Economia

LATTE CRUDO CON QUOTAZIONI DA CAPOGIRO

Un mercato che registra un nuovo slancio, dopo che per alcuni anni si è conosciuta una crisi profonda. Intanto, sulla revisione delle quote latte, in esame alla Unione europea, il presidente nazionale del settore lattiero-caseario di Confcooperative Fedagri, Tommaso Mario Abrate, attende la posizione del ministro per le Politiche agricole Paolo De Castro

07 luglio 2007 | T N

Se non fosse per il prezzo del latte crudo alla stalla, che i presenti ai lavori dell'assemblea del Consorzio Provinciale Zootecnico di Vicenza hanno definito “impazzito”, la notizia dell’assemblea annuale che si è svolta a fine giugno nella storica sede di viale Trento, sarebbe la partecipazione di un nutrito numero di giovani allevatori, come non se ne vedevano da tempo: facce nuove, che promettono bene, per il futuro di un settore, la zootecnia ed il lattiero caseario, che fa del Vicentino la provincia più produttiva del Veneto.

Il latte crudo spunta quotazioni da capogiro: quarantuno centesimi al litro alla stalla contro i trentatre circa di media nel precedente periodo del mese di giugno. E la situazione non sembra destinata a risolversi in una bolla di sapone. Infatti il mercato del latte in polvere, appannaggio soprattutto dell’industria, sconta una penuria dovuta da un lato alla siccità, che ha ridimensionato la produzione del primo fornitore globale, l’Australia e, dall’altro, alla conversione delle coltivazioni cerealicole per usi energetici, a scapito dell’alimentazione delle vacche, “di moda” nel secondo più grande produttore di latte del mondo, gli Stati Uniti.

Il contraccolpo, a cascata, ora dà nuovo slancio al mercato del latte crudo, incluso quello italiano, un settore che negli ultimi anni aveva scontato gravi diseconomie, vedendo la redditività delle nostre aziende agricole calare vertiginosamente. Fino, sembra di poter dire, a ieri.

Tommaso Mario Abrate, presidente nazionale del settore Lattiero-Caseario di Confcooperative, ospite d’eccezione alla riunione, ha messo tuttavia in guardia gli allevatori dai facili entusiasmi, invitando alla prudenza: le difficoltà della zootecnia italiana sono un dato oltremodo annoso. Solo nell’ultimo anno, in provincia, oltre cento fattorie hanno cessato l’attività. Inoltre il mercato dei formaggi è ancora ben distante dall’essersi assestato su posizioni di equilibrio. E’ quindi necessario procedere con estrema cautela.

Sulla revisione del sistema quote-latte, in discussione in seno all’Unione Europea, Abrate non ha risparmiato stoccate al Ministro italiano Paolo De Castro: «Ne abbiamo parlato una sera a cena e mi è sembrato favorevole alla loro abolizione», ha detto alla platea, che pendeva dalle sue labbra per le implicazioni che il sistema “quote” ha, non solo sul mercato del latte, ma anche sul valore catastale delle aziende agricole e sul mercato degli affitti temporanei o delle cessioni definitive di quote di produzione.

«Attendo di capire se la posizione ufficiale delle Politiche Agricole sarà favorevole agli allevatori o all’industria ed ai Paesi del Nord. Piaccia o no, il sistema delle quote, nonostante gli “irriducibili” dei Cobas-Cospa ci facciano concorrenza sleale, per noi italiani, che possiamo produrre solo il 60% del fabbisogno nazionale, oggi è comunque una garanzia dall’invasione di latte proveniente dall’estero a prezzi troppo bassi. Il pericolo di un boom della produzione, come conseguenza della deregolamentazione, è ben noto anche a chi ne chiede la revoca, la Germania in primis. I Tedeschi producono il 240% del proprio fabbisogno e, con la Gran Bretagna e l’Olanda, chiedono un “atterraggio morbido”. A mio avviso, per le nostre imprese sarebbe un male minore: diluito nel tempo, ma comunque negativo».

Parole di apprezzamento sono venute per il sistema della Dop, in cui l’Italia eccelle con 33 specialità protette ed in cui Vicenza si contraddistingue per l’Asiago: non sono delocalizzabili e, con il più deperibile, ossia il latte fresco (Abrate lo chiama “la 34esima Dop” - “Infatti hanno cercato di portarcelo via - Tanzi”), sono la miglior garanzia di tenuta di un sistema produttivo capace di esprimere eccellenze, apprezzate e copiate a livello globale, quanto fragile.

All’assemblea, presieduta da Domenico Pojer, hanno partecipato anche il direttore del Consorzio per la Tutela del Formaggio Asiago, Antonio Pozzan, e di Confcooperative Vicenza, Alberto Chiodi. Quella di giovedì sera è stata l’occasione per la consegna di una targa di riconoscimento al sig. Severino Dalla Costa, perito agrario dipedente del Consorzio appena andato in pensione, contraddistintosi per aver sempre lavorato con grande competenza, capacità e spirito di servizio. A lui, prima di rifocillarsi con un semplice banchetto di prodotti tipici con formaggio Asiago, Grana Padano, panini con la Sopressa e vini vicentini a Doc, quando era ormai notte inoltrata, è stato tributato un calorosissimo applauso.




Fonte: Alberto Pertile, Alpe Comunicazione