Economia

Speciale export Germania / 1. Il vino italiano? E' il più venduto tra quelli d'importazione

Cosa cambierà con i nuovi scenari economici? Le previsioni sono peggiorate. Eppure il vino è un elemento essenziale della cultura sociale tedesca. Prosegue il reportage di Duccio Morozzo della Rocca

22 novembre 2008 | Duccio Morozzo della Rocca

Il vino italiano è il vino d’importazione più venduto in Germania con circa 6 milioni di ettolitri su un totale che si è attestato intorno ai 13 milioni importati nel 2007, con una quota pari al 42% del mercato.
La crisi economica attuale non ha però risparmiato il gigante tedesco: la ripresa economica degli ultimi anni ha avuto infatti un brusco arresto in seguito alle conseguenze derivanti dalla crisi finanziaria mondiale.
Le previsioni congiunturali per la Germania sono dunque peggiorate drasticamente dall’inizio del 2008 quando si attendeva ancora un aumento del Pil pari all’1,4% nel 2009: le previsioni sono state oggi revisionate allo 0,2% nel 2009 e all’1,8% per l’anno in corso.

Cosa cambiera?
Uno scenario che si presuppone sarà accompagnato dalla perdita di posti di lavoro e da un calo del consumo privato che dal non roseo -0,3% del 2007 è arrivato ad un -0,7% nel secondo trimestre 2008.
Viene dunque spontaneo chiedersi cosa cambierà nel florido rapporto del nostro paese con questo solido e storico partner commerciale, soprattutto alla luce dei dati relativi al fatturato del commercio al dettaglio del 2008 che segna un – 3,7% sul consumo dei generi alimentari, bevande e tabacco.
Fortunatamente, il vino è ormai un elemento essenziale della cultura sociale tedesca tanto che dal 2001 la spesa per questo prodotto ha superato per la prima volta quella per la birra.

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
Facciamo il punto della situazione sul vino in Germania con il direttore dell’Ice di Berlino Ines Aronadio, il dott. Paolo Pesce e il dott. Kruszyn dell’Ice di Düsseldorf.


Quale è la situazione attuale del vino italiano in Germania?
“La grande forza commerciale dei produttori italiani è stata, ed è ancora, la capacità di soddisfare tutte le fasce della domanda, a partire dalla grande distribuzione fino all’alta ristorazione.
Il quantitativo di vino italiano sul mercato tedesco ha però ormai raggiunto un livello molto elevato di presenza e l’attuale crisi economica, sommata al crescente successo degli ultimi anni della produzione nazionale tedesca, non fa intravedere ulteriori margini di crescita quantitativa.
Le posizioni dei singoli produttori italiani sono piuttosto stabili e i distributori tendono a mantenere i fornitori tradizionali già affermati: la penetrazione di un nuovo marchio presuppone dunque l’uscita dal mercato di un altro produttore italiano”.

Mercato florido, dunque, ma con pochi nuovi margini...
“Consideriamo la Germania, oramai, un mercato maturo. C’è però da notare come si stia manifestando, nel lungo periodo, una tendenza leggermente crescente del consumo di vino a danno della birra e c’è quindi per i produttori di vini italiani una possibilità per il cosiddetto mercato di sostituzione”.

Davanti allo scaffale, come si orienta la scelta del consumatore?
Il consumatore tedesco cerca nel vino italiano i valori di qualità legati al gusto e alla soddisfazione edonistica all’insegna del più classico “italian life style”. Da indagini sul consumo, inoltre, è emerso un dato molto interessante: sono le consumatrici tedesche a preferire il vino orientando le scelte del partner fuori casa e in famiglia e prediligendo l’acquisto di vino italiano.

Per un’azienda che vuole entrare nel mercato tedesco, da dove è meglio cominciare?
L’azienda agroalimentare italiana che vuole aprirsi al commercio internazionale può utilizzare efficacemente il sistema fieristico tedesco che offre un’alta specializzazione merceologica ed una vetrina concretamente internazionale. Manifestazioni quali l’Anuga di Colonia, la Fruitlogistica di Berlino, la Prowein di Düsseldorf, solo per citare le principali, danno l’opportunità di incontrare gli operatori del commercio tedesco, ma anche quelli provenienti dai grandi mercati degli altri continenti. Per il mercato tedesco, inoltre, sempre più frequentemente vengono organizzate manifestazioni espositive di carattere misto (commercio e consumatori) adatte alle piccole imprese che puntano ad aree commerciali regionali in Germania.
L’Ice organizza alle principali fiere internazionali collettive di aziende, coordinate anche per tramite delle istituzioni regionali, con una serie di servizi che agevolano una presentazione aziendale qualificata per la Germania.

Quale consiglio si sente di dare a chi è interessato al mercato tedesco?
Bisogna innanzitutto distinguere tra il piccolo/medio produttore con scarse risorse finanziarie e limitata potenzialità produttiva e distributiva dalla media/grande azienda o società a struttura regionale o nazionale. Nel primo caso è opportuno che il produttore si avvalga di soggetti istituzionali quali l’ICE che possano orientarlo sul canale distributivo più adeguato ed effettuare sondaggi personalizzati presso il commercio all’ingrosso per verificare l’interesse dei distributori ad inserire nei propri listini nuovi produttori. Nel caso di aziende vitivinicole più strutturate il problema prioritario non è la penetrazione sul mercato, in quanto questi sono normalmente già presenti, ma piuttosto l’ottimizzazione della rete di vendita fino alla creazione di una propria filiale commerciale in Germania. Nel caso del piccolo produttore, infine, è necessario che alla base sia disponibile una produzione in quantità minima sufficiente a rifornire con continuità l’eventuale partner commerciale e che il prodotto abbia un elevato rapporto qualità prezzo”.

Cosa dobbiamo aspettarci nel futuro prossimo?
“Purtroppo la congiuntura economica non è molto favorevole. Come in tutte le crisi, i prodotti non considerati primari subiranno probabilmente un calo della domanda. È, tuttavia, ancora troppo presto per dire se e come questo calo si manifesterà nel settore del vino”.



UN REPORTAGE A PUNTATE
A cura di Duccio Morozzo della Rocca

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