Economia

UNA RIVOLTA CONTRO LO STATO BUROCRATE? APPUNTAMENTO A SETTEMBRE

Occorrono 23 chili di carte perché un giovane subentri nell'azienda di famiglia. E in un anno una piccola e media azienda deve produrre 3 Km e mezzo di documenti. “Dacci un taglio: è semplicemente un tuo diritto” è lo slogan di un'iniziativa promossa dalla Cia per una mobilitazione su tutto il territorio nazionale

23 giugno 2007 | T N

“Dacci un taglio. E’ semplicemente un tuo diritto”. Sotto questo slogan la Cia-Confederazione italiana agricoltori ha promosso una Petizione popolare rivolta al Presidente del Consiglio per ridurre la burocrazia e semplificare sempre di più gli adempimenti cui oggi sono sottoposte le aziende agricole italiane. Una petizione che, comunque, riguarda anche i cittadini i cui rapporti con l’amministrazione pubblica sono sempre più complessi e richiedono tempi lunghi e insopportabili.

L’iniziativa della Cia si articolerà in una serie di manifestazioni che si svolgeranno per tutta l’estate fino al 30 settembre prossimo, in concomitanza dell’inizio dell’iter parlamentare della legge finanziaria per il 2008.

Nell’ambito delle iniziative in programma, che si terranno su tutto il territorio nazionale, è prevista “una settimana della semplificazione” che avrà luogo dal 10 al 16 settembre prossimi. Un appuntamento che vedrà impegnate la Confederazione a tutti i livelli, da quello nazionale a quelli territoriali. Il 15 settembre sarà, proprio in questo contesto, “la giornata per la semplificazione”, con manifestazioni in tutti i capoluoghi di Provincia dove si raccoglieranno le firme per la Petizione popolare, coinvolgendo i cittadini e non solo gli imprenditori agricoli.

La campagna sulla semplificazione burocratica terminerà, quindi, alla fine di settembre, mentre entro le prime due settimane di ottobre avverrà la consegna della Petizione con le firme raccolte e la presentazione di un apposito dossier sul problema della semplificazione con proposte operative.



“Dacci un taglio. E’ semplicemente un tuo diritto”

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Petizione popolare per ridurre la burocrazia, semplificare le procedure e spendere di meno

I sottoscrittori cittadini,

Premesso

- Che l’apparato burocratico è sempre più oneroso per le imprese e per i cittadini.

- Che per le imprese i costi e i tempi della burocrazia riducono l’attività produttiva e la competitività sui mercati.

- Che le procedure amministrative, sempre più complesse e lunghe, impediscono alle imprese di migliorare la propria efficienza e produttività.

- Che i cittadini vivono un rapporto “difficile” con l’amministrazione pubblica.

Considerato

- Che occorre assicurare nei rapporti con la pubblica amministrazione la certezza dei tempi e il riconoscimento dei diritti.

- Che è indispensabile semplificare i rapporti tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione.

- Che è fondamentale ridurre il costo della burocrazia.

- Che è necessario valorizzare la sussidiarietà verticale e orizzontale.

- Che bisogna rendere trasparente, semplice e costruttivo il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione.

Tutto ciò premesso e considerato, con la presente petizione promossa dalla Confederazione italiana agricoltori chiedono al Governo di esaminare con attenzione e disponibilità, l’opportunità, nell’ambito delle politiche di semplificazione amministrativa, di stabilire alcuni provvedimenti che permettano un adeguato snellimento delle procedure burocratiche. Un’esigenza fondamentale per una società che deve crescere, come del resto avviene in Europa.

In particolare, in tale contesto propongono di:

- Applicare il divieto di richiesta di documenti già in possesso della pubblica amministrazione, prolungando la validità di quelli già presentati.

- Attivare lo “sportello unico” per le imprese su tutto il territorio nazionale.

- Dare esecutività immediata alla Dichiarazione unica d’inizio attività.

- Uniformare i tempi tecnici per le istruttorie.

- Unificare le modalità e i tempi di controllo.

- Utilizzare un unico strumento di verifica del reddito per i servizi assistenziali.

- Diffondere le procedure informatiche nei rapporti con la pubblica amministrazione.


UNA VIA CRUCIS
Ovvero: l’odissea di un giovane imprenditore agricolo. Ventitre chili di carte per subentrare nell’azienda di famiglia

“Volevo fare solo l’imprenditore agricolo”. Questo potrebbe essere il titolo di un film tragicomico che vede protagonista un giovane intenzionato a subentrare nell’azienda di famiglia ed intraprendere l’attività in agricoltura. Un film che si rileverà una vera e propria odissea, fatta di carte (più di ventitre chili tra domande, documenti, bolli, moduli, attestati di pagamento), di file interminabili, di peregrinaggi tra un ufficio e l’altro, tra una posta e una banca, tra il Comune, la Provincia e la Regione. Un massacrante “tour de force” che sfiancherebbe chiunque, anche perché la mole delle pratiche burocratiche e degli adempimenti amministrativi è tale da far desistere dopo le prime drammatiche e amare esperienze di “contatto” con la macchina dell’apparato pubblico.

Aspetti questi che sono stati denunciati oggi dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori nel corso della Conferenza stampa di presentazione della Petizione popolare rivolta a Presidente del Consiglio dei ministri per una maggiore semplificazione dei rapporti tra imprese, cittadini e pubblica amministrazione. Rapporti che sono sempre intricati e complessi che portano via tempo, denaro e alimentano un senso di sfiducia verso le istituzioni.

Ma la “via crucis” del giovane che ha scelto, sulle orme dei genitori, dei nonni, il lavoro nelle campagne è solo un tassello, seppur significativo, di come ci si perde nei meandri della burocrazia, di come un’attività produttiva diventa una meta sempre più lontana e spesso irraggiungibile, di come le “scartoffie” richieste sembrano una maledizione dalla quale non si riesce a venire fuori.

Praticamente, un giovane corre dietro alle richieste della pubblica amministrazione per mesi e, in alcuni casi, anche per anni. Ogni volta che si pensa di aver raggiunto l’obiettivo, arriva puntuale un ulteriore modulo da compilare e da presentare al sempre solerte responsabile pubblico. Una corsa ad ostacoli che fa riempire casa di copie di documenti, con l’aggravante che, in più di un’occasione, il povero “pretendente” all’azienda agricola di famiglia deve ricorrere all’ausilio di tecnici per cercare di risolvere i “puzzle” che gli vengono proposti dalla macchina burocratica. Il che significa soldi che nessuno più gli restituirà.

E’ più semplice -commentano i giovani della Cia (Agia-Associazione giovani imprenditori agricoli)- acquisire le quote di una società, anche di grande dimensioni, che subentrare in un’azienda agricola. Nel primo caso è sufficiente andare da un notaio, registrare l’acquisizione e pagare quanto dovuto. Tutto finisce in un’ora. Nel secondo caso, invece, l’iter si trasforma in una scalata di ultimo grado, con difficoltà che crescono a dismisura lungo il percorso.

Tuttavia, non finisce qui. Quando finalmente si è raggiunto il traguardo sognato, arrivano altri guai e altri ostacoli. Arriva la gestione dell’azienda agricola che nel nostro Paese significa un’asfissiante catena burocratica che comprime l’attività, accresce i costi e rende meno competitivi. Il giovane agricoltore passa così dalla classica padella alla brace e cuoce sotto la fiamma della pubblica amministrazione, una “macchina mostruosa” che pretende sempre adempimenti, carte, documenti. Una “piovra” dai tanti tentacoli. Il sogno del giovane agricoltore si trasforma così in una dura realtà, alle prese con tutte quelle scartoffie che pensava ormai essere solo un brutto ricordo. D’altronde, voleva fare solo l’imprenditore agricolo.


MA CHE SIA UNA LOTTA DURA
In tutto tre chilometri e mezzo di documenti per le aziende agricole. E' ora di dire basta alla stupida burocrazia

Ogni anno un’azienda di piccole e medie proporzioni produce un materiale burocratico cartaceo che messo in fila raggiunge i 3,5 chilometri, la distanza che a Roma va da Piazza Venezia a Piazza del Popolo e viceversa. Una mole spaventosa di documenti che opprime e che rende l’impresa sempre meno competitiva. A sottolinearlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori che, oggi, a Roma, ha presentato alla stampa la Petizione popolare per la semplificazione burocratica.

Adempimenti che per un’azienda agricola -è stato rilevato- diventano un vero “martirio”. Una serie innumerevole di pratiche, di pagamenti, di carte bollate che si spalmano lungo tutto l’arco dell’anno, senza possibilità di tregua. Ad esempio, un’azienda vitivinicola deve fare i conti con 21 enti e controlli, che vanno dall’Inps all’Inail, dalla Camera di commercio al Comune, dalla Guardia forestale all’Ispettorato agrario, dall’Agea all’Uma. Ma questa è solo la punta di un iceberg mastodontico.

Per chi fa allevamenti o per chi gestisce un agriturismo è una strada tutta in salita, con adempimenti interminabili e asfissianti. E’ una spirale perversa dalla quale è impossibile uscire. Una spirale che diventa, ogni anno di più, costosa e che richiede il contributo indispensabile di tecnici, altrimenti per un imprenditore agricolo sarebbe impossibile risolvere i problemi, intricati e imperturbabili, posti dall’apparato burocratico.

Succede così che il diritto dei cittadini ad un’alimentazione sana a servizi efficienti si tramuta in quadri di normative disomogenei e spesso di difficile applicazione (haccp, tracciabilità, igiene e benessere animale, norme sanitarie) che hanno come risultato diretto sugli imprenditori agricoli un aggravio di costi e tempi, e come risultato indiretto un aumento della sfiducia dei consumatori.


Fonte: Cia