Economia

LE BOLLICINE MADE IN ITALY SI IMPONGONO CON SUCCESSO SUL MERCATO NOSTRANO

Riscossa durante le festività appena trascorse. Forte la richiesta di vini regionali e meno impegnativi. In calo gli ordini di spumanti esteri, mentre il consumo si fa più individuale e meno guidato. Continua intanto la crescita della produzione e della vendita del prestigioso Docg Franciacorta

14 gennaio 2006 | T N

Presentiamo due interventi sull’argomento.
Il primo a firma di Giampietro Comolli, elaborato nell’ambito dell’importante lavoro del “Forum 2005 per gli Spumanti italiani”, a cura del Ceves, il Centro studi vini effervescenti e spumanti, dell’Osservatorio nazionale consumi mercati spumanti e di Villa dei Cedri-Valdobbiadene.
Il secondo intervento è invece a firma del giornalista Marco Rossi.
Buona lettura.



CONSUMI E SONDAGGI
Fine anno 2005-gennaio 2006

Il 2005, seppur con tutte le difficoltà economiche e di riposizionamento di tutti i prodotti di pregio, segna un successo nazionale per il vino di qualità made in Italy. I vini Docg-Doc hanno una forte ripresa rispetto ai vini da tavola comuni e non di marca. I vini bianchi sono stati l’aperitivo più richiesto dell’estate. Una bottiglia costosa , da 20 a 30 euro, è stato il regalo più diffuso fra gli enonauti, cioè i grandi appassionati di vino. I grandi vini rossi impegnativi sono i più richiesti nei grandi ristoranti italiani e nelle enoteche: la scelta della tipologia e della regione di origine, grazie soprattutto alle guide e agli esperti delle riviste specializzate. Forte interesse anche per la ricerca personale e per gli acquisti alle aste dei vini che stanno crescendo in tutto il paese. Gli Spumanti – fonte l’Osservatorio del Forum Spumanti d’Italia – hanno stravinto la concorrenza estera sul mercato interno e gli ordini hanno fatto balzi da gigante sul mercato Usa e Giapponese (insieme + 7%). Più in generale a dicembre 2005 c’è stato il boom dei prodotti tipici alimentari ( + 10%) all’insegna della conoscenza diretta, dell’assaggio, della genuinità,del territorio d’origine ad un prezzo contenuto. Forte calo di tutti i prodotti di lusso e dell’importazione, come indicano i dati Istat e il sondaggio di fine anno di Coldiretti: dal -12% per salmone e spumanti stranieri al -3% per ostriche e caviale. Per il caviale si è preferito quello prodotto in Italia, esattamente made in Brescia. Grande oculatezza nelle spese degli italiani di fronte a rincari del +35% per le vacanze e agli aumenti di bollette, servizi e assicurazioni per almeno il 12% di media. Secondo la Coldiretti nel mese di dicembre gli italiani hanno speso quasi 1,5 miliardi di euro solo per i prodotti Doc e Dop, di cui il 40% per vini e spumanti. Infatti il 97% delle bottiglie acquistate alla vigilia di Natale per i brindisi e regali domestici erano vini e spumanti nazionali, in calo superalcolici, amari, marchi stranieri. Secondo una indagine Ismea-Ac Nielsen (partner dell’Osservatorio Forum Spumanti d’Italia) ben 6 bottiglie su 10 acquistate nel mese di dicembre erano di Spumanti dolci e aromatici nazionali (Asti docg e Prosecco doc Conegliano Valdobbiadene in testa con 30 milioni di bottiglie) e 35 milioni di altre bottiglie di Spumanti ottenute con il metodo delle grandi botti, Martinotti, dal nome dell’enologo italiano che lo inventò alla fine del 1800. Oltre a 10 milioni di bottiglie di Spumanti Classici e Talento con Franciacorta docg e Trento doc ai vertici. Nelle case degli italiani sono saltati in 15 giorni più di 70 milioni tappi “ a fungo e gabbiette” fra acquisti e regali e altre 15 milioni bottiglie sono state consumate fuori casa nei ristoranti e alberghi per una spesa globale di circa 850 milioni di euro. In più una indagine svolta sempre dal Forum Spumanti d’Italia ha verificato che i prezzi al consumo di Spumanti e Champagne nella Gd non sono pressoché aumentati dal 2004, quindi a prezzi costanti sono aumentati i volumi, segno che il costo è il fattore ancora strategico per l’acquisto di una bottiglia di Spumante rispetto ai vini rossi di qualità e noti dove invece è determinante il marchio di origine, cioè la doc! Sugli Spumanti, conferma il sondaggio del Forum Spumanti d’Italia svolto con 1800 consumatori appassionati-abituali ( più di 7 bottiglie l’anno consumate) , non c’è una cultura al consumo quotidiano e continuo e la bottiglia di Spumante è ancora legata per l’80% ad occasioni di festa e oltre il 70% del consumo totale di un anno avviene in neanche un mese. La bottiglia di vino e di Spumante (fonte il sondaggio Winenews) è stato il regalo natalizio più diffuso nel 2005 con un incremento di vendite del 2,5% (+ 0,3% per il vino italiano in generale, + 1% per i vini doc e bianchi e +4% di Spumanti). Segno di una ripresa dei consumi: nei ristoranti e nelle enoteche il trend positivo è più per i vini rossi , nei bar invece oltre il 60% degli aperitivi è a base di vini bianchi e Spumanti nazionali. Nel 2005 si riscoprono i vini più giovani e meno impegnativi per bevibilità, prezzo più contenuto, più abbinamenti a tavola, più facilità di consumo e meno gusto vinoso. Tutti elementi che devono far riflettere e far capire che anche il consumo è cambiato. I giovani under 30 che frequentano più i locali trendy e happy e molto meno i ristoranti impegnativi, chiedono di bere giovane, bere regionale e soprattutto vino, rispetto a cocktail e superalcolici. Chiedono (35% degli intervistati) carte dei vini meno impegnative; dichiarano (75% degli intervistati) di non leggere più le guide dei vini e di fidarsi di più del passaparola di qualche amico fidato e della visita curiosa e sovente nelle cantine. Il 70% degli enoturisti chiede di aumentare il numero degli eventi “ Cantine Aperte” durante l’anno. Sempre dall’indagine del Forum Spumanti d’Italia ( integrato con i sondaggi del 2005 di Istat, Ismea, AcNielsen , Osservatorio Salone del vino, Nomisma, ecc) i più forti consumatori di vino sono al nord Italia (con forte calo del consumo di Champagne e vini esteri) , mentre nel sud Italia vi è un aumento del numero dei consumatori di vino ( con forte calo del consumo di birra e aumento di Champagne). Lo Champagne , in proporzione al numero di consumatori, è più stappato a Palermo che a Torino e il consumo di bottiglie di bollicine francesi è concentrato il pochissimi locali alla moda e in un periodo di tempo molto ristretto.
I più forti consumatori di vino in generale sono fra i 35 e i 55 anni, mentre i maggiori consumi fuori pasto di Spumanti e vini si registra nella fascia fra i 18 e i 35 anni. Dall’indagine emergono due risposte molto chiare e importanti fra le generazioni più giovani: imposizione di un limite di consumo in ogni caso ( non più di due bicchieri) e essere sempre in compagnia di un non bevitore o fare a turno.
Oggi il 65% delle bottiglie di vino è acquistato nei supermercati. L’identikit del consumatore attento è sposato o divorziato, ha più di 45 anni, senza figli, guadagno sicuro, legge almeno un libro all’anno, non ama i superalcolici, non disdegna un sigaro ma non è dipendente, predilige le vacanze in campagna o in alberghi di charme. E’ in forte crescita il numero di donne che si avvicinano al vino , soprattutto fra i 35 e 45 anni, single e amante degli Spumanti rosati ( oltre il 55% delle intervistate). Il vino rosato, in un anno, ha raddoppiato i consumi negli Usa e in Inghilterra. Lo Spumante Rosè Brut ( per il 30% degli intervistati al Forum Spumanti d’Italia) sarà il vino effervescente più richiesto nel 2006 perché più ricco di aromi, con un ampio abbinamento a tavola, ideale come aperitivo, colore accattivante ( il 35% degli intervistati under30).
Il 2005 segna anche un successo degli Spumanti italiani in Svizzera e Giappone con circa un +10% di ordini rispetto all’anno precedente, il mercato Usa e Tedesco è stabile, mentre il mercato Inglese registra un + 4%.

** Infine alcuni dati aggiuntivi sui canali di consumo e vendita ( exit-pol 2005) curati dal Panel Forum( 1000 risposte) e su dati Istat.
Nel consumo domestico ( in casa) vincono gli Spumanti secchi e brut con un + 9%, mentre gli Spumanti dolci hanno un calo del 7 %, gli Champagne del 8% e Cava del 15% e il metodo classico made in Italy del 3%.
Nel consumo invece nell’horeca, bar, ristoranti, alberghi i consumi sono stabili, con Champagne a + 6%, Franciacorta e Trento leggermente in crescita dell’1%. Questo è un canale molto stabile nei volumi dei consumi e nella composizione delle tipologie. Da anni il comparto è composto da Prosecco ( 30%), Spumanti secchi (30%), Spumanti dolci (20%), Classici ed esteri (20%).
Negli acquisti alla GDO-C&C ( consumatore finale e dettaglio) sono risultati in crescita ( + 5% cadauno) sia gli Spumanti secchi che quelli dolci, mentre sono state in calo le vendite ( - 3%) di Classici nazionali e di importazione.

** Ultima curiosità rilevata dalla indagine e dalle risposte del Panel Forum (1000 risposte).
I grandi appassionati e cultori di vino italiano, cioè chi frequenta corsi e degustazioni riservate, stimati in poco più di 1 milione hanno dichiarato ( nel 70% dei casi) che le guide dei vini sono fondamentali, che l’acquisto meditato e ragionato è in enoteca e in negozi specializzati; dichiarano di possedere una cantina personale che arricchiscono spesso da cui attingono per il consumo e per i regali, prediligono i vini rossi di annate particolari e importanti, i vini di grandi case, lo Champagne e i vini passiti del sud Italia.
Invece, il consumatore standard ( stimati in 13 milioni di fruitori) ha risposto ( nel 64% dei casi) che non consultano le guide dei vini per gli acquisti, si fidano del passaparola di amici, fanno acquisti direttamente nelle cantina e in Gdo, non hanno una cantina attrezzata, il budget per il vino è limitato all’autoconsumo, prediligono i vini rossi giovani, i vini bianchi , i vini regionali e autoctoni, gli Spumanti secchi, di marca e di territorio conosciuto.

Giampietro Comolli


FRANCIACORTA, UN 2005 RECORD
Un trend che si fa sempre più strada

“L’impegno indistinto e corale di tutte le cantine associate, ha consentito il raggiungimento di un nuovo, prestigioso traguardo: il superamento dei sei milioni di bottiglie di Franciacorta Docg consegnate nel 2005, con un incremento del tredici per cento rispetto al 2004”, dichiara Adriano Baffelli, direttore del Consorzio per la tutela del Franciacorta. Si tratta di un risultato che assume un rilievo ancor più marcato, considerando la delicata fase congiunturale e la difficoltà manifestata da molta parte della produzione vitivinicola italiana, soprattutto pregiata. “Il successo commerciale registrato dal Franciacorta nel 2005 – continua Baffelli – non è casuale: rientra in un trend costante di crescita, che da alcuni anni premia le scelte strategiche fondamentali, compiute dai lungimiranti produttori di questo pregiato angolo di terra bresciana”.

“In un clima di recessione sicuramente sorprende la controtendenza con la quale continuiamo a muoverci – commenta il Presidente del Consorzio, Ezio Maiolini. La Franciacorta è una zona caratterizzata da una straordinaria vitalità imprenditoriale senza tregua e ovunque sono evidenti segnali di crescita strutturale, culturale e produttiva. Una tendenza che troverà conferma anche nei prossimi anni viste le politiche di espansione di tutte le Aziende, e la continua entrata sulla scena di nuove realtà pronte a diventare importanti protagoniste dello scenario”.

Dai dati elaborati dal Consorzio per la tutela del Franciacorta emerge un interessante aspetto: la destagionalizzazione del consumo, sempre più distribuito durante i vari mesi dell’anno, e non concentrato principalmente in occasione delle festività. Negli ultimi mesi dell’anno si vende circa il 40% della produzione, dato ancora alto, ma di gran lunga inferiore rispetto agli anni passati. Il consumo di Franciacorta cresce in tutto l’arco dell’anno, alimentato dalla cultura del suo abbinamento enogastronomico “a tutto pasto”. Si tratta di un trend che si fa sempre più strada, grazie all’incessante lavoro del Consorzio e dei produttori associati, che in centinaia d’occasioni, in ogni angolo d’Italia, e pure oltre confine, danno l’opportunità a operatori della ristorazione, appassionati e professionisti del settore enogastronomico, di degustare il nobile prodotto bresciano, accompagnato ai più eterogenei piatti delle varie tradizioni culinarie nazionali e straniere”.

Più in generale il pubblico, anche il più giovane, unitamente alla critica, dimostra d’apprezzare convintamene il Franciacorta, il cui processo di lavorazione in bottiglia risulta essere codificato quale più lungo e più rigido di qualsiasi altro al mondo, nell’ambito della stessa tipologia produttiva.

Marco Rossi