Economia

Il primo prezzo dell’olio di oliva italiano nel 2025: 9,4 euro/kg al 2 gennaio

Il primo prezzo dell’olio di oliva italiano nel 2025: 9,4 euro/kg al 2 gennaio

La prima quotazione ufficiale del nuovo anno a Foggia, mentre le contrattazioni in Spagna continuano a ritmo lento con la stabilità dell’extravergine e l’impennata per vergine di oliva e olio lampante

03 gennaio 2025 | 11:30 | Graziano Alderighi

E’ stata Foggia ad aver dato il calcio di avvio alle quotazioni dell'olio extravergine di oliva del nuovo anno, con la quotazione al 2 gennaio 2025, rilevata da IsmeaMercati, a 9,4 euro/kg, stabile rispetto al 2024.

Nessuna novità neanche sulle altre piazze, in attesa della ripresa delle contrattazioni dopo le Feste.

Serpeggia preoccupazione che ricomincino i traffici di olio straniero, per spacciarlo come italiano, visto che la produzione di olio nazionale sarà sotto le attese, a poco più di 200 mila tonnellate, un 10% in meno rispetto alle previsioni Ismea.

I timori che si ripetesse il record storico negativo delle 182 mila tonnellate è stato scongiurato grazie alle buone rese in frantoio a dicembre in Puglia.

Il trend dei prezzi dovrebbe mantenersi stabile, vista la scarsa disponibilità di prodotto, a meno di manovre speculative già viste a inizio novembre.

Nel frattempo in Spagna il prezzo dell’olio di oliva è in ripresa e non deve sorprendere che la dinamica interessa soprattutto il lampante, che spesso fa da riferimento sul mercato spagnolo.

La quotazione dell’extravergine è sostanzialmente stabile, oscillando tra 4,3 e 4,4 euro/kg nei primi giorni del 2025 secondo PoolRed.

Stabile anche il prezzo dell’olio vergine di oliva a 4 euro/kg al 3 gennaio.

Dopo aver toccato il minimo storico degli ultimi due anni a Natale, a 3,1 euro/kg, l’olio lampante ha iniziato una forte salita, posizionandosi a 3,8 euro/kg al 3 gennaio secondo PoolRed.

Saranno i dati produttivi di dicembre, che indiscrezioni indicano meno positivi del previsto, a indicare il potenziale futuro delle quotazioni in Spagna. Una produzione più vicina a 1,2 milioni di tonnellate che a 1,3 milioni di tonnellate potrebbe riposizionare i prezzi verso l’alto, tenuto conto che si arriverebbe, nuovamente, a settembre con giacenze zero.