Economia

BILANCIO IN CHIAROSCURO PER L’AGRICOLTURA NEL 2006. UN’ANALISI SETTORE PER SETTORE

A fronte di settori in crisi acuta, come il bietisaccarifero emergono altri con buone performance. In aumento i prezzi per i cereali ed alcuni settori zootecnici ed ortofrutticoli. Coninua però il calo dei redditi degli agricoltori italiani, al contrario di quanto accaduto negli altri Paesi dell'Ue

13 gennaio 2007 | T N

Ancora un anno di taglio netto per i redditi degli agricoltori italiani che, dopo la flessione del 10,4 per cento del 2005, sono costretti a fare i conti con una diminuzione del 4,2 per cento nel 2006.

Nel 2006, nell’Ue, invece il reddito agricolo, per unità di lavoro, ha avuto un incremento del 2,6 per cento rispetto al precedente anno. Si tratta di un parziale recupero rispetto al crollo registrato nel 2005, anno in cui il reddito agricolo pro-capite nell’Ue-25 era diminuito del 7,3 per cento.
Nell’Ue-25 quindi si registrano dinamiche diverse rispetto all’Italia. Infatti, la diminuzione della produzione in quantità è stata in qualche modo compensata dall’aumento dei prezzi all’origine dei prodotti agricoli. Il calo della produzione vegetale del 2,7 per cento è stato compensato da un aumento dei prezzi alla produzione del 2,6 per cento.

In merito ai costi di produzione è stato registrato un calo nei volumi di input utilizzati soprattutto per fertilizzanti e concimi. Mentre, in termini di prezzo, l’aumento più significativo riguarda il prezzo dell’energia cresciuto di ben l’8,4 per cento.

Si può dire che emerge sempre più la necessità di adattare la produzione al mercato: laddove le quantità si riducono, i prezzi risalgono (tranne per il settore bieticolo, che appare terremotato dai tagli produttivi). Insomma, nei settori riformati dall’Unione Europea nel segno del “disaccoppiamento”, sia in quelli in attesa della ridefinizione delle politiche comunitarie, le imprese sono sempre più esposte alla concorrenza.

Vino
Si stima un aumento della produzione di poco superiore all’1 per cento. La qualità è su standard elevati e il 2006 potrà essere annoverato tra le annate di maggiore soddisfazione per i produttori vitivinicoli italiani.

Quotazioni di mercato
E’ proseguita la tendenza, nel 2006, alla riduzione dei vini rossi da tavola; mentre si è registrato un tendenziale incremento per i bianchi. In entrambi i casi, siamo lontani dai valori registrati nella metà degli anni ’90.

Commercio estero
Si nota un miglioramento del saldo commerciale in valore dell’8%. L’incremento del saldo in quantità supera l’incremento in valore. Ciò a dimostrazione che i prezzi del prodotto esportato tendono a diminuire, evidentemente a causa dell’accresciuta concorrenza internazionale.

Olio di oliva
Il 2006 doveva essere un’annata di carica. Invece, complice soprattutto l’andamento climatico avverso, vi sarà una contrazione della produzione.

Quotazioni di mercato
Nel primo periodo dell’anno le quotazioni si sono mantenute su livelli soddisfacenti. Successivamente si sono registrati vistosi arretramenti nei prezzi all’origine rispetto allo scorso anno. L’olio extra vergine di nuova produzione, a novembre, ha registrato, in media, cali addirittura nell’ordine del 15 per cento.

Commercio estero
La bilancia commerciale oleicola risulta sempre in deficit, anche se vi sono evidenti segnali di miglioramento. Nel 2006, il passivo si è ridotto di oltre 50 milioni di euro su base annua.

Latte
Nel corso del 2006 si è registrata una contrazione dell’offerta che, peraltro, è comune a quasi tutti i Paesi dell’Unione europea. La minore produzione di latte non è stata tuttavia sufficiente a favorire il completo riequilibrio del mercato nazionale.
Buone le performance del segmento bufalino, qualche problema persiste per gli ovini.

Quotazioni di mercato
Il prezzo del latte bovino si è ulteriormente ridotto nel corso del 2006, per effetto della difficile situazione di mercato e della graduale applicazione della riforma della Pac.
Interessanti segnali di ripresa si sono verificati nel settore del latte ovino, con particolare riferimento al Pecorino Romano, le cui quotazioni nel corso del 2006 si sono attestate al di sopra del 13% rispetto allo scorso anno.

Commercio estero
Prosegue la buona performance delle esportazioni dei principali formaggi italiani, con particolare riferimento al Grana Padano, che registra un incremento dell’export di circa il 6%. L’Italia rimane comunque fortemente deficitaria, anche se prosegue il trend di riduzione del saldo negativo che si è attestato nel 2006 a 1,46 miliardi di euro.

Frutta
Sia la superficie, che la produzione di frutta si sono ridotti nel 2006. Le rese dell’uva da tavola sono state interessate, tra l’altro, da una preoccupante crisi climatica che ha influito negativamente sulla qualità. Produzione in calo anche per mele e pesche/nettarine, in controtendenza rispetto agli ultimi anni. Unica eccezione il kiwi.

Quotazioni di mercato
In generale per la frutta si sono registrati nel 2006 prezzi stabili, in lieve flessione.

Commercio estero
Il saldo dell’import-export italiano di frutta fresca - tradizionalmente una voce positiva della bilancia commerciale agroalimentare - è stimato in peggioramento rispetto al 2005.

Ortaggi
La superficie investita e la produzione di ortaggi in Italia si sono ridotte nel 2006, rispettivamente, del 7,5% e del 6,1%, in confronto alla precedente campagna. In aumento insalate, carciofi, patate e il pomodoro da mensa. In drastico calo il pomodoro da industria.

Quotazioni di mercato
Il leggero recupero delle quotazioni di cavolfiori, fagiolini, patate, peperoni e pomodori da mensa è stato accompagnato da una piccola flessione per gli ortaggi a foglia (lattughe e radicchio), ma anche per zucchine e carote. Come il 2005, il 2006 rappresenta una campagna di recupero e consolidamento rispetto agli andamenti fortemente negativi del 2004.

Commercio estero
E’ aumentato il valore dell’export e si è stabilizzato l’import di ortaggi freschi, che tende addirittura a diminuire. Ne è risultato un saldo in valore largamente positivo.

Barbabietola da zucchero
La riforma dell’organizzazione comune di mercato decisa a livello di Unione europea alla fine del 2005 ed applicata per la prima volta nel 2006 ha comportato la riduzione al 50% della capacità produttiva della filiera bieticolo-saccarifera nazionale.

Quotazione di mercato
Uno degli effetti più evidente della riforma dell’Ocm è la riduzione del prezzo corrisposto ai bieticoltori per il conferimento della materia prima. Nel 2006 il calo è stato del 31,5%.

Frumento duro
Dopo la riforma della Pac del 2003 e l’avvio del disaccoppiamento, la capacità produttiva italiana di frumento duro ha subito un netto ridimensionamento. Le superfici sono calate di circa mezzo milione di ettari e la produzione si è attestata, in base alle ultime stime, sui 3,5 milioni di tonnellate.

Quotazione di mercato
Dopo la fine dell’estate 2006, il prezzo di mercato del frumento duro in Italia ha subito un incremento di oltre il 30%.

Commercio estero
L’Italia è il principale Paese importatore al mondo di frumento duro. Gli acquisti sono aumentati negli ultimi due anni in risposta alla situazione di carenza dell’offerta nazionale. Il nostro Paese mantiene la posizione di leader mondiale nelle esportazioni di pasta. Anche nel 2006 si è registrata una tendenza favorevole, seppur lieve.

Mais
Nel corso del 2006, la produzione italiana di mais ha subito una riduzione di quasi il 9%, per l’effetto combinato di un calo delle superfici seminate e di un ancora vistosa riduzione delle rese produttive.

Quotazione di mercato
Come per tutti gli altri cereali, anche per il mais c’è stato un notevole incremento dei prezzi nel corso degli ultimi mesi del corrente anno. A novembre 2006 la quotazione si è attestata attorno a 165 euro per tonnellata, il 32% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Fonti: Cia, Confagricoltura