Economia
L'olio di oliva nel mondo, più paesi consumatori ma meno uso pro capite
Scendono i consumi in Europa e anche in Italia dove ci si è assestati a poco meno di 10 chilogrammi a persona all'anno, dato che scende a meno di 2 chilogrammi all'anno pro capite nella maggior parte dei paesi del globo
10 marzo 2015 | T N
Sembra una contraddizione in termini ma, mentre il Europa il consumo di olio di oliva diminuisce, a livello globale cresce.
E' grazie proprio ai nuovi Paesi produttori che il consumo è aumentato di 1,7 volte dal 1990/91 al 2014/15 secondo recenti dati diffusi dal Coi.
Stavolta non possiamo dare la colpa alla crisi economica se i consumi sono diminuiti in Europa visto che il trend è diventato decrescente dalla campagna successiva 2004/05, annata in cui invece si è assistito al picco di consumo, pari a 2 milioni di tonnellate. Oggi è tornato ad assestarsi ai livelli del 1996/97, ovvero 1,6 milioni di tonnellate.
Venendo all'analisi dei singoli Paesi si nota come l'Italia fosse il più grande consumatore in termini di volume globale, ma dal 2006/07 i consumi hanno cominciato a scendere, portandosi ai livelli della Spagna. Ma non è solo in Italia che il consumo scende. In Grecia il consumo pro capite è sceso del 22% in vent'anni.
Se guardiamo ai consumi pro capite annui nei tre principali Paesi produttori dell'Unione europea, notiamo che la Grecia continua a dominare la classifica, con 16,3 kg, seguita dalla Spagna, 10,4 kg, e poi dall'Italia con 9,2 kg.
Al quarto posto è il Portogallo (7,1 kg/pro capite) e poi Cipro (5,5 kg/pro capite). Il Lussemburgo, a sorpresa, si piazza subito alle spalle di Cipro, con 5,3 kg/pro capite, un dato certamente falsato dagli acquisti effettuati in questo Paese da cittadini delle nazioni confinanti.
A grande distanza seguono Francia Malta, Croazia, Irlanda e Belgio con livelli di consumo che vanno da 1,2 a 1,7 kg/pro capite.
Vi sono poi le Nazioni europee dove si consuma tra il mezzo chilo e il chilo, tra cui Finlandia, Lettonia, Germania, Paesi Bassi, Svezia, Slovenia, Austria, Regno Unito e Danimarca e quelli in cui il consumo è sotto gli 0,4 kg/pro capite annui dove si annoverano Romania, Polonia, Ungheria, Bulgaria, Slovacchia, Estonia e Repubblica Ceca.
Guardando fuori dall'Unione europea notiamo che il consumo siriano è pari a quello portoghese (7,1 kg/pro capite all'anno), seguito da Albania (4,7 kg), Libano (4,5 kg), Marocco (3,9 kg), Tunisia (3,7 kg), Giordania (3,1 kg), Israele e la Libia (2,4 kg) e la Turchia (2,0 kg).
Per quanto riguarda l'Argentina, l'Egitto, l'Iran e l'Iraq, il loro consumo si trova intorno ai livelli di Ungheria, Polonia e Romania.
Gli Stati Uniti sono il Paese che ha visto il più spettacolare tasso crescita dei consumi negli ultimi 25 anni anche se il consumo pro capite è modesto, 0,9 Kg/pro capite all'anno, pari a quello di Gran Bretagna e Germania.
Molto più basso il consumo in altri paesi non produttori come la Svizzera (1,7 kg/pro capite all'anno) e il Canada (1,1 kg).
Infine tra i Paesi produttori con un basso consumo pro capite all'anno spiccano la Palestina, l'Australia e l'Arabia saudita.