Cultura
Uno sguardo sull'arte / 3. Il soffio vitale di Sandro Botticelli, tra passione e castità
Marcella Farinaro ci propone "La nascita di Venere": una figura sinuosa, i capelli che seguono la forma del corpo, la mano che copre il seno
14 febbraio 2009 | Marcella Farinaro
SANDRO BOTTICELLI
La nascita di Venere
Tempera su tela
Cm 172x278
Galleria degli Uffizi, Firenze
Sandro Filipepi detto Botticelli è l’erede della linea disegnativa fiorentina. Botticelli opera nell’ambito della cultura umanistica che si sviluppa a Firenze intorno ai Medici, ed è proprio nelle sue tavole a soggetto mitico come La Primavera, Pallade che doma il centauro e La nascita di Venere che si può notare la sua adesione alla cultura fiorentina del suo tempo.
In Botticelli si fa complesso e approfondito il rapporto con il neoplatonismo, che a Firenze, nella seconda metà del secolo, aveva avuto uno sviluppo importante. Cosimo il Vecchio fondò nella villa medicea di Careggi l’accademia neoplatonica fiorentina insieme a Marsilio Ficino. Al quale si deve non solo la traduzione dei testi di Platonici ma anche l’elaborazione di una sua teoria neoplatonica nella quale si afferma la supremazia dello spirito sulla materia in un movimento ascensionale che conduce l’anima immortale, attraverso l’intelletto e l’amore verso Dio.
Intelletto e amore sono anche i temi Botticelliani. Mentre Pallade è la ragione che doma gli istinti, la bestia che è in ciascun uomo, Venere, madre di tutte le cose e l’amore: nella bellezza ideale che l’intelletto riesce a concepire, l’amore, unico grande motore del mondo, ci conduce a Dio. Ecco, accanto a Pallade e il Centauro, la Nascita di Venere (senza la quale non sarebbe possibile il processo di ascensione) e la Primavera, la perenne rinascita della natura nell’amore.
In riferimento al quadro preso in considerazione facendo un’analisi da sinistra verso destra, troviamo Zefiro e Aura coperti da un drappo azzurro che ne disegna le forme del corpo, dalla bocca di Zefiro esce il soffio vitale rivolto verso la Venere.
Nel centro si trova la Venere che sorge dalle acque del mare come riportato negli inni Omerici, la Venere è rappresentata attraverso una figura sinuosa, i capelli seguono la forma del corpo e con la mano che copre il seno si viene a creare un leggerissimo chiaro scuro che rende reale la figura allo spettatore.
A destra della Venere si trova Flora o una della Ore che la riveste con un manto purpureo che simboleggia la castità . Sullo sfondo dietro la dea Flora si trova una pianta di mirto, pianta sacra a Venere.
Una delle interpretazioni vede Aura e Zefiro come vento della passione amorosa, Flora come la castità e al centro la divinità , cioè l’equlibrio armonico tra passione e castità .
UNO SGUARDO SULL'ARTE
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