Economia
Nel 2012 l'agricoltura si scopre debole mentre si rafforza l'industria alimentare

Cala la produzione agricola del 3,3% ma cresce il fatturato dell'industria alimentare del 2,3%. La fotografia sullo stato di salute del settore primario scattata dall'Inea certifica la fragilità del mondo produttivo di fronte a quello commerciale che si rafforza grazie all'export di prodotti trasformati
27 luglio 2013 | T N
Nel 2012 l'agricoltura risente della crisi mondiale e della congiuntura negativa.
In caduta sia la produzione (-3,3%), sia, soprattutto, il valore aggiunto, la cui flessione in questo anno (-4,4%) è quasi il doppio di quella verificata per il PIL (-2,4%).
Secondo l'Inea, che ha presentato il suo X Rapporto sullo Stato dell'agricoltura, il settore primario avrebbe assorbito meglio di altri la crisi nel 2008 ma oggi gli effetti si farebbero sentire in tutta la loro crudezza. La produzione ai prezzi di base e in valore reale nel 2008 è cresciuta, riducendosi nei due anni successivi per rimanere stabile nel 2011; anche i consumi intermedi e il valore aggiunto hanno limitato gli effetti della crisi fino al 2011.
Le imprese del settore primario sono diminuite di 101.000 unità tra il 2007 e il 2012 (dalle 901.952 unità del 2007, alle 809.745 unità del 2012), circa l’11% del totale all’inizio del periodo e la contrazione è avvenuta in modo costante e regolare in tutti gli anni considerati.
Segnali positivi invece giungono dall’industria alimentare, che, nonostante la battuta d’arresto dell’economia, registra nel 2012 un lieve miglioramento del valore aggiunto (+0,8%), con una crescita del fatturato di 2,3% rispetto all’anno precedente.
Nel comparto dell’industria agroalimentare le imprese sono rimaste stabili rispetto al 2011, attestandosi 56.310 unità nel 2012.
Il commercio internazionale ha svolto un ruolo anticiclico: la domanda internazionale, dopo il crollo del 2008, ha ripreso a crescere così come le importazioni, sebbene a tassi sensibilmente più bassi, favorendo un costante miglioramento della bilancia commerciale alimentare. Questo fattore è testimoniato dal positivo andamento del saldo normalizzato, passato dal -15% del 2007 al -9% del 2012.
L’analisi dei dati suggerisce l’esistenza di uno spostamento degli sbocchi della produzione dal mercato interno, in crisi, verso i mercati esteri, molto più dinamici, laddove a un incremento in valori correnti di soli 5,1 miliardi di consumi alimentari interni, si contrappone una crescita di 7,3 miliardi, a prezzi correnti, di esportazioni di prodotti alimentari, sempre nell’intervallo 2007-2012. In questo periodo le esportazioni agro-alimentari sono cresciute passando dal 7% all’8,2% del totale: il tasso di crescita annuale è sempre stato positivo con l’eccezione del 2009. Anche per l’esportazioni agro-alimentari il 2012 è stato un anno comunque difficile, con il tasso di crescita che flette dall’8,5% del 2011 al 5%. Analoga contrazione si rinviene per tutto il comparto del made in Italy, eccezion fatta per quanto riguarda le esportazioni del made in Italy agricolo.
La componente più significativa delle esportazioni agroalimentari dell’Italia è quella degli alimenti trasformati (19 miliardi di euro), seguita a distanza dalle bevande (6,2 miliardi di euro) e dal settore primario (5,6 miliardi di euro). Anche per le importazioni agroalimentari, la componente più significativa è quella degli alimenti trasformati (24,2 miliardi di euro), seguita dal settore primario (12,3 miliardi di euro).
Se l'export cresce la domanda interna frena. Nel 2012 i consumi alimentari registrano una contrazione della spesa per generi alimentari a valori correnti dello 0,7% (portandosi a 137,8 miliardi di euro) e una contrazione di rilievo a valori costanti (-3%).
La spesa media mensile delle famiglie si attesta a 2.419 euro in valori correnti (-2,8% rispetto all’anno precedente) e diminuisce anche la spesa alimentare mensile delle famiglie, passando da 477 a 468 euro (dati ISTAT).
“Il Rapporto sullo stato dell’agricoltura – ha dichiarato Tiziano Zigiotto, Presidente dell’Inea - si conferma come un appuntamento istituzionale di riflessione e approfondimento sulle evoluzioni del sistema agroalimentare, rimarcando luci ed ombre di un settore che merita sempre più attenzione, perché è uno dei pilastri su cui poggia la forza del Made in Italy nel mondo. L’agricoltura e il sistema alimentare infatti rappresentano un patrimonio da tutelare e promuovere. Il Rapporto, dopo aver delineato il quadro del sistema agricolo e agroalimentare italiano, illustra i contenuti del recente accordo sulla riforma della Politica Agricola Comunitaria, che guiderà l’agricoltura fino al 2020, evidenziando le implicazioni per il nostro Paese.”.