Economia

Il prezzo dell'olio di oliva al 18 febbraio: una settimana all'insegna della stabilità in Italia e Spagna

Il prezzo dell'olio di oliva al 18 febbraio: una settimana all'insegna della stabilità in Italia e Spagna

Nessuna variazione dei prezzi per gli oli extravergini di oliva italiani in nessuna piazza nazionale, con quotazioni ovunque sopra i 9 euro/kg con 21 euro/kg per la Dop Brisighella. Il prezzo dell'olio di oliva in Spagna sempre alla soglia dei 4 euro/kg

18 febbraio 2025 | 15:00 | Graziano Alderighi

Mercato dell'olio di oliva in Italia all'insegna dell'assoluta stabilità, senza variazioni in nessuna delle borse merci secondo Ismea Mercati.

Si va dal minimo di 8,9 euro/kg per l'olio extravergine di oliva a Lecce, Brindisi e Taranto fino ai 21 euro/kg dell'olio Dop Brisighella.

Si confermano così anche le differenze di prezzo minime tra il nord e il sud del Paese, arrivando all'apparente contraddizione che un olio extravergine di oliva laziale, la Dop Canino a 10,5 euro/kg, e anche Dop Umbria e Igp Toscano (a 12 euro/kg ciascuno), valgono meno della Dop Monti Iblei, a 12,5 euro/kg.

Ai minimi anche la differenza di prezzo tra l'olio extravergine di oliva Dop Lamezia, calabrese, a 9,9 euro/kg in confronto con un Dop Riviera ligure a 15 euro/kg o una Dop Garda a 16,5 euro/kg.

Le ultime due annate olearie hanno segnato la riscossa del Meridione olivicolo-oleario che ha ridotto il divario in termini di prezzo rispetto al nord. Resta da capire se il divario si è ridotto in termini di valore, e qualità percepita del consumatore, portando a una valorizzazione di lungo termine degli oli di oliva del Sud.

Nel frattempo gli olivicoltori pugliesi godono di un'altra campagna olearia a prezzi doppi rispetto alla media degli ultimi anni. La Camera di Commercio di Bari al 18 febbraio conferma una quotazione di 9,1-9,5 euro/kg per l'olio extravergine di oliva, 9,8 euro/kg per la Dop Terra di Bari e l'Igp Puglia e 10-10,3 euro/kg per il biologico. Significativo che gli oli a denominazione di origine non riescano a spuntare un vero differenziale di prezzo, che non sia il puro costo di certificazione, rispetto all'olio extravergine di oliva standard commerciale. Una tendenza preoccupante nel medio-lungo termine.

Se in Italia sono più le luci che le ombre, la situazione di mercato in Spagna continua a essere molto preoccupante. Le prime indicazioni sulla prima decade di febbraio parlano di una produzione di 70-80 mila tonnellate, fornendo le basi per un nuovo raffreddamento dei prezzi a 4,1-4,15 euro/kg per l'olio extravergine di oliva secondo Poolred al 18 febbraio, con scambi ancora non particolarmente sostenuti, indice che gli imbottigliatori spagnoli preferiscono non fare scorte in questo momento.

Si acuiscono, nel frattempo, le tensioni all'interno del mondo olivicolo-oleario spagnolo con i produttori che insistono nel delineare scorte minime a settembre, a causa dell'aumento dei consumi, e gli imbottigliatori che immaginano invece stock più che sufficienti a garantire il collegamento tra le due annate produttive. Allo stesso modo cooperative e associazioni dei produttori fanno trapelare preoccupazione per la prossima campagna olearia mentre gli industriali professano ottimismo. Non si tratta solo di diverse visioni ma proprio di narrazioni faziose e tendenziose volte a orientare il mercato. Una situazione che ha messo in allarme anche il Ministro dell'agricoltura Planas che ha dichiarato la necessità di garantire prezzi stabili.

Infatti, al di là dell'extravergine e del vergine di oliva a 3,7 euro/kg, preoccupa soprattutto la discesa dell'olio lampante a 3,3 euro/kg secondo Poolred al 18 febbraio. Il lampante è tradizionalmente un ottimo indicatore dello stato di salute del mercato spagnolo e la sua tendenza al ribasso costante dal 18 gennaio è un indice del trend impresso nelle ultime settimane.

Nel frattempo, dopo settimane di follie mercantilistiche, con l'olio tunisino a 2,8 euro/kg si è giunti a un sostanziale blocco del mercato negli ultimi giorni, con il governo molto preoccupato dalla tenuta del sistema olivicolo-oleario, sotto una forte pressione finanziaria. Tutto questo mentre la Turchia a gennaio ha smaltino le scorte di olio delle scorse campagna ma non ha fretta nell'immettere sul mercato l'olio di questa campagna, aspettando il momento propizio di quotazioni in aumento e di interesse per l'olio turco, specie se Trump imporrà dazi sull'extravergine europeo.