Cultura

Premio Nonino 2009, la trentaquattresima volta

La civiltà contadina non è morta. Vive nei malgari di Carnia, in Silvia Pérez-Vitoria, Chimamanda Ngozi Adichie e Hugh Thomas

14 febbraio 2009 | T N

La Giuria del Premio Nonino, presieduta da V.S. Naipaul, premio Nobel per la Letteratura 2001, e composta da Adonis, Peter Brook, John Banville, Ulderico Bernardi, Luca Cendali, Antonio R. Damasio, Emmanuel Le Roy Ladurie, James Lovelock, Claudio Magris, Norman Manea, Morando Morandini, Edgar Morin ed Ermanno Olmi ha così assegnato i Premi Nonino.


PREMIO NONINO RISIT D’ÂUR 2009
ai malgari di Carnia

PREMIO NONINO 2009
a Silvia Pérez-Vitoria

PREMIO INTERNAZIONALE NONINO 2009
a Chinamanda Ngozi Adichie

PREMIO NONINO 2009 "UN MAESTRO DEL NOSTRO TEMPO"
a Hugh Thomas

La consegna dei premi è avvenuta presso le Distillerie Nonino a Ronchi di Percoto, lo scorso 31 Gennaio 2009, presenti, tra gli altri, Adonis, Peter Brook, Antonio R. Damasio, Emmanuel Le Roy Ladurie, Claudio Magris, V.S. Naipaul, Norman Manea, Edgar Morin ed Ermanno Olmi.


LE MOTIVAZIONI

Premio Nonino Risit d’Âur 2009, ai Malgari di Carnia
Giorgio Ferigo, indimenticabile uomo di cultura carnico friulano, in Malghe e Malgari (ed. Forum) dedica il saggio "Mucche, uomini, erba" agli ultimi Malgari delle nostre montagne che resistono in nome di un sentimento chiamato “….passion…”.

Senza di loro non ci sarebbe più memoria di un mondo antico fatto di tecniche, abilità, valori. "Resterebbe soltanto un desolato deserto umano perché la fine della civiltà contadina, in montagna, viene spesso rimpiazzata dal nulla... ".

Le parole di Giorgio Ferigo ci fanno riflettere, e ci invitano ad impegnarci affinché il timore di una catastrofe economica e culturale si trasformi in una speranza di salvezza e di sfida: rivalutare la vita di montagna, salvaguardare i suoi prodotti, i suoi valori, ritornando all'economia reale.


Premio Nonino 2009, a Silvia Péerez-Vitoria
Leonardo Sciascia, venticinque anni fa ricevendo il Premio Nonino affermò che: "La civiltà contadina non è morta, …nello stesso momento in cui morirà la civiltà contadina morirà anche l’uomo ".
Silvia Pérez -Vitoria della "Questione Contadina" e della difesa di quei valori e saperi ancestrali ha fatto il fulcro del suo lavoro di economista, sociologa e documentarista, dando voce alle battaglie che i lavoratori della terra combattono ad ogni latitudine, certa che solo una civiltà anche contadina
potrà garantirci un futuro. Le Sue opere in Italia sono pubblicate da Jaca Book


Premio Internazionale Nonino 2009, a Chimamanda Ngozi Adichie
Nel ricordarci gli orrori di una guerra africana che si è combattuta prima della sua nascita, Chimamanda Ngozi Adichie in Metà di un Sole giallo (edizioni Einaudi) scrive pagine intrise di pietas domestica e d'amore per la sua terra, disegnando affetti vivi nello scenario dei difficili anni postcoloniali; l'evocazione si fa monito perché non gli eventi s'impongano, ma le infinite e concrete forme della sofferenza umana.
Le sue opere sono pubblicate in Italia da Einaudi e Fusi Orari.


Premio Nonino 2009 “un Maestro del nostro tempo”, a Hugh Thomas
Quest’anno il Nonino “a un Maestro del nostro tempo” è lo storico Inglese Hugh Thomas. Ha 76 anni e la maggior parte dei suoi scritti si incentra sulla Spagna e sull’Impero Spagnolo. Il suo primo libro, La Guerra Civile Spagnola, è stato pubblicato nel 1961. E’ stato rivisitato e ristampato moltissime volte ed ora ha il diritto di essere considerato un classico. Ci sono stati importanti libri sulla conquista del Messico e “I fiumi dell’oro” che in modo buono o cattivo giunsero in Spagna dal Nuovo Mondo. Ma il riconoscimento di quest’anno è in modo particolare per quello che deve certamente essere considerato il suo capolavoro: Il Commercio degli
Schiavi
. Si tratta di un lavoro immenso, classico nelle sue ambizioni, che cerca di fare esattamente quello che il titolo dice: non è niente di meno che il resoconto del commercio degli schiavi dal quindicesimo al diciannovesimo secolo. Noi tutti pensiamo di conoscere il commercio degli schiavi, ma questo grande storico, a suo agio in molte culture, ha viaggiato nei documenti e ha riportato un’opera affascinante. La storia dovrebbe essere dolorosa da leggere, e lo è, ma Lord Thomas ha una luce magica e un tocco umano che rendono la storia accessibile. E’ importante leggere questo libro – non solo perché mostra la parte nascosta della civiltà post-Rinascimentale, ma spiega molto di quello che vediamo nelle aree di colore del Nuovo Mondo, e spiega
orribilmente i forti e i castelli dei bianchi che ancora drammatizzano le coste dell’Africa Occidentale.
Le Sue opere sono pubblicate in Italia da Mondadori

LE BIOGRAFIE

Silvia Pérez-Vitoria
Silvia Pérez-Vitoria è economista e sociologa, attivamente impegnata a documentare e portare avanti in tutto il mondo la causa contadina.
Ha realizzato sull’argomento vari documentari (negli Stati Uniti, in Francia, in Spagna, nel Messico, in Eritrea, in Bolivia, in Nicaragua) raccogliendo una quantità straordinaria di informazioni e dati, ma anche di testimonianze ed esperienze.

Tutto ciò, insieme alla sua personalità carismatica e fortemente comunicativa, capace di dare attenzione e risonanza anche alle voci più inascoltate, ne fa la figura di riferimento a livello internazionale della questione contadina, in particolare di quell’orizzonte da lei teorizzato come necessità storica, sociale, economica e prima di tutto umana – qui ne va della sopravvivenza dell’uomo
sulla terra e della vivibilità della terra stessa, del futuro prossimo di tutti noi, del nostro stile di vita, della nostra cultura – del “ritorno dei contadini”.

In questa sua riflessione sintetica, capace di valorizzare esperienze anche diverse, non ha ceduto alla tentazione di legarsi a posizioni astrattamente ideologiche, ma ha maturato la visione di uno stato di fatto, povero ma creativo, legato strettamente ai saperi locali e alle caratteristiche specifiche dei diversi territori cui solo i contadini sono i depositari, che già sta divenendo una risorsa fondamentale per le grandi aree dell’America Latina e un inizio di esperienze indispensabili anche per l’Asia e per la stessa avvilita Africa.

Silvia Pérez-Vitoria vive oggi a Parigi, dove collabora con "L’Ecologiste", la prima rivista ecologista fondata da Edward Goldsmith nel 1970, e l'unica al mondo pubblicata in più lingue (inglese, francese, spagnolo, portoghese, arabo, italiano) a sostegno delle correnti di economie ecologiche.
Già vice-presidente dell’associazione culturale La Ligne D’Horizon, oltre alla sua opera di documentarista e saggista ricordiamo in particolare la sua partecipazione all’opera collettiva Le Procès de la mondialisation (Fayard, Paris 2001) e la sua coordinazione all’opera Disfare lo sviluppo per rifare il Mondo (Jaca Book, Milano 2005) e Il ritorno dei Contadini (Jaca Book, Milano 2007).


Chimamanda Ngozi Adichie
Chimamanda Ngozi Adichie è nata in Nigeria nel 1977. E’ originaria di Abba, nello stato di Anambra, ma è cresciuta nella città universitaria di Nsukka, dove ha completato il primo ciclo di studi e ha brevemente studiato Medicina e Farmacia. Si è quindi trasferita negli Stati Uniti per frequentare
l’università, laureandosi con massima lode in Scienze Politiche, con specializzazione in Comunicazione, presso la Eastern Connecticut State University. Ha conseguito un Master in Scrittura Creativa alla John Hopkins e un Master in Studi Africani a Yale.

Il suo primo romanzo, L’Ibisco viola ( Fusi Orari 2006 ) ha vinto il Commonwealth Writers’ Prize per la miglior opera prima 2005 e lo Hurston/Wright Legacy Award, è stato anche candidato per l’Orange
Prize e il John Llewellyn Rhys Prize ed è stato incluso nella longlist per il Booker Prize.

I suoi racconti sono stati pubblicati, fra le altre, nelle riviste letterarie Granta Prospect ed Iowa Review; ha ricevuto un O. Henry Prize nel 2003. Hodder Fellow* a Princeton nel 2005/2006, dove ha insegnato Introductory Fiction (Introduzione alla narrativa). Divide il suo tempo fra gli Stati Uniti e la Nigeria.

Metà di un sole giallo (Ed. Einaudi, 2008) è risultato finalista al National Book Critics circe Award 2006 e vincitore dell’Orange Broad-band Prize 2007.
Adichie è stata definita “la Chinua Achebe del Ventunesimo secolo “.

(* detentrice di una borsa di studio Hodder assegnata dalla Princeton University a scrittori particolarmente promettenti.)


Hugh Thomas
Hugh Thomas è uno storico che recentemente si è concentrato sul mondo della Spagna e dell’impero spagnolo. Nel 1961 ha pubblicato The Spanish Civil War (Storia della guerra civile spagnola, Einaudi). Nella Spagna ancora governata dal Generale Franco è stato condannato ma è stato pubblicato in molti altri paesi, in molte lingue. E’ stato pubblicato con successo in Spagna dopo la morte del Generale Franco nel 1975. La sua storia di Cuba, Cuba or the Pursuit of Freedom (Storia di Cuba 1792-1970, Einaudi) è stata pubblicata nel 1971. A Cuba continua ad essere proibita. Le altre sue opere comprendono: The Suez Affair (La crisi di Suez, Rizzoli ); Goya and The Third of May, 1808 (Goya e il Tre Maggio 1808) (1973); John Strachey (1973); An Unfinished History of the World (1979) (Un’incompleta storia del mondo); e Armed Truce (1986) sull’origine della Guerra Fredda. Le sue opere più recenti sono: The Conquest of Mexico (1993) (La conquista del Messico), The Slave Trade (1997) (Il commercio degli schiavi), e Rivers of Gold (2003) (I fiumi dell’Oro , Mondadori), il primo volume di una storia sul sorgere dell’Impero Spagnolo. Who’s Who of the Conquistadores (2000) era un’analisi delle origini di coloro i quali accompagnarono Cortés in Messico nel 1519. Il suo Beaumarchais in Seville (Beaumarchais a Siviglia) è stato pubblicato nel febbraio 2007 e in Spagna ha recentemente pubblicato anche Letter from Asturias (Lettera dalle Asturias) e Barreiros, Motor of Spain (Barreiros, Motore della Spagna); quest’ultimo verrà pubblicato in inglese dalla Yale University Press nel corso di quest’anno, con il titolo di Don Eduardo. La maggior parte dei lavori sopra citati è stata pubblicata anche all’estero, soprattutto in Spagna.

Il suo secondo volume della storia dell’Impero Spagnolo, The Golden Age: Charles as King and Emperor (L’Età d’Oro: Carlo Re e Imperatore), è prevista per il giugno 2009 in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e in Spagna, un po’ più tardi in Italia e negli altri paesi.

Ha pubblicato anche opuscoli sulla Gran Bretagna e sull’Europa (per es. Europe the Radical Opportunity 1973) (Europa l’Opportunità Radicale), e ha anche contribuito a opere collettive quali A Century of Conflict (Un Secolo di Conflitti), saggi per A.J.P. Taylor (1966), The Cambridge History of Latin America (1984-86) e Habana, History and Architecture of a Romantic city, 2000 (Avana, Storia e Architettura di una città Romantica).

Hugh ha tenuto conferenze su argomenti storici in venticinque paesi e ha anche collaborato con The Times, The Sunday Telegraph, The Observer, The New Statesman, The Spectator, The London Review of Books; El Paìs, ABC, La Vanguardia, El Diario de Barcelona (gli ultimi quattro in Spagna) e Vuelta & Letras Libres (Messico).

Hugh Thomas ha ricevuto il premio Somerset Maugham nel 1961 per The Spanish Civil War e l’Arts Council Prize for History nel 1980 per An Unfinished History of the World. In Spagna ha vinto il premio Cristóbal Gabarrón per “pensiero e ragione” nel 2006. Nel 1987 è stato il presidente fondatore del “British Spanish tertulias”, una riunione annuale fra personalità pubbliche rappresentative di Gran Bretagna e Spagna.

Nel 1981 è stato insignito del titolo di Lord Thomas of Swynnerton. Il Presidente del Messico gli ha conferito il premio l’Aguila Azteca; e il Re Juan Carlos di Spagna, La Gran Croce dell’Ordine di Isabella la Cattolica. Nel 2008 è stato nominato “commandeur de l’ordre des arts et des lettres” in Francia.
E’ nato a Windsor nel 1931. Suo padre (1906-1999) veniva da Carmarthen, ed era stato un ufficiale coloniale nella Costa d’Oro (Ghana), diventando Secretary for Native Affaires nel 1931. Sua madre era nel servizio
infermieristico coloniale e anche lei prestò servizio in Africa occidentale.

Hugh è stato educato alla Sherborne school, Dorset, (con borsa di studio), al Queen’s College, Cambridge (Specializzando, 1950, prima classe Parte I 1952, classe II 1 Parte II, 1953), e alla Sorbona (Corse de civilisation, 1954). Al Queen’s, a quel tempo, il direttore degli studi di storia era R.D.F. Laffan, autore di The Serbs, guardians of the Gate; ha avuto come delegato per la supervisione il Dr. Walter Ullmann del Trinity, il grande medievalista i cui seminari erano magistrali. Hugh ha vinto il premio Young Writers’ Group per una commedia originale a Cambridge nel 1952. E’ stato presidente della Union nel 1953.

Hugh ha lavorato al dipartimento per le Nazioni Unite del Foreign Office dal 1954 al 1957, diventando segretario della delegazione britannica alla Conferenza delle Nazioni unite sul Disarmo nel 1955 e 1956. Nel periodo 1965-1975 è stato Professore di Storia all’Università di Reading, e anche presidente della Graduate School of European Studies. Fra il 1979 e il 1991, è stato Presidente del Centro di Studi Politici, un gruppo di esperti che ha lavorato per Margaret Thatcher quando era Primo Ministro. Nel periodo 1995-96, è stato Professore di civiltà spagnola alla New York University e, nel periodo 1997-2000, è stato “university professor” alla Boston University. Ora è occasionale relatore su una varietà di argomenti alla Camera dei Lord. E’ sposato, e ha tre figli.


Malgari di Carnia
Per chi è nato e vive in Carnia la Mont rappresenta un patrimonio di tradizioni, costumi e sapere ancor prima di un luogo fisico preciso: una dimensione di vita che con le sue credenze e i suoi valori costituisce il richiamo di una cultura senza tempo sopravvissuta a invasioni, epidemie e terremoti ma che negli ultimi decenni ha rischiato di essere seriamente compromessa.

In mont è la parola comune per indicare l’attività malghiva che si svolgeva nel periodo estivo, in pascoli di media ed alta quota ( 1000 - 2000 metri). Ogni famiglia possedeva del bestiame, da uno o qualche decina di capi. Fin da tempi lontani si è praticato l’alpeggio per poter sfruttare al massimo il territorio: andare in mont significava usufruire di una parte di territorio che altrimenti sarebbe stato inutilizzato e allo stesso tempo permetteva di provvedere al foraggio per la brutta stagione. Oggi sono pochissime le malghe monticate.

Dopo la guerra lentamente l’attività è andata morendo, in seguito al rapido e continuo processo di industrializzazione che ha portato all’abbandono dell’allevamento del bestiame. L’attività malghiva, fonte di guadagno per la gente di montagna, è anche esempio di come l’uomo viveva in armonia con la natura. Le casere, ristrutturate rispettando l’architettura spontanea ma con servizi moderni, sono una speranza che l’antico mestiere del malgaro non scompaia dalle nostre valli.

Il primo censimento a cura di Ionizzo e Marchettano per conto della Cattedra Ambulante di Agricoltura dell’Associazione Agraria Friulana, tra il 1903-11, indica 267 malghe registrate di cui 169 in Carnia. In seguito al primo conflitto mondiale la gran parte delle 70 malghe lesionate o distrutte non venne ripristinata.

Oggi ci sono 104 alpeggi in regione di cui una quarantina in Carnia. Dal punto di vista giuridico-amministrativo la maggior parte delle Malghe sono di proprietà comunale. La malga viene affittata, tramite una gara d’appalto condotta con il metodo della “candela vergine”, al miglior offerente, normalmente per un periodo di nove anni. Nel fornese la gestione è affidata a cooperative di allevatori. Il locatario – malghese deve operare per il mantenimento del territorio della malga attraverso l’estirpazione delle erbacce e lo spietramento del pascolo, provvedere a fine stagione, allo spargimento del letame e cura la manutenzione dei fabbricati che costituiscono la malga. Prima dell’alpeggio si deve preoccupare del ripristino dei sentieri di accesso, sistemando i punti più impervi e pericolosi. Il carico di
bestiame della malga varia in rapporto alla grandezza del pascolo, solitamente da 30 a 50 capi. Oltre ai bovini da latte ci sono la sterpa, la capra, la pecora e i maiali.

Il periodo di monticazione era fissato da un’antica consuetudine: si saliva in mont il 7 giugno e si rientrava il 7 settembre. Le date per la pesatura del latte alla presenza dei proprietari del bestiame sono fissate in modo tale da determinare la parte dei prodotti spettanti in base alla quantità di latte: il giorno di San Pietro (29 giugno) e il 25 o 26 luglio. Queste pesature consentivano di fare una media della produzione. Il periodo di monticazione era fissato da un’antica consuetudine: si saliva in mont il 7 giugno e si rientrava il 7 settembre.

Il malgaro sovrintende all’attività dell’azienda, gestisce i pascoli e le mandrie monticate e assume il personale, si occupa della lavorazione del latte, per ottenere formaggio, ricotta e burro. Spesso coadiuvato dal pastore che,
solitamente era un ragazzino, mandato bel volentieri in mont dalla famiglia per avere una bocca in meno da sfamare nei tre mesi estivi. Un pastore particolare è il pluovit (= lavoro per la comunità) a Forni di Sopra. Il suo
compito era quello del mantenimento dei pascoli mediante lo spietramento, la pulizia dei sentieri e delle vasche del letame. In genere i pluvoit erano due e svolgevano il lavoro per quattro malghe.

Una volta pronti caseari, i prodotti dovevano essere portati a valle; questo compito era affidato alle portatrici.
La portatrice rappresentava l’ unica donna nel mondo maschile della malga e veniva pagata per trasportare le masserizie e i prodotti dal paese alla malga e da malga a malga. In salita riusciva a trasportare 40 kg e in discesa anche 50-60 Kg. Veniva pagata in base ai chili trasportati. Il loro mezzo di trasporto era la gerla.

Oggi, accanto ad alcuni casi ove prevale il modello storico con animali di più proprietari, si è diffuso un nuovo modello di conduzione con il trasferimento di tutto il patrimonio zootecnico da parte dei proprietari di molti capi dalla pianura e il trasferimento dell’attività si traduce nel trasferimento dell’intera famiglia cosicché oggi si può trovare in malga una presenza femminile, un tempo rara, impegnata nella commercializzazione derivata dalla vendita diretta del prodotto e nel turismo con la recente diffusione dell’agriturismo.
Questo se da un lato riesce a garantire un buon riscontro economico, all’altro comporta il rischio di far diventare marginale l’allevamento e la trasformazione del latte portando a una diversificazione squilibrata delle
attività perché non dobbiamo dimenticare che è attraverso l’attività zootecnica che viene gestito il territorio montano, i prati vengono puliti e i pascoli non vengono sopraffatti dal bosco.