Economia

OCM ORTOFRUTTA E VINO. INCONTRO TRA IL PRESIDENTE POLITI E LA COMMISSARIA UE FISCHER BOEL

In occasione della Direzione nazionale della Confederazione italiana agricoltori, tenutasi a Bruxelles, sono state presentate le indicazioni e le proposte sulle due riforme. Tra le priorità: tutela dei redditi dei produttori, reali certezze di sviluppo, qualità, innovazione e semplificazione

20 novembre 2006 | T N

“Le nuove Ocm ortofrutta e vino devono dare risposte adeguate alle esigenze dei produttori agricoli, salvaguardandone i redditi, garantendo reali certezze di sviluppo per il futuro, valorizzando la qualità, favorendo la semplificazione e l’innovazione”. Sono questi i punti cardini delle due riforme evidenziati dal presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi nel corso dell’incontro con la commissaria Ue all’Agricoltura Mariann Fischer Boel, svoltosi oggi a Bruxelles.

L’occasione è stata data dalla riunione della Direzione nazionale della Cia convocata, per oggi e domani, nella capitale Ue e che ha come ordine del giorno proprio gli orientamenti e proposte della Confederazione sulle riforme Ocm ortofrutta e vitivinicolo. Direzione alla quale partecipano il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Paolo De Castro ed alcuni parlamentari europei.

Ocm ortofrutta. Politi ha sottolineato che la Cia è “per una strategia che sia in grado di delineare uno scenario nuovo, per una crescita equilibrata, per la valorizzazione della qualità e della tipicità. Per questa ragione la nuova Ocm dovrà interessare l’ortofrutta fresca e i prodotti trasformati”.

Per quanto riguarda l’ortofrutta fresca il presidente della Cia ha evidenziato l’esigenza di siamo “di una semplificazione e un miglioramento dell’attuale sistema. Resta valida la filosofia basata sull’aggregazione dei produttori, che deve vedere le loro organizzazioni migliorare l’efficienza ed aumentare il volume di prodotto commercializzato. Inoltre, vanno superati alcuni problemi e criticità che finora hanno impedito un effettivo equilibrio e un solido sviluppo”.

Per quanto attiene, invece, i prodotti ortofrutticoli trasformati, Politi ha evidenziato la necessità di una radicale riforma, pur con alcune diverse caratterizzazioni a seconda dei settori. In particolare per i pomodori da industria, al fine di evitare che, con lo svincolo totale dell’aiuto dalla produzione si verifichi un improvviso smantellamento del settore ed un disincentivo a produrre, “è opportuno -ha detto- un periodo di adattamento introducendo un sistema di disaccoppiamento parziale finalizzato a stimolare la continuità produttiva e a mantenere le specificità locali”.

Per gli agrumi la Cia -ha rimarcato il presidente- “è per una radicale riforma che si basi sull’aiuto a superficie, superando la farroginosità dell’attuale sistema. Questo aiuto potrebbe essere integrato da incentivi specifici alla certificazione di qualità (biologico, Dop, Igp, buone pratiche agricole)”.

Ocm vino. Per il presidente della Cia è preoccupante, in particolare, l’ipotesi della Commissione Ue di destinare ingenti risorse per la estirpazione dei vigneti quale unico strumento di riequilibrio tra domanda e offerta, come pure appare poco plausibile la cancellazione d’un colpo di tutte le misure di mercato. “Spunti positivi -ha affermato- sono rappresentati, invece, da tutte le proposte di semplificazione amministrativa che possono far acquistare competitività ai vini europei, in una concorrenza mondiale sempre più agguerrita, soprattutto se supportati da adeguate risorse finanziarie per la promozione”.

In base a tali indirizzi, la Cia ritiene che -afferma Politi- la discussione in atto debba innanzitutto distinguere i due ambiti di intervento: quello finanziario da una parte e quello prescrittivo dall’altra. “Si tratta -ha evidenziato- di individuare le risorse complessive destinate al settore ed in questo ambito garantire l’invarianza degli stanziamenti per Stato membro. Inoltre, a fronte di una cancellazione degli interventi di mercato, è necessario valutare la possibilità di un sostegno diretto al reddito degli agricoltori, ed infine, destinare una parte dei fondi ad interventi nazionali mirati e utili alla garanzia di autenticità, al miglioramento della qualità, al sostegno del mercato ed alla promozione dei prodotti”.

Nella parte prescrittiva, dal vigneto alla collocazione sul mercato, le indicazioni della Commissione, secondo il presidente della Cia, “appaiono essere una valida base di discussione, prevedendo i necessari approfondimenti”.

“Se le proposte sul tavolo sono protese a ridare competitività al vino europeo, riformando radicalmente il sistema, le misure annunciate “non sembrano tutte finalizzate al condivisibile obiettivo”. In questo senso la Cia ritiene che -ha sostenuto Politi- non è interesse della vitivinicoltura europea, e italiana in particolare, assumere comportamenti conservatori ad ogni costo, ma neppure orientarsi verso il superamento, tout court, delle particolarità ed originalità dei propri prodotti che ne sono, invece, una grande risorsa. Pare, per questo, interessante poter distinguere le realtà produttive europee più simili a quelle del “nuovo mondo”, da quelle più strutturalmente tipiche del vecchio continente”.

Per quanto riguarda la soppressione agli aiuti alle diverse misure di mercato (restituzioni all’export, distillazioni, arricchimento, stoccaggio), per la Cia, sarebbe sicuramente perdente ed incomprensibile una totale posizione di chiusura. Peraltro, le risorse destinate a queste misure sono ingenti e potrebbero meglio essere sfruttate.

L’ipotesi di riforma radicale dell’etichettatura e della classificazione dei vini sembra voler andare verso una profonda semplificazione. “Anche in questo caso, senza integralismi di sorta, bisogna essere aperti ai cambiamenti, consapevoli che -ha sottolineato il presidente- gli attuali costi burocratici sono difficili da sopportare in una necessaria concorrenzialità dei prodotti, anche se è assolutamente da evitare uno svilimento delle denominazioni d’origine o un loro sacrificio nell’ambito delle trattative Wto”.

Infine, “riteniamo -ha concluso il presidente della Cia- che la proposta sia troppo timida nella indicazione della necessità di innovazione del settore e della ancor più urgente importanza dell’allargamento dei consumi mediante una efficace azione promozionale e di puntuale informazione dei consumatori, sui mercati interni ed internazionali”.


Fonte: Cia