Gastronomia

L’OLIO NEL RISTORANTE NON PUO’ RIMANERE IN ETERNO IN AMPOLLA

E’ stata presentata presso il Consiglio Regionale della Toscana una proposta di legge per tutelare l’immagine dell’olio extra vergine di oliva attraverso il circuito dei ristoranti. E’ proprio ora di cambiare, non è accettabile svilire un prodotto così pregiato. Ne parliamo con Francesca Gonnelli

06 novembre 2004 | T N

E’ alla vigilia della riapertura dei frantoi per la nuova campagna olearia che il consigliere regionale dell’Udc Franco Banchi ha presentato una proposta di legge dal titolo insolito: “Tutela e valorizzazione dell’olio extra vergine di oliva nei ristoranti toscani”. A illustrare nei giorni scorsi la proposta di legge era presente, insieme al consigliere dell’Udc, Francesca Gonnelli nelle vesti di esperta del settore oltre che di nota produttrice d’olio.

Alla conferenza stampa hanno partecipato tra gli altri il dottor Giovanni Brachetti Montorselli, ch’è responsabile della tutela e promozione della Dop Chianti Classico; quindi il dottor Lamberto Baccioni, ch’è membro dell’Accademia nazionale dell’Olivo e dell’Olio ma soprattutto managaer di Alfa Laval Italia; e infine lo chef Mattia Barciulli.

“Il significato della nostra proposta - ha ricordato Franco Banchi - sta tutta nella necessità di dare una regolamentazione alla presentazione dell’olio extra vergine d’oliva sui tavoli dei ristoranti toscani. Molto spesso, a causa di usi ben radicati, il prodotto viene imposto in maniera anonima, ovvero senza la possibilità per il cliente di conoscere l’origine, il luogo di produzione, la tipologia e data di scadenza del prodotto che sta consumando.”

Come ha poi sottolineato Francesca Gonnelli, “si tratta più semplicemente di rispettare i requisiti minimi richiesti dal Regolamento CE n. 1019 del 13 giugno 2002 in materia di etichettatura. Quindi – prosegue la Gonnelli – sono in ristorante da utilizzare bottiglie adeguatamente sigillate, in modo da evitare che lo stesso contenitore possa essere riempito più volte, senza che vi sia alcuna garanzia in termini di genuinità e salubrità per il consumatore”.

Per dare maggior tutela e più attiva valorizzazione a quel che non a caso viene definito oro verde, la proposta dell’Udc richiede ai ristoratori che aderiscono di presentare ai propri clienti una specifica “Carta degli Oli”, quale strumento di scelta tra prodotti di alta qualità.

“I ristoranti - ha aggiunto il consigliere dell’Udc Banchi - sceglieranno un percorso di valorizzazione dell’olio extra vergine d’oliva che prevede l’utilizzo di bottiglie da 100 o 250 ml., bottiglie quindi asportabili dal consumatore, dopo la consultazione della relativa ‘Carta degli Oli’. In tal modo, prosegue Banchi, i ristoranti potranno ottenere il marchio di ‘Ristorante per gli Oli di qualità’.

Alla Regione Toscana spetterà infine il compito - in collaborazione con le proprie agenzie regionali, le Camere di Commercio ed altri soggetti abilitati - di fornire informazioni e consulenza tecnica capace di esaltare il binomio ‘olio & cibo’ e promuovendo di conseguenza corsi di formazione per gli operatori della ristorazione, ma anche corsi specifici per gli studenti al fine di creare la figura professionale di esperto in olio extra vergine di oliva, ovvero una sorta di sommelier dell’olio; in ultimo, non meno importanti, saranno quelle iniziative volte a promuovere la degustazione in modo da educare al gusto dell’olio i consumatori”.


INTERVISTA A FRANCESCA GONNELLI
Come è andata la conferenza stampa di presentazione della proposta di legge? E’ soddisfatta?
Molto. I giornalisti intervenuti erano molto partecipi, perché effettivamente si sono resi conto che quando si va al ristorante l’olio extra vergine di oliva viene presentato in modo pessimo. Riflettendoci, ci si rende conto di tale anomalìa. Resiste purtroppo l’idea di tenerlo in un’ampolla.

Crede sia possibile vincere una battaglia così dura? Le resistenze da parte dei ristoratori saranno notevoli, non crede?
Abbiamo optato per una scelta facoltativa, in modo da non imporre nulla. Anche perché non sarebbe giusto coinvolgere attraverso una legge i soli ristoratori toscani. Per questo la nostra proposta di legge l’abbiamo concepita con uno spirito più propositivo. Ovvero, chi aderisce all’idea di presentare all’interno del proprio locale una apposita “carta degli oli”, inserendo almeno dieci oli, di cui la metà a marchio Dop/Igp, allora sarà possibile per questi usufruire di uno specifico marchio di qualità. A motivo di tale adesione all’iniziativa potranno di conseguenza fregiarsi di una simile distinzione.

Anche perché prima o poi dovranno pure considerare che i tempi mutano e vi sono peraltro norme specifiche che vanno nella medesima direzione...
Sì, perché oltretutto dal primo gennaio 2005 entra in vigore la norma sulla tracciabilità e ciò coinvolge tutti, non soltanto chi produce, ma anche chi poi distribuisce il prodotto finale.