Economia
Consumi e importazioni di olio d'oliva in frenata in Cina
Dopo la crescita esponenziale per dieci anni di fila, tra il 2011 e il 2013 le vendite verso il colosso asiatico si sono contratte del 6%. A sorpresa è già l'olio extra vergine d'oliva a dominare il mercato. Olio d'oliva e di sansa d'oliva rappresentano ormai solo il 12% del totale
11 settembre 2014 | T N
Brusca frenata della Cina sul fronte delle importazioni di olio d'oliva.
Dopo dieci anni di ininterrotta crescita, tra le campagne 2011/12 e 2012/13 si sono registrati i primi segnali di affaticamento. Netto calo nei primi sette mesi della campagna olearia (ottobre 2012-aprile 2013) per poi crescere, moderatamente, da maggio a luglio 2013 (gli ultimi mesi censiti).
Il trend sembra comunque evidenziare che non si recupererà il terreno perso e le importazioni nel 2012/13 saranno inferiori a quelle del 2012/13.
I dati del Consiglio oleicolo internazionale indicano la netta supremazia dell'Unione europea nell'esportazione di olio d'oliva in Cina, con una quota del 90% del mercato. La Spagna è nettamente leader, col 61%, a seguire l'Italia, col 22%, poi la Grecia, 6%, e il Portogallo, 1%. Il restante 10% del mercato cinese è in mano alla Tunisia, 3%, alla Turchia, 2%, all'Australia, 2%, e alla Siria, 1% oltre ad altre nazioni non censite.
Ma quali, fra gli oli di oliva, sono preferiti dai cinesi? A sorpresa è l'olio extra vergine, o meglio la categoria dei vergini, a dominare la scena con l'88% del mercato degli oli di oliva. Una percentuale in lenta ascesa fin dal 2010/11, quando era all'82%.
A farne le spese l'olio d'oliva, che rappresenta il 5%, rispetto al 7% del 2010/11, ma soprattutto l'olio di sansa di oliva che è passato dall'11% del 2010/11 al 7% del 2012/13.