Economia

ISTAT CONTRO ISMEA. PROSEGUE L'INFINITA GUERRA DEI NUMERI. ANCHE IN AGRICOLTURA

Il comparto primario ha ottenuto risultati positivi o negativi nel 2003? Su tale interrogativo si scontrano due noti e apprezzati istituti di ricerca, i quali hanno presentato dati assai contrastanti. La confusione regna intanto sovrana

03 aprile 2004 | T N

Quali sono stati i risultati economici dell’agricoltura nel 2003? Sembra non esserci accordo fra i più importanti istituti di rilevazione statistica che si occupano del settore primario.
Da una parte l’Istat ha annunciato la crescita del comparto agricolo, unico a trainare il Pil (prodotto interno lordo) italiano verso il segno positivo. Dall’altra parte l’Ismea denuncia il sensibilissimo calo della produzione agricola, dell’export e la stagnazione dei consumi interni.
Due quadri molto diversi in cui non è semplice orientarsi neppure, a quanto pare, per gli stessi economisti interpellati da Teatro Naturale, che hanno preferito evitare di commentare le clamorose differenze fra gli studi dei due Istituti di ricerca.
Ne presentiamo allora i risultati, lasciando ai nostri lettori ogni ulteriore considerazione.

Istat
Nel quarto trimestre del 2003 il Pil, valutato ai prezzi del 1995 destagionalizzato e corretto per il diverso numero di giorni lavorativi, è rimasto stazionario rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dello 0,1 per cento rispetto al quarto trimestre del 2002. Il risultato congiunturale del Pil è la sintesi di un aumento del valore aggiunto dell'agricoltura, di una lieve diminuzione di quello dell'industria e di una sostanziale stazionarietà di quello dei servizi. Il quarto trimestre del 2003 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero rispetto al quarto trimestre del 2002.
Questi dati diffusi dall’Istat il 13 febbraio 2004 sono stati immediatamente ripresi dal Ministro Alemanno che ha dichiarato: “Non è la prima volta che i dati statistici riconoscono l’agricoltura come settore economico capace di esprimere valori positivi, in controtendenza rispetto agli altri comparti produttivi, a tal punto da riuscire a far crescere l’indice trimestrale del prodotto interno lordo. Sono soddisfatto – prosegue il Ministro – soprattutto perché in una situazione generale difficile, come quella attuale, l’agricoltura dimostra di essere l’unico comparto con risultati di crescita. Ma non dobbiamo dimenticare che questa crescita è ancora modesta, soprattutto se la si confronta con il suo potenziale di sviluppo ancora da realizzare. Ci sono tutti i motivi, quindi, per continuare con determinazione nell’azione di sostegno per garantire risultati sempre migliori.
Questo successo – conclude Alemanno – dimostra anche come interventi quali la difesa e la promozione della qualità della produzione agroalimentare, e le azioni condotte a livello normativo e finanziario per accrescere la competitività delle imprese, siano indispensabili per ricollocare l’agricoltura al centro dei progetti di sviluppo economico del nostro Paese”.


Ismea
La produzione agricola nazionale ha segnato, nel 2003, una flessione del 5,9%. E' quanto emerge dai dati a consuntivo elaborati da Ismea che ha rivisto ulteriormente al ribasso le stime precedentemente formulate. Il deciso calo, spiegano gli analisti, è imputabile alla pesante contrazione produttiva registrata dal comparto delle coltivazioni (-8%), cui si è aggiunta la diminuzione, più contenuta, delle produzioni animali (-2,3%).
Per quanto attiene alle coltivazioni, le gelate primaverili e le elevate temperature estive hanno penalizzato fortemente gran parte dei raccolti, con particolare riferimento ai cereali (-15%), alle oleaginose (la soia registra una contrazione del 25% e il girasole del 32%) e alla frutta. Per quest'ultima si segnala una contrazione produttiva nell'ordine del 14 per cento, a fronte di una sostanziale tenuta delle produzioni orticole. In riferimento al vino, le stime definitive indicano una riduzione contenuta in un punto percentuale. Per quanto attiene all'olio risultano confermate le stime preliminari che indicavano un calo del 10% a livello nazionale.
In relazione al comparto zootecnico emergono andamenti diversificati. Gli avicoli segnano un pesante meno 11,7% a fianco di un calo dello 0,7% dei bovini. In netta ripresa invece i suini (+3,6%), mentre le consegne di latte bovino segnano un calo del 2,1%.
Sul fronte dell'occupazione, in base ai dati Istat, si registra per le unità di lavoro (Ula) una contrazione del 3,7% nel 2003 determinata da una riduzione del 6,1% delle Ula dipendenti e del 2,1% delle Ula indipendenti.
Riguardo al 2004, le stime preliminari elaborate dall'Ismea indicano uno scenario di base sostanzialmente positivo per la produzione agricola (+2,2%) dopo la pessima performance del 2003. La produzione vegetale dovrebbe segnare un recupero di oltre il 2% su base annua, accanto a una crescita tra il 2 e il 3% stimata per le produzioni animali. Sul fronte occupazionale, il 2004 si configura come un anno di sostanziale stabilità, legato a una ripresa delle Ula dipendenti (+2% circa) e a un calo del 2,1% delle unità di lavoro indipendenti (11 marzo 2004).
Per quanto riguarda l’import-export il quadro delineato dall’Ismea non è certamente roseo.
I conti con l'estero del settore agricolo chiudono in rosso per quasi sei miliardi di euro a tutto novembre 2003. Rispetto ai primi undici mesi del 2002, un aumento del deficit del 17%. Le importazioni, nel complesso, hanno determinato un esborso di 23 miliardi di euro, in crescita del 3,4 su base annua. Mentre, sul fronte delle esportazioni, i consuntivi di novembre mostrano una battuta d'arresto (-1% circa) per un introito pari a 17 miliardi di euro (16 marzo 2004).
I consumi interni invece sono in fase di stagnazione se non in calo.
Ecco alcuni esempi: sono sostanzialmente in linea con i livelli 2002 i consumi di pasta delle famiglie italiane relativi allo scorso anno (4 marzo 2004). Sono in leggero calo gli acquisti domestici di oli vegetali nel 2003 (4 marzo 2004). Sono in calo gli acquisti di riso nel 2003 (4 marzo 2004).