Economia

BISTECCHE E BARBECUE, UNA VERA PASSIONE PER GLI ITALIANI. ANCHE D'ESTATE

Il presidente della Cia Giuseppe Politi ricorda che, dopo il crollo del 2001 in piena emergenza Bse, si comincia a registrare una ripresa dei consumi. Bistecche e fettine le parti più gettonate. Nel 2004 il consumo pro-capite di carne bovina è stato di 25,1 kg. I maggiori acquisti domestici al Sud, pari al 35 per cento

16 luglio 2005 | C. S.

Bistecche e barbecue: esplode la passione. In muratura, artigianali, portatili e improvvisati. Cresce sempre più la voglia da parte degli italiani per questo nuovo focolare domestico e soprattutto di mangiare carne cotta sulla brace. Se fino a 15 anni fa era a vantaggio solo di piccole fasce della popolazione, ora tale moda trova nuovi proseliti. Si pensi che soltanto per questa estate si prevedono più di 20 milioni di grigliate fatte in casa o in sagre paesane. Ad evidenziarlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori nel corso di una conferenza stampa a Roma sul tema “Carne bovina, una scelta garantita”.

Il barbecue - ha sottolineato la Cia - è insomma divenuto con il passare del tempo un oggetto attorno al quale si raccoglie la famiglia, ma anche un momento di aggregazione sociale.

Come per i tradizionali fornelli domestici, anche per la griglia con carbone e legna la donna è in netto vantaggio sull’uomo, sfatando un luogo comune che vedeva il maschio protagonista nella cottura al barbecue. Invece, non c’è un fascia di età che prevale sull’altra nell’arte della brace. E’ una passione che contagia un po’ tutti.

Leader incontrasti del barbecue - ha affermato la Cia - restano, tuttavia, gli statunitensi. Ogni anno più dell’80 per cento della popolazione lo predilige e si dedica, anche con sapiente arte, a questo tipo di cottura. Seguono gli australiani (65 per cento), i francesi (60 per cento), i tedeschi (55 per cento). Gli italiani, al momento, figurano al sesto posto (30 per cento), di poco superiori agli inglesi (28 per cento).

Comunque, ora anche i nostri connazionali si stanno affinando in questo tipo di cottura. Sta di fatto che ormai si cuoce alla brace in tutti i mesi dell’anno, anche se in quelli estivi si raggiungono i picchi più alti.

Il crescere di questa passione si riscontra anche dal costante aumento nelle vendite sia di barbecue che di tutti quegli oggetti che servono per le grigliate (forchette, palette, pinze, carbonella).

Dopo le bistecche, le più gettonate da cucinare sulla brace sono le salsicce.

Sul tipo di cottura - ha avvertito la Cia - gli italiani propendono per la carne ben cotta sulla brace (55 per cento), mentre il 38 per cento la preferisce di media cottura e appena il 7 per cento al “sangue”.

Molto ricercata - ha segnalato ancora la Cia - è la carne italiana, che tiene molto bene al confronto con quella argentina, danese e francese, le cui importazioni risultano sempre sostenute.

LA CARNE BOVINA RICONQUISTA LE TAVOLE
Viene acquistata soprattutto nei super e negli ipermercati (54 per cento); la preferenza è per quella di manzo e di vitellone (60 per cento); i maggiori consumatori sono i giovani tra i 16 e i 30 anni; fettine e bistecche sono le parti più richieste, anche se negli ultimi tempi è salita la domanda di spezzatino e bollito; i principali acquirenti sono gli abitanti delle regioni meridionali (35 per cento del totale). Questi alcuni dei dati sulla carne bovina resi noti a Roma dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori durante una conferenza stampa, tenuta dal presidente nazionale Giuseppe Politi sul tema, appunto, “Carne bovina, una scelta garantita”, che ha affrontato i problemi del settore, con particolare attenzione ai consumi e al loro rilancio, nell’ambito della campagna promozionale “La forza naturale della carne”.

In Italia - ha sottolineato la Cia - il consumo pro-capite annuo di carne bovina è di 25,1 Kg., cifra di poco superiore a quella registrata nel 2000, dopo gli spaventosi crolli dei consumi avutisi nel 2001 e 2002 a causa dell’emergenza Bse. Quella bovina è al secondo posto nei consumi di carne. Al primo vi è la carne suina (39,2 Kg. pro-capite all’anno); mentre molto lontani sono i consumi di carni avicole (17,3 Kg. pro-capite), cunicole (4,1 Kg. pro-capite), ovicaprine (1,5 Kg. pro-capite) ed equine (1,5 Kg. pro-capite).

Negli ultimi cinque anni, gli acquisti domestici di carni bovine - ha segnalato la Cia - sono scesi dell’1,7 per cento passando da 449.007 a 412.841 tonnellate. In particolare, le carni di manzo e vitellone hanno avuto una flessione dell’1,2 per cento, mentre quelle di vitello sono diminuite del 2,3 per cento. Cali che, tuttavia, non hanno nulla a che vedere con quelli che si sono avuti nel 2001, in piena emergenza Bse, quando si ebbe un crollo di circa il 15 per cento dei consumi.

A fare la parte del leone nei consumi di carne bovina - ha rilevato la Cia - sono i giovani (da 16 a 30 anni). Nove su dieci mangiano carne almeno tre volte a settimana. Cifra che scende a sette su dieci tra i quarantenni e i cinquantenni. Dai sessant’anni in poi la proporzione è di cinque a dieci.

Nel 2004 - ha affermato ancora la Cia - il consumo della carne nel suo complesso è risultato pari al 21,7 per cento della spesa alimentare delle famiglie italiane, con una cifra che supera i 26 miliardi di euro. La sola carne bovina ha fatto registrare una percentuale del 15-16 per cento sul totale.

Per quanto riguarda la ripartizione geografica, dopo il Sud, gli acquirenti maggiori di carne bovina sono degli abitanti del Nord-Ovest (28 per cento del totale); seguono quelli del Centro (22 per cento) e quelli del Nord-Est (15 per cento del totale).

Nel corso dell’ultimo quinquennio - ha ribadito la Cia - in Italia gli acquisti domestici di carne bovina sono andati leggermente diminuendo, avendo subito nel 2001 rispetto al 2000 anche un calo consistente con punte del 20 per cento. In particolare, si è evidenziata una flessione di quasi 10 punti percentuali in cinque anni (2 per cento annuo) nel Sud e una contrazione anche nel Nord-Est (1,8 per cento annuo). Comunque, recenti dati evidenziano una netta ripresa dei consumi, che si è concentrata in particolare nel 2003 e 2004.

Tra la carne bovina naturale e quella elaborata, negli acquisti gli italiani preferiscono nettamente la prima tipologia (93 per cento). Sono le bistecche, invece, il taglio preferito (oltre 25 per cento del totale), mentre è tornato a crescere il consumo del macinato (24 per cento). In ripresa anche gli acquisti per spezzatino, bollito e arrosti.

La Cia ha evidenziato, inoltre, che dal 2000 al 2004 la spesa domestica degli italiani per l’acquisto di carne bovina è rimasta pressocché stabile: 3,5 miliardi di euro. Quella di manzo e di vitellone ha registrato un incremento dello 0,3 per cento, mentre quella di vitello un calo dello 0,6 per cento.

Infine, la Cia ha sottolineato che sul totale nella spesa sostenuta dalle famiglie per la carne, quella bovina raggiunge il 48 per cento del totale, quella avicola il 23 per cento, quella suina il 16 per cento e quella ovicaprina il 5 per cento.



IL SETTORE DELLE CARNI IN ITALIA

- Allevamenti bovini : 90.000

- Imprese di macellazione: 2.200

- Occupati nell'allevamento e nella macellazione: 80.000

- Valore della produzione agricola di carne bovina: 4.200 milioni di euro (8 per cento produzione agricola).

-La carne nel suo complesso (bovina, suina, avicola, ovicaprina, cunicola) è al primo posto nei consumi alimentari delle famiglie italiane: il 21,7 per cento della spesa alimentare complessiva, pari a 26 miliardi di euro.

- Gli acquisti domestici di carne bovina delle famiglie italiane sono pari a oltre 400.000 tonnellate per un importo di 3,5 miliardi di euro.

- Gli acquisti domestici di carne avicola sono stati pari a 301.000 tonnellate per un importo di oltre 1,5 miliardi di euro e di carne suina a 205.000 tonnellate per un importo di 1,2 miliardi di euro.



Fonte: Cia