Economia

Crollano le borse ma il vino tiene

Le società vitivinicole quotate hanno registrato una performance (-3,3%) mentre gli indici generali delle borse hanno accusato una contrazione ben superiore (-15,3%)

28 marzo 2009 | R. T.

Dall'indagine di Mediobanca sul settore del vino in Borsa si evincono dati confortanti per il settore vitivinicolo: nel 2008, l'indice del vino è salito del 28,3%, mentre le borse hanno segnato -40%.

Ancora più evidente il trend sul medio periodo, chi nel 2001 avesse investito nei titoli delle società vinicole oggi si ritroverebbe con una performance positiva del 62,4%, al contrario le borse sono arretrate del 31,6%.

Le maggiori crescite dal 2001, secondo l’indagine, sono state segnate dalle società vinicole cilene (+101%) e cinesi (+94%) anche se in entrambi i casi sono state superate dall’indice domestico.
Le più grosse soddisfazioni sono però arrivate dall’aziende vinicole di Francia e Nord America che hanno più ampiamente superato le rispettive borse (rispettivamente del 135% e del 103%).

Dal rapporto dell’ufficio studi di Mediobanca non arrivano però soltanto buone notizie. La crisi economico-finanziaria ha comunque impattato sulla fiducia delle società vinicole che guardano al 2009 con meno ottimismo dopo un 2008 che ha evidenziato una sostanziale debolezza del fatturato (+1,4% ossia sui livelli del 2004). A tenere a galla il settore è stato, in particolare, l’export (+2,8%) che ha compensato la pesante stagnazione del mercato interno (+0,2%, meglio solo della caduta del 2% del 2005).

In particolare per quanto riguarda le attese per il 2009 la metà delle imprese prevede uno scenario stazionario, un quarto è pessimista (contrazione superiore al 3%) mentre solo il restante 25% si dichiara in crescita. Quanto all’export l'Unione europea resta di gran lunga l’area più importante (52% nel 2008, 48% nel 2007). A seguire il Nord America (37% nel 2008, 40% nel 2007). Sui restanti mercati si distingue l’insieme Asia/Australia in diminuzione del 3,5% circa rispetto al 2007. Per il 2008 si prevede, inoltre, una nuova contrazione degli investimenti (9% circa) dopo il forte ridimensionamento (-22%) del 2007. Il suo livello risulta il più basso del periodo, dopo il massimo del 2006 (oltre 300 milioni di euro).

“Nonostante la crisi internazionale, nel 2008 - ha detto il presidente di Fedagri -Confcooperative Paolo Bruni - il settore vitivinicolo italiano resta in zona positiva, facendo registrare incrementi di fatturato (+1,4%) e delle vendite oltre confine (+2,8%)”. “Si tratta di un traguardo importante - ha aggiunto Bruni - che è frutto di un lungo lavoro di aggregazioni e di politiche commerciali tese a rafforzare il rapporto con la GDO, alla quale la cooperazione vende il 49,3% del fatturato Italia (+1%). Crescono anche le esportazioni delle cooperative vitivinicole, che raggiungono quota 44,3% del fatturato complessivo: più della metà delle 423 cooperative vitivinicole aderenti a Fedagri-Confcooperative sono export oriented “.“Ci piace inoltre sottolineare – prosegue Bruni – come Mediobanca metta in evidenza un incremento degli occupati del +3,86% nell’universo cooperativo. Di questi il 30% è espressione dell’universo femminile (dati Elabora-Confcooperative), che aumenta la sua presenza anche nella governance (6%) e nella base sociale, con una quota del 22,3% dei soci conferenti. “Dobbiamo continuare – ha concluso Bruni – a scommettere nel futuro. Sebbene il 54% dei soci produttori abbia più di 50 anni di età il settore vitivinicolo cooperativo ha una forte attrazione, oltre che tra le donne, anche tra i giovani ed in particolare al Sud. Nel Mezzogiorno i soci che hanno meno di 30 anni rappresentano l’8,4% della base sociale, quelli che hanno meno di 50 anni raggiungono il 60%. Cresce anche l’apporto di capitale da parte dei soci: oltre il 55% delle cooperative ha un capitale sociale superiore a 100.000 Euro. Il 16,5% ha, addirittura, un capitale sociale superiore al milione di Euro”.