei bar gestiti da partner locali, come Vitti a Roma che, mantenendo stessi costi al banco e al tavolino, si dice convinto di '”aiutare la lettura, fornire un servizio ai dipendenti e dare consigli sulle scelte enologiche di chi decide di spendere il tempo libero tra buoni libri, musica e gastronomia”.
''Non è che le librerie nei caffè spostino grandi numeri di copie vendute - afferma il direttore generale di Mondadori Riccardo Cattaneo - ma aumenta il tempo di permanenza nel locale e la qualità del cliente tipo: sopra i 30 anni e che spende di più per servizi culturali a tutto campo, dal film restaurato al dvd.”
Ma non sempre sono i grandi gruppi a guidare la tendenza. In queste inedite iniziative sono infatti i giovani i protagonisti, sia nella veste di lettori che in quella di gestori di librerie gourmet. Stanno rinascendo, anche se è più un auspicio che la realtà, i caffè letterari.
A Roma si moltiplicano i locali dove è possibile consultare e acquistare libri, dopo un brunch o un cocktail, magari a base di ingredienti biologici o del mercato equo e solidale. Ad esempio a due passi dal Pantheon esiste un ricercato disco-book-bar, con vini e piatti internazionali nel menu, musica e libri di moda e di fotocronaca. Certo il carico amministrativo a carico di questa nuova tipologia di locali è piuttosto elevato, in quanto si sommano le pratiche relative alla ristorazione e quelle che interessano il settore editoriale. Difficoltà burocratiche che non sembrano scoraggiare nuovi e giovani imprenditori che si lanciano in questo nuovo business con entusiasasmo. È il caso ad esempio di Fabiola di Vittorio che ha smesso l’attività di ristorazione per aprire un bistro' à vin dove etichette selezionate e le torte di mammà affiancano un migliaio di titoli di autori contemporanei.
Malgrado l'allargamento degli spazi di distribuzione, la lettura non cresce o cresce molto meno di quanto ci si potrebbe aspettare con il paradosso che il libro è diventato di moda più come oggetto che come strumento di lettura.