Economia

L’olio di oliva italiano non c’è: 37 mila tonnellate di stock al 31 ottobre

L’olio di oliva italiano non c’è: 37 mila tonnellate di stock al 31 ottobre

E’ cresciuto solo di quattromila tonnellate lo stock di olio di oliva italiano da settembre a ottobre, nonostante la raccolta sia stata anticipata in tante aree olivicole italiane. Invariata la giacenza di olio biologico

13 novembre 2024 | 09:45 | T N

Finalmente sono usciti i dati di Frantoio Italia dell’ICQRF che delineano un quadro di forte penuria per l’olio di oliva italiano.

Al 31 ottobre le giacenze di olio extravergine di oliva nazionale ammontano a 37 mila tonnellate, appena 4 mila tonnellate in più rispetto a settembre, nonostante la raccolta sia stata anticipata in tante aree olivicole italiane.

24 mila tonnellate, delle 37 mila totali, sono stoccate in Puglia (poco più di 12 mila tonnellate, erano 13 mila a settembre), in Sicilia (6600 tonnellate, erano 2600 tonnellate a settembre) e in Calabria (5200 tonnellate, erano 4300 tonnellate a settembre).

Nel complesso la foto scattata da Frantoio Italia indica che a ottobre la raccolta in Puglia non era ancora partita, come in Calabria mentre in Sicilia era in pieno svolgimento. Nonostante la campagna olearia di carica, gli stock nel centro-nord Italia non sono in aumento, con quasi tutte le regioni italiane sotto le 1000 tonnellate, tranne Liguria, Toscana e Umbria (dove parte degli stock sono in capo agli imbottigliatori) e in Abruzzo.

Anche la giacenza di olio extravergine di oliva biologico è praticamente invariata rispetto a settembre: 8300 tonnellate contro le 7400 tonnellate del 30 settembre 2024.

Raddoppiate invece le giacenze di olio DOP/IGP a 5600 tonnellate contro le 2200 tonnellate del 30 settembre. L’aumento degli stock è dovuto soprattutto alle denominazioni di origine siciliane, aumentate da sole di 2000 tonnellate, soprattutto IGP Sicilia e DOP Val di Mazara (a più di 1000 tonnellate ciascuna).

Lo stock di olio di oliva italiano al 31 ottobre 2024 è identico a quello del 31 ottobre 2023, cioè 37 mila tonnellate. La differenza sostanziale è che la scorsa campagna olearia era un’annata di carica, in particolare in Puglia, con la produzione esplosa soprattutto a novembre e dicembre. Quest’anno, con la scarica al sud, la situazione sarà molto diversa.

E’ quindi molto improbabile che si arrivi alle 144 mila tonnellate di stock del gennaio 2024 a pari periodo 2025. Insomma l’olio extravergine di oliva italiano è e resta poco e prezioso.