Italia
E' la manifestazione oliandola dell'anno, perchè la qualità paga, anche in fiera
E fanno sei. E' ormai vicina l'apertura di Olio Capitale, a Trieste dal 2 al 5 marzo. Le anticipazioni del Presidente della Camera di commercio di Trieste, Antonio Paoletti: “per battere la crisi e far fare buoni affari agli espositori, sarà un'edizione ancora più ricca”
28 gennaio 2012 | T N
E' un momento di grande fermento per il mondo oleario, stretto tra un crisi globale e una di settore.
La campagna olearia si è chiusa con dati lusinghieri per la produzione nazionale anche se il centro-nord Italia soffre per il vistoso calo quantitativo e il sud per la drammatica riduzione delle quotazioni.
E' in questo quadro che si inserirà, anche nel 2012, Olio Capitale che ormai è divenuto appuntamento irrinunciabile per la filiera olivicolo-olearia.
Dal 2 al 5 marzo per fare business in fiera, grazie alla presenza di numerosi e qualificati buyer, ma anche per approfondire i temi di stretta attualità per il settore.
Ad anticipare ai nostri lettori quelle che saranno le linee guida che ormai si stanno definendo e per qualche succosa anticipazione, abbiamo interpellato Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio di Trieste.
- Si respira malumore tra gli operatori del settore per la crisi. Il settore dell'olio d'oliva è in fermento e in preda a mille dubbi. Difficile individuare la rotta giusta?
Utilizzando la sua stessa metafora marinaresca: Olio Capitale mantiene la barra al centro. Siamo assolutamente convinti che qualità e tipicità siano gli asset strategici per rilanciare l'olivicoltura nazionale. La crisi è globale e non investe solo un singolo comparto ma la domanda di ottimo extra vergine è destinata a salire nel mondo. Gli spazi commerciali non mancano, occorre solo incunearvisi prima che lo facciano altri concorrenti. In momenti di crisi occorre investire ancor di più. Le istituzioni vengono spesso accusate di predicare bene e razzolare male. Io posso dire che la sesta edizione di Olio Capitale sarà ancora più ricca, fiorente e fruttuosa.
- Si è preso un impegno gravoso
Non è così. Olio Capitale è cresciuta e oggi è un punto di riferimento per il settore. Non possiamo non sentire questa responsabilità sulle nostre spalle. I continui attestati di stima e di fiducia che ci vengono dalle imprese olivicole, dai frantoi, dalle aziende olearie, dalle istituzioni ci riempe di orgoglio ed è uno sprone entusiasmante a fare sempre meglio, sempre di più. Adagiarci sugli allori non fa parte del nostro modi di pensare e di operare.
- Vi aspettate dunque anche un maggior numero di espositori?
E' troppo presto per tirare le somme ma sono fiducioso. Olio Capitale è, e sarà, una reale vetrina dell'olivicoltura nazionale. Abbiamo conferme da tutti i territori che negli anni sono approdati qui a Trieste a cui si è aggiunta oggi l'autorevole presenza della Regione Calabria. Il messaggio che a Olio Capitale si possono fare buoni affari, si possono aprire prospettive interessanti per incrementare vendite e fatturati è diffuso. Noi apriamo una porta verso i mercati dell'est e della Mitteleuropa. L'esperienza ci ha insegnato che gli imprenditori sanno ben approfittare di questa ghiotta opportunità.
- A proposito di export. Nelle ultime settimane non sono mancate le polemiche e qualche turbolenza
Ne sono purtroppo a conoscenza. Quando ho dichiarato che Olio Capitale sarà più ricco, intendevo anche che si moltiplicheranno le occasioni di discussione, dibattito e confronto. Più eventi, più occasioni per i consumatori e i buyer di avvicinarsi, sotto tutti i punti di vista, all'affascinante mondo dell'olio d'oliva. Senza strillare, però. Fin dal suo esordio Olio Capitale ha preferito la via dell'approfondimento con serietà e pacatezza. Ci atterremo a questa linea guida. Sono convinto che la qualità e la tipicità non hanno bisogno di roboanti dichiarazioni ma di un lavoro costante, di corretta informazione e di accrescere la cultura olearia. Vogliamo che i messaggi che partiranno da Trieste, in particolare verso l'estero, siano precisi, comprensibili, completi e rassicuranti.
Raffaele Giannone
31 gennaio 2012 ore 17:31Auguro "ogni bene e prosperità" alla fiera triestina di Olio Capitale, incontri, commesse, scambi, affari, fatturati etc.etc.
Da olivicoltore del sud mi sia permesso solo un'osservazione: l'Italia in qualche decennio ha perso il primato di fronte al ruggito iberico, ma resta sempre un produttore di rispetto sia per quantità, che per qualità.
Or bene le sole regioni Puglia e Calabria rappresentano oltre i 2/3 della produzione italiana, il cui 90% è storicamente e,direi, culturalmente retaggio del centro-sud, ma guarda caso le fiere e i palcoscenici sono al nord....e ,senza offesa, per giunta in regioni che l'olivo,se va bene,lo associano alla colomba di Noè...
Avete mai visto fiere del prosecco in Basilicata? Fiere del radicchio a Lecce?
Meditate..federalisti del nord..meditate....
Alzatevi ... meridionali assopiti..alzatevi !
Raffaele Giannone