Economia
Agroalimentare Veneto, il rapporto 2007 guarda al futuro con ottimismo
Segnali incoraggianti dopo un biennio di difficoltà. Si è registrato un significativo aumento delle esportazioni. Oscar dell'anno ancora una volta il vino, per quantità, rese ed export. Male il radicchio
14 giugno 2008 | T N
Sia le quantità prodotte che l'andamento commerciale determinano risultati economici in crescita. E' quanto emerso al tradizionale incontro di presentazione dei dati sull'andamento del settore agroalimentare, organizzato da Veneto Agricoltura, presso il Palazzo dell'Agricoltura, Agripolis, a Legnaro, in provincia di Padova.
Aprendo i lavori Corrado Callegari, Amministratore Unico di Veneto Agricoltura, ha messo in evidenza che nel 2007 la produzione regionale è aumentata, dimostrando che le aziende agricole venete sono competitive sul mercato. Infatti sia i prezzi dei prodotti agricoli che i risultati economici del comparto alimentare si presentano con segno positivo. Le motivazioni sono da ricercare, afferma Callegari, nella favorevole congiuntura che ha portato ad una diminuzione della produzione mondiale per l'anno 2007 a fronte di un aumento dei consumi, e alla competizione tra usi alimentari ed energetici con relativa impennata dei prezzi.
Era presente all'incontro, alla sua prima uscita ufficiale, Franco Manzato neo VicePresidente della Regione Veneto e Assessore all'Agricoltura, che ha voluto sottolineare la necessità di creare strategie comuni tra la Regione e i suoi enti strumentali, anzitutto l'Avepa, per aumentare l'efficienza regionale nella sua complessità . Manzato ha voluto soffermarsi sull'importanza che tra la Regione e gli imprenditori agricoli si crei un rapporto di collaborazione utile a far crescere l'intero comparto agroalimentare; e i primi siano al servizio dei secondi. Il neo Assessore ha inoltre dichiarato di voler rivedere la funzione degli Ispettori agrari e di rendere più efficiente l'Avepa, tutto per far crescere il mondo agricolo veneto e portarlo all'avanguardia a livello internazionale.
Al termine dell'incontro si è tenuta una tavola rotonda sui "Cereali e Agroenergie" alla quale hanno partecipato Vasco Boatto dell'Università di Padova, Mauro Fanin della Cereal Docks, Giorgio Piazza Presidente Regionale Coldiretti, Guidalberto Di Canossa Pres. di Confagricoltura Veneto e Alessandro Ghiro Pres. della CIA Veneto. Si è discusso della grave dipendenza del nostro paese e del Veneto nei confronti dei paesi produttori di combustibili fossili e la possibilità di ridurla, anche se percentualmente in modo minimale, attraverso un giusto mix di energie provenienti dal mondo agricolo. Comunque i problemi sono molti, non ultimi quelli della introduzione degli OGM, la trasformazione delle colture in biodiesel, rispettare il protocollo di Kioto, il biogas e le implicazioni con la direttiva nitrati, etc. Tutti concordi nel promuovere le bioenergie da biomassa forestale o scarti agricoli.
E' stato poi presentato il Rapporto, attraverso le relazioni di Andrea Povellato dell'Inea che ha collaborato con Veneto Agricoltura per la sua stesura, e Antonio De Zanche, ricercatore dell'Azienda regionale.
Di seguito diamo uno spaccato della situazione, settore per settore.
- Import-export: note positive giungono anche dagli scambi commerciali che hanno visto un significativo aumento delle esportazioni (+3,2%) e un leggero calo delle importazioni. Il saldo è comunque negativo, ma in riduzione del 12,3%.
- La produzione: quella lorda dell'agricoltura veneta si è attestata sui 4.775 milioni di euro, con un aumento vicino al 10% rispetto all'anno precedente. L'aumento dei prezzi di quanto serve per ottenere la produzione, i cosiddetti consumi intermedi, non ha penalizzato il valore aggiunto dell'attività agricola che è comunque cresciuto del 10,7%, portandosi a 2.379 milioni di euro.
- Prezzi: altri elementi caratterizzanti l'annata sono stati il generale aumento dei prezzi pagati agli agricoltori specie per le commodities, eroso comunque parzialmente dai costi, pagati dagli stessi, per l'acquisto dei mezzi tecnici, prioritariamente dall'aumento del petrolio.
- Calano imprese agricole e occupazione: il numero di imprese agricole venete iscritte alle Camere di Commercio, scende a quota 84.886 (-4,2% rispetto al 2006), così pure in diminuzione (-6%) pari a 73.566 l'occupazione agricola.
- Agroalimentare: le industrie alimentari venete, che nel 2007 erano 7.188 (+2,3%), hanno conseguito dei risultati economici soddisfacenti considerando che il fatturato è salito in media del 3,5%; andamento positivo da attribuirsi all'aumento dei prezzi di vendita e allo sviluppo della domanda, in particolare di quella estera.
- Bilancia agroalimentare: nel 2006 il Veneto ha esportato prodotti agroalimentari per 3.093 milioni di euro e ne ha importati per un valore pari a 4.287 milioni di euro. L'andamento regionale delle esportazioni agroalimentari mostra un incremento del 3,2% su base annua, a fronte di una diminuzione delle importazioni dell'1,7%. Il principale mercato di riferimento del sistema agroalimentare veneto è risultato essere quello comunitario, che detiene l'80% delle importazioni e oltre il 70% delle esportazioni complessive in termini di valore.
Relativamente alle singole produzioni si può affermare che il mais, ancora la principale coltura, ha dato parecchie soddisfazioni ai produttori grazie all'aumentata resa/ettaro e agli elevati prezzi. Curiosa, la ripresa della bieticoltura, data per "spacciata" lo scorso anno. Oscar dell'anno ancora una volta al vino veneto che, in controtendenza al nazionale, ha migliorato quantità , rese e export. Male il radicchio. Bene patata, mele e pesche. Latte: buoni i prezzi di fine anno, ma le cose stanno già cambiando e le multe sono dietro l'angolo, vedremo. Per la suinicoltura, la dice tutta lo "sciopero del prosciutto" in atto da parte dei produttori. Così pure sono sul piede di guerra i pescatori a causa del caro gasolio.
Fonte: Mimmo Vita