Economia
Vola il prezzo dell’olio extra vergine di oliva spagnolo, stabile in Italia

Si riduce sensibilmente il differenziale di prezzo tra l’olio extravergine di oliva spagnolo e italiano: meno di 40 centesimi sulle piazze di Brindisi, Lecce e Taranto, dove si ferma il calo delle quotazioni
13 maggio 2024 | T N
Il tentativo di speculare sull’olio extravergine di oliva ad aprile è fallito e le quotazioni in Spagna risalgono molto velocemente, ormai sfiorando gli 8 euro/kg (7,9 euro/kg secondo Poolred).
Da inizio maggio è in atto una tendenza chiara al rialzo, con prezzi partiti da 7,3 euro/kg fino ad arrivare a 7,9 euro/kg oggi.
Uguali dinamiche anche per l’olio vergine, partito da 6,9 euro/kg a metà aprile e arrivato a 6,25 euro/kg oggi, e per l’olio lampante passato da 6,2 euro/kg di aprile agli attuali 7 euro/kg.
Siamo arrivati all’assurdo che chi ha lampante in Italia è meglio se lo vende in Spagna.
Le quotazioni dell’olio lampante in Italia, su Gioia Tauro sono di 5,6 euro/kg (Ismea Mercati al 9 maggio) e 6,2 euro/kg a Brindisi, Lecce e Taranto (Ismea Mercati al 2 maggio).
In Italia si segnala, finalmente, la fine della speculazione al ribasso su Brindisi, Lecce e Taranto per l’olio extravergine di oliva, fermo a 8,3 euro/kg secondo Ismea Mercati, circa un euro inferiore rispetto alla piazza di Bari e solo 40 centesimi superiore alla quotazione dell’olio extravergine di oliva spagnolo. Ad eccezione delle tre province salentine, le quotazioni dell’olio extravergine italiano sono dappertutto superiori a 9 euro/kg, con quelle più basse registrate a Foggia (9,05 euro/kg) e Palermo (9 euro/kg).
Nel complesso è fallito il secondo tentativo in questa campagna olearia, dopo quello di inizio novembre, di manipolare al ribasso di prezzi dell’olio extravergine di oliva. I volumi scambiati nel mese di aprile sono stati bassi, rendendo più agevoli le operazioni di speculazione, e l’olio a basso prezzo è sufficiente solo per qualche operazione spot a scaffale.
Le prime indicazioni sulla fioritura in tutto il bacino del Mediterraneo sono positive ma a preoccupare è la siccità e la possibilità che un buon carico di frutti rimanga a raccolta, stante anche che parecchi bacini idrici sono molto bassi, non garantendo un approvvigionamento sufficiente per l’intera stagione irrigua.
A rendere nervoso il mercato, però, sono le indicazioni sulle giacenze, specie in Tunisia, che sono più basse del preventivato e il continuo blocco dell’export da parte turca che, secondo rumors, potrebbe aprire solo per quantità molto limitate (20 mila tonnellate).
Le tendenze attuali dei prezzi sono quindi più influenzate sul breve periodo, e la possibilità che a settembre si arrivi a giacenza zero, piuttosto che sulle prospettive sulla prossima campagna olearia, comunque molto incerte.