Economia

Cala in volume e valore l’export vitivinicolo italiano negli Usa

Nel complesso le importazioni negli Stati Uniti continuano a crescere ma il prezzo medio dei vini è sceso in un anno del 26%

23 maggio 2009 | T N

Un calo dell’8% in volume e del 14% in valore: non va bene l’export dei vini delle cooperative Fedagri-Confcooperative negli USA. Dati che appaiono in linea con il trend negativo delle importazioni complessive di vino nel continente americano: secondo i dati ufficiali del Dipartimento di Stato per l'Agricoltura (USDA), nel primo trimestre 2009 le importazioni hanno registrato una crescita quantitativa del 13% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte di un calo del 16% in valore.



A emergere non è tanto una diminuzione dei consumi, quanto la ricerca di prodotti a prezzo più contenuto: il prezzo medio del vino importato nei primi tre mesi è sceso del 26%, passando dai 5,23 dollari al litro del 2008 ai 3,89 del 2009 (dati USDA).



“Gli americani – commenta il presidente Fedagri-Confcooperative Paolo Bruni – non sembrano rinunciare al piacere di bere, solo che lo fanno scegliendo le bottiglie che costano meno. A trarre beneficio da questo cambiamento nelle preferenze di acquisto sono stati i vini dell’Argentina e del Cile che hanno messo a segno incrementi nell’export, sia sul fronte dei volumi che dei valori”.

I vini argentini, secondo i dati dell’USDA, sono cresciuti nel primo trimestre 2009 del 30% in valore e del 20% in quantità. Il Cile invece ha messo a segno un + 17% sul fronte economico e un + 83% su quello quantitativo. Il motivo? Il prezzo medio all’import dei vini argentini è 2,14 $/litro, quello dei vini cileni 2,26 $/litro.
Al contrario, i più danneggiati da questo cambiamento nei consumi sono proprio i produttori europei con in testa la Francia, che nel 2008 ha dovuto registrare una caduta dell’export del 30% in valore e del 9% in quantità.

“Quello statunitense – osserva Bruni - rappresenta per il vino delle nostre cooperative il secondo mercato di esportazione dopo la Germania, un mercato che per le nostre 423 cantine vale oggi più di 350 milioni di euro”.