Economia

Numeri positivi per il commercio mondiale dell'olio d'oliva

Nei primi sette mesi della nuova campagna olearia indicazioni di crescita dei consumi in Giappone, Cina, Brasile. Diminuisce il trend di aumento di vendite negli Usa dopo le ottime performance del 2012

13 luglio 2013 | R. T.

Da ottobre 2012 a aprile 2013, rispetto a pari periodo degli anni precedenti, vi sono segnali incoraggianti per l'export verso paesi non produttori come il Giappone (+27%), la Cina (+19%), il Brasile (+14%) e la Russia (+5%) mentre il mercato si è mostrato stabile in Canada e una lieve flessione (-2%) si è verificata in Australia.

Nell'ambito comunitario le importazioni da paesi extra Ue sono cresciute del 68% mentre si è contratto del 7% il commercio entro i confini comunitari.

Il mercato di consumo che è riferimento e faro a livello internazionale è però quello statunitense e da qui non giungono buone notizie.

Nel 2011/12, gli Stati Uniti hanno importato 317095 tonnellate di oli d'oliva, un 9% in più rispetto

nel 2010/11. Nei primi sette mesi della campagna il trend di crescita si è però dimezzato, superando di poco il 4%.

Nonostante le performance poco positive dei tassi di crescita, il mercato americano mostra comunque di poter ancora recepire molto olio d'oliva.

A far da sfondo ai recenti incrementi dell'olio d'oliva in Usa anche la campagna promozionale del Coi che ha avuto inizio nel giugno 2011 e che si è recentemente conclusa. Uno stimolo ai consumi che potrebbe essere esiziale ripetere nel breve periodo per stimolare gli acquisti e i conti di molte aziende del settore in Europa.

La campagna del Coi si è particolarmente concentrata sulle proprietà salutistiche dell'olio d'oliva, ottenendo ottimi riscontri, anche considerata la finalità pratica della campagna che prevedeva anche quella di inserire l'olio d'oliva nella cucina e nelle cucine degli americani attraverso consigli d'uso e ricette.

 Fonte: Coi