Economia
Una fotografia dei flussi commerciali d'olio d'oliva nel mondo
Il Coi ha fornito una serie di utili indicazioni su dove e come si muove l'olio d'oliva nel mondo. Nell'export l'Italia guadagna la piazza d'onore ma è tallonata dalla Tunisia
15 ottobre 2011 | Alberto Grimelli
Il Consiglio oleicolo internazionale ha diramato le sue analisi sui flussi commerciali d'olio d'oliva nel mondo, al contempo sostanzialmente confermando che la scorsa campagna ha visto il sorpasso dei consumi (3.014.500 tonnellate) rispetto alla produzione (3.011.000 tonnellate).
Ma è analizzando i dati commerciali che si hanno le informazioni più interessanti.
Se il consumo mondiale è incrementato del 3% annuo negli ultimi cinque anni, nel corso della campagna 2010/2011 gli aumenti più importanti si sono avuti all'interno dell'Unione europea. (46.100 t), Algeria (11.500 t), Siria (8.000 t) e Turchia (5.000 t), Usa (17.000 t), Cina
(11.000 t), Brasile (8.500 t), Palestina (+ 8.000 t) e Canada (3.000 t). In discesa netta invece il consumo in Giappone (-6.000 t).
Guardando all'export, il flusso commerciale dai paesi produttori verso l'estero, escludendo gli scambi intracomunitari, è stato di 674.000 t, con un incremento del +3% rispetto alla stagione precedente. In particolare risultano più dinamiche le esportazioni da parte dei Paesi extra Ue (+6,6%) mentre al contrario in Vecchio continente sembra faticare (+0,45%).
Il leader mondiale delle esportazioni, con 225.000 tonnellate, si conferma la Spagna seguita dall'Italia con 160.000 t (-35.100 t). Al terzo posto la Tunisia con 100.000 t di esportazioni (+3.000 t). Ottime performance per Turchia e Siria che rispettivamente hanno raggiunti le 38.000 t (+29%) e 25.000 t (+39%)
Se invece guardiamo ai paesi consumatori e non produttori, o comunque non autosufficienti, notiamo che i Paesi, esclusi gli scambi intra-Ue, dove si è importato di più sono stati: Stati Uniti, Cina, Brasile e Canada.
Nei primi nove mesi della campagna olearia 2010/11 (ottobre 2010-giugno 2011) le importazioni aggregate dei principali paesi importatori ha raggiunto le 122.528 t (+11%) rispetto allo stesso periodo della stagione precedente. Le importazioni sono particolarmente aumentate in Brasile (+26%), Canada (+6%) e negli Stati Uniti (+7%) rispetto al tempo stesso periodo dell'anno precedente. Al contrario le importazioni australiane e giapponesi sono diminuite rispettivamente del 9% e del 13%.
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