Cultura

IL PREMIO NONINO INCORONA I GRANDI MAESTRI DEL NOSTRO TEMPO

L'edizione 2007, la trentaduesima di una fortunata serie, ha visto protagonisti Sembène Ousmane, Harry Mulish, Yves Coppens e Carlo Petrini. La famiglia Nonino è nota per aver rivoluzionato, nel rispetto della tradizione, il sistema di produrre e presentare la grappa. A loro il merito di aver realizzato un grande disegno culturale

03 febbraio 2007 | T N

I Nonino, la famiglia della grappa per eccellenza, oltre al merito di aver raggiunto traguardi significativi sul fronte della propria attività, resterà alla storia anche per aver ideato un premio di altissimo livello. E qui l'aggettivo "altisssimo" non è affatto esagerato, come quando si fa riferimento a comunicazioni di carattere aziendale. Non c'è aldcuna esagerazione perché con il premio Nonino è la cultura che diventa protagonista con le sue figure più rappresentative.

Non a caso la signora Giannola Nonino ha ricevuto il primo dicembre 2006 la laurea magistrale honoris causa in Economia aziendaledall’Università di Udine, con la seguente motivazione: “Imprenditrice di cultura. Valorizza, nobilita e fa conoscere e apprezzare in tutto il mondo la grappa, anche mediante una straordinaria leva di marketing: il Premio Nonino. Un’operazione di mecenatismo culturale di elevatissimo profilo e grande rilevanza Internazionale di cui è stata ideatore e per trent’anni infaticabile animatore”.



La Giuria del Premio Nonino è presieduta dal regista Ermanno Olmi ed è composta da personaggi altrettanto autorevoli. In ordine alfabetico: Adonis, Ulderico Bernardi, Peter Brook, Luca Cendali, Antonio R. Damasio, Emmanuel Le Roy Ladurie, Claudio Magris, Norman Manea, Morando Morandini, Edgar Morin, V.S. Naipaul e Giulio Nascimbeni.

I Premi Nonino 2007, giunti alla trentaduesima edizione quest'anno sono stati assegnati a
- Sembène Ousmane, per Filmografia LuckyRed, edito da Jaca Book,
- Harry Mulish per l'Opera Omnia (in Italia viene edito da Feltrinelli e Rizzoli),
- Yves Coppens, quale "maestro del nostro tempo, con le sue opere edite da Jaca Book
- Carlo Petrini, il Nonino Risit d’Âur, per le sue opere edite da Einaudi, Laterza e Slow Food

La consegna dei Premi è avvenuta a Ronchi di Percoto, presso le Distillerie Nonino, lo scorso 27 gennaio.
I Nonino hanno di che essere orgogliosi, per questa idea così sbalorditiva per la cassa di risonanza che ha avuto in tutti questi anni. Orgogliosi tutti, da Gianola e Benito, alle figlie Cristina, Antonella ed Elisabetta.
Un'azienda quasi interamente al femminile, a ben pensarci, con Cristina, Antonella, Elisabetta, Benito e Giannola, oltre che con Chiara, Davide, Francesca, Sofia, Gaia, Caterina, Costanza e Beatrice che tra le varie produzioni vantano anche il "Gioiello"®, un distillato di miele di Acacia dei boschi del Friuli Orientale.

Di tale premio ne scriveremo senza dubbio più avanti, con maggior dettaglio; per ora riportiamo le schede con le motivazioni delle assegnazioni.

Premio Nonino 2007 a SEMBÈNE OUSMANE
Con Sembène Ousmane il Premio Nonino ha voluto celebrare lo scrittore, il grande cineasta, l’uomo di cultura che da sempre si batte contro i mali ancestrali della sua terra.
“La Madre Africa – ha dichiarato Ousmane – non si evolverà mai senza la partecipazione concreta della donna”.
Il suo urlare “mai più violenze sulle donne” è un grido assoluto che depone nelle mani materne il destino di un intero continente, specchio del pianeta.
Con lui Fatoumata Coulibaly, protagonista del suo ultimo film Moolaadé, segno vivente, ribelle e palpitante di quel dramma chiamato escissione.
Il film è distribuito in Italia dalla LuckyRed, mentre i suoi romanzi sono editi da Jaca Book.

Premio Internazionale Nonino 2007 a HARRY MULISCH
Senza dimenticare il suo raccontare l’orrore del male assoluto di questo nostro secolo appena trascorso, scopriamo nello scrivere di Harry Mulisch la fusione mirabile tra macrocosmo e microcosmo, un vergare cangiante che lascia affiorare mondi arcani a noi celati, vere opere alchemiche; un piacere che trasmuta il paradosso in leggerezza. Le sue opere sono pubblicate in Italia da Feltrinelli e Rizzoli.

Premio Nonino 2007 “A un Maestro del nostro tempo” a YVES COPPENS
Yves Coppens è uno dei padri della paleantropologia.
Le sue eccezionali ricerche, gran parte scaturite “sul campo”, non solo hanno fatto luce su nodi irrisolti del nostro passato, ma ci hanno aperto fondamentali orizzonti sul nostro presente, dimostrando scientificamente come, nello scorrere dei millenni, l’acquisito ha prevalso sull’innato, facendo nascere nuovi “istinti” quali quello della libertà o della responsabilità, pilastri della civiltà moderna. Le sue opere sono pubblicate in Italia dalla Jaca Book.

Premio Nonino Risit d’Âur 2007 a CARLO PETRINI
Il pane e i frutti della zolla sono il bene indispensabile che ci è donato dalla Terra, Madre di tutte le creature. Ma troppo spesso l’uomo confonde il benessere con il profitto e non ha più rispetto delle regole per un giusto rapporto con la Natura. Il Premio Nonino Risit d’Âur, nato come riconoscenza verso coloro che ancora lavorano in armonia con la Terra, celebra quest’anno un Uomo che da molti anni si è impegnato a restituire dignità e coraggio a quel mondo contadino che non ha mai smarrito la Via Maestra e ci ricorda, attraverso il Movimento Terra Madre da lui fondato, la bontà degli alimenti naturali, che è valore indispensabile per la nostra esistenza e del futuro del nostro pianeta. La Giuria ha assegnato con gioia, il Premio Risit d’Âur 2007 a Carlo Petrini. I suoi volumi sono pubblicate in Italia da Einaudi,Laterza, Slow Food.




La biografia di SEMBÈNE OUSMANE
Primo regista proveniente da un paese africano ad essersi guadagnato fama internazionale, Sembène Ousmane è la figura principale nel sorgere di un cinema africano post-coloniale indipendente. Le radici di Sembène non provengono dall’élite istruita, come ci si potrebbe aspettare. Terminati gli studi alla scuola di Ceramica di Marassoum, dopo aver lavorato come meccanico e muratore, si arruolò nelle free French Forces (Forze Armate Francesi libere) nel 1942, prestando servizio in Africa e in Francia durante la Seconda guerra mondiale. Nel 1946 rientrò a Dakar, dove prese parte al grande sciopero dei ferrovieri del 1947. L’anno seguente ritornò in Francia, dove lavorò in una fabbrica della Citröen a Parigi, e quindi, per dieci anni, al porto di Marsiglia. Durante questo periodo Sembène fu molto attivo nella lotta sindacale e iniziò una carriera di scrittore di straordinario successo. Il suo primo romanzo, Le Docker Noir, fu pubblicato nel 1956, con grande plauso della critica. Da allora ha prodotto un numero di opere che lo hanno posto in primo piano nella scena letteraria internazionale. Da lungo tempo appassionato di cinema, Sembène si rese conto che per raggiungere un vasto pubblico di operai e di proletari africani al di fuori dei centri urbani, il cinema poteva essere un veicolo molto più efficace della parola scritta. Nel 1961, si recò a Mosca per studiare cinema al VGIK e poi per lavorare ai Gorky Studios. Al suo ritorno in Senegal, Sembène rivolse la sua attenzione alla produzione di film e, dopo due brevi pellicole, scrisse e diresse il suo primo lavoro, Noire de …, (1966) (titolo inglese Black Girl). Accolto con grande entusiasmo in un certo numero di festival cinematografici, vinse anche il prestigioso Premio Jean Vigo come regista. Girato in uno stile semplice, quasi documentario, probabilmente influenzato dalla New Wave francese, Black Girl racconta la tragica storia di una giovane donna senegalese che lavora come domestica presso una ricca famiglia francese in Riviera, focalizzandosi sul suo senso di isolamento e sulla sua crescente disperazione. Il suo paese può essere stato “decolonizzato”, ma lei è ancora una coloniale - una non-persona nel mondo dei colonizzatori. Nel 1967 viene chiamato a far parte della giuria del festival del Cinema di Cannes, e primo regista africano a tenere lezioni di regia. Il film seguente di Sembène, Mandabi (1968) (titolo inglese: The Money Order), ha segnato una brusca svolta. Basato sul suo romanzo dallo stesso titolo e girato a colori in due versioni linguistiche – francese e wolof, il principale dialetto del Senegal – The Money Order è una satira tagliente e spesso deliziosamente arguta della nuova borghesia, divisa fra tradizioni patriarcali antiquate e una burocrazia negligente, rapace e inefficiente. Emitai (1971) racconta la lotta della popolazione Diola della regione Casamance del Senegal (dove Sembène è cresciuto) contro le autorità francesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Girato in dialetto Diola e in francese, tratto da un testo originale, Emitai dà una fedele e non romanticizzata descrizione di un’antica cultura tribale, evidenziando allo stesso tempo il ruolo della donna nella lotta contro l’oppressione coloniale. In Xala (1975), Sembène ritrae nuovamente la borghesia locale, questa volta nella persona di un ricco uomo d’affari musulmano, parzialmente occidentalizzato, afflitto da “xala” (impotenza) la notte delle sue nozze con una terza moglie molto più giovane. Ceddo (1977), considerato da molti il capolavoro di Sembène, si discosta dall’usuale approccio realistico del regista, documentando la lotta negli ultimi secoli di una non meglio specificata società africana contro le incursioni dell’Islam e del colonialismo europeo. Ritraendo un forte personaggio femminile centrale, Ceddo è una potente evocazione dell’esperienza africana. Sempre nello stesso anno è membro della giuria al Festival Internazionale del cinema di Berlino. Nel 1987 vince il premio speciale della giuria a Venezia con Camp de Thiaroye dove si racconta una pagina oscura e drammatica su dei militari trucidati durante l’ultima guerra mondiale in Senegal. Sempre a Venezia nel 1992 vince la medaglia d’oro con Guelwaa . Nel 1999 gira l’Heroisme au quotidien e nel 2000 Faat Kine. L’ultima sua fatica è Moolaadé ( 2006) definito il più africano di tutti i suoi film. Premiato a Cannes nella sezione “Un certain regard”, Moolaade è il secondo film di una trilogia che rappresenta “l’Eroismo del quotidiano”, una pellicola coraggiosa contro la terribile pratica dell’escissione. La storia narra di Collé Ardo che vive in un villaggio africano. Sette anni prima si è rifiutata di sottoporre sua figlia alla pratica dell’escissione, una pratica che considera barbara. Ora quattro ragazzine scappano per sottrarsi al rito della purificazione e chiedono protezione a Collé. Da qui lo scontro tra due valori: il rispetto del diritto di asilo (il Moolaadé) e l’antica tradizione dell’escissione (la Salindé). L’attrice che impersona Collé, Fatoumata Coulibaly, animatrice delle emissioni radio del Mali, è stata anche lei escissa, e milita contro l’escissione.

La biografia di HARRY MULISCH
Dal 1958 al 1962 Harry Kurt Victor Mulisch (1927) fu uno dei redattori di Podium (Stage). Nel 1965 fondò la rivista Randstat (Randstat), nello stesso anno entrò a far parte di De Gids (The Guide) come redattore.
Mulisch riguardo alla professione dello scrittore: “L’opera di uno scrittore è, o dovrebbe essere, un grande organismo ogni parte del quale è collegato alle altre parti da innumerevoli fili, nervi, muscoli e tendini, corde, condotti (…)”. Questa affermazione spiega l’alto grado di coesione nell’opera di Mulisch, pur contemporaneamente ricca di diversità. Lo stile di Mulisch è basato sugli opposti: il movimento contro l’immobilità, la vita contro la fossilizzazione, il tempo contro l’eternità.
Nel 1946 Mulisch scrisse il suo primo racconto, De kamer (The room), pubblicato un anno dopo nella rivista Elseviers Weekblad. Fu solo dopo questa prima pubblicazione che Mulisch iniziò ad immergersi nella “grande letteratura”, leggendo i grandi capolavori.
La seconda guerra mondiale ha un ruolo fondamentale in molti dei suoi libri. Het stenen bruidsbed, 1959 (The stone bridal bed) e De aanslag (L’Attentato; 1980, Ed. Feltrinelli) sono esempi molto noti.
Da quando Harry Mulisch ha acquisito fama internazionale con De ontdekking van de hemel 1992 (La scoperta del cielo; 2002 Ed.Rizzoli), sembra non abbia più bisogno di essere presentato. La stampa americana ha paragonato Mulisch ad Omero, Dante e Goethe per questo romanzo, della statura del Faust, in cui intreccia i suoi temi con sorprendente maestria. Non fermandosi mai a lungo, lo scrittore da allora ha pubblicato il romanzo De Procedure 1998 (La procedura; 2005, Ed. Rizzoli), la novella Het theater, de brief en de waarheid 2000 (The Theatre, the Letter and the Truth); e Siegfried 2001 (2003 Ed.Rizzoli): un romanzo sul controverso tema: Hitler aveva un figlio?

La biografia di YVES COPPENS
Yves Coppens nasce a Vannes nel 1934. Comincia i primi scavi e le prime ricerche in Bretagna, durante gli studi secondari e universitari (Rennes e Sorbona di Parigi). Nel 1956 entra al Centro Nazionale di Ricerca Scientifica francese e si occupa di periodi remoti e paesi lontani, in particolare dei limiti del Terziario e del Quaternario nelle regioni tropicali del Mondo Antico. A partire dal 1960, organizza importanti spedizioni prima da solo in Ciad, poi in collaborazione internazionale, in Etiopia (valle dell’Omo e bacino di Afar) oltre a numerose missioni in Algeria, Tunisia, Marocco, Mauritania, Sudafrica, Indonesia, Filippine, Cina e Siberia. Il frutto di quelle spedizioni è notevole: decine di tonnellate di fossili fra i quali più di un migliaio di resti di Ominidi che verranno studiati con sorprendenti risultati. Si fa luce sulla storia degli ultimi dieci milioni di anni. Un’ipotesi propone una spiegazione ambientale della separazione Hominidae Panidae 8 milioni di anni fa (1983), un’altra ipotesi individua la prima comparsa degli Australopiteci 4 milioni di anni fa (1999), un’altra ancora la comparsa del genere Homo, 3 milioni di anni fa (1975). Questi tre stadi si concatenano verticalmente o trasversalmente all’interno di veri e propri alberi, e ognuno crea i presupposti per lo stadio successivo, pur sviluppando il proprio ceppo in modo originale ed autonomo (1975).
Basandosi su velocità differenziate di evoluzione della biologia e della tecnologia, Yves Coppens ha dimostrato anche come l’acquisito abbia poco a poco prevalso sull’innato, conferendo all’Uomo la libertà e la responsabilità, e perché da 100 000 anni l’evoluzione dell’Uomo si è rallentata e poi arrestata (1982, 1988).
Associato alle più recenti scoperte paleoantropologiche (Ciad, Kenia) grazie alla cortesia dei suoi colleghi, nel 1995 Coppens aggiunge 3 nuovi taxa di ominidi ai tre di cui era già cofirmatario.
In quegli anni comincia la sua carriera all’interno del CNRS (come responsabile della ricerca), poi nel 1969 viene nominato vicedirettore del Musée de l’Homme di Parigi, di cui diventerà direttore nel 1979. Professore al Museum national d’Histoire naturelle e titolare della cattedra di Antropologia dal 1980 al 1983, anno in cui ottiene la Cattedra di Paleoantropologia e Preistoria al Collège de France. Riveste diversi incarichi nazionali e internazionali nel suo campo. Dirige un laboratorio, numerosi programmi di ricerca in Africa e in Asia e due collane del CNRS.
Scrive più di mille articoli e libri. Di Coppens Jaca Book ha pubblicato: La scimmia, l’Africa e l’uomo (1985, 1962); Le grandi tappe della preistoria e della paleoantropologia. Lezioni inaugurali al Collège de France (1988, con H. Breuil e A. Leroi-Gourhan); Ominoidi, ominidi e uomini (1988, 1932); Pre-amboli. I primi passi dell’uomo (1990). In questi giorni in libreria esce sempre per la Jaca Book Storia dell’Uomo e cambi di clima lezione conclusiva al College de France (2005).
Fra i numerosi riconoscimenti, ricordiamo i premio Edmond Hébert (1963), il premio André C. Bonnet (1969) e il gran premio Jaffé (1974) dell’Acadèmie des Sciences, la medaglia d’oro dell’Imperatore di Etiopia (1973), il gran premio scientifico della Fondation de France (1975), la medaglia Fourmarier della Società Geologica del Belgio (1975), il premio Glaxo (1978), la medaglia d’argento del CNRS (1982), il premio Kalinga dell’UNESCO (1984), la medaglia Vandenbroeck della Società belga di geologia, paleontologia e idrologia (1987), la medaglia André Duveyrier della Società di Geografia (1989), la medaglia d’oro per l’incoraggiamento al progresso (1991), il gran premio scientifico dell’Académie international de Lutèce (1994), la medaglia Carl Gustaf Bernhard dell’Accademia reale delle Scienze di Svezia (1997), la Grande medaglia d’oro 2002 per le Scienze della Società accademica Arte-Scienze-Lettere di Parigi, il premio 2005 Fabio Frassetto dell’Accademia dei Lincei di Roma per l’Antropologia fisica.
Tralasciando la straordinaria carriera di conferenziere ricordiamo che presiede la commissione di preparazione e redazione della Carta dell’Ambiente (2002-2003) adottata dalla costituzione francese il 28 febbraio 2005.
È membro dell’Accademia delle Scienze, dell’Accademia nazionale di Medicina, dell’Accademia Europea, socio dell’Accademia reale delle Scienze, delle Lettere e delle Belle arti del Belgio, Membro onorario dell’Accademia reale di Medicina del Belgio, Membro dell’Accademia nazionale delle Scienze di Roma, Honorary fellow del Royal Anthropological Institute di Gran Bretagna e Irlanda, Foreign associate della Royal Society sudafricana.
Diverse istituzioni universitarie francesi, scuole, biblioteche, mediateche, laboratori, promozioni e, recentemente la cattedra di Archeologia dell’Università brasiliana di Recife, portano il suo nome.

La biografia di CARLO PETRINI
Nato a Bra il 22 giugno 1949, con studi di sociologia a Trento e un background di impegno in politica e nell’associazionismo, Carlo Petrini inizia a seguire le tematiche dell’enogastronomia nel 1977, collaborando sui principali periodici e giornali italiani. All’attività pubblicistica viene presto ad aggiungersi quella di organizzatore di eventi e di ideatore di manifestazioni culturali.
Attivo nella dirigenza nazionale Arci, all’inizio degli anni ottanta Petrini pone la prima pietra dell’associazione enogastronomica Arcigola, con l’obiettivo di valorizzare la cultura della convivialità e la promozione dell’enogastronomia di qualità. Con il passare degli anni, Arcigola si evolve, assume nuovi contenuti ed amplifica il proprio raggio d’azione a livello internazionale.
Il 9 dicembre 1989, Petrini è a Parigi, dove all’Opéra Comique il Manifesto del Movimento Internazionale Slow Food viene sottoscritto da oltre venti delegazioni provenienti da tutto il mondo. Petrini viene eletto Presidente, carica che manterrà, con forte personalità e carisma, fino ad oggi.
Grazie alla sua grande abilità nel precorrere gli eventi in campo agro-alimentare ed eco-gastronomico (un neologismo tutto suo), Petrini ha giocato un ruolo determinante nello sviluppo di Slow Food, da lui fondato e presieduto. Si consolida così il suo impegno di ideatore, animatore e promotore di progetti di un movimento che inizia ad avere sempre più visibilità internazionale. Crea così una nuova idea di gastronomia, che guarda al cibo come risultato di processi culturali, storici, economici e ambientali, dando decisivo impulso alla creazione della prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo. È anche animatore di grandi manifestazioni come Cheese, Salone del Gusto e Terra Madre.
Il lavoro editoriale che porta avanti attraverso la casa editrice Slow Food Editore ottiene riconoscimenti importanti: Vini d’Italia, guida enologica realizzata in coedizione con Gambero Rosso, viene premiata nel 1999 come miglior libro nella categoria “wine and spirit” dallo IACP - International Cook Book Award - negli Stati Uniti.
Nel dicembre 2001, la rivista Slow, Messaggero di Gusto e Cultura, si aggiudica il premio per il miglior design ai prestigiosi Utne Reader Alternative Press Awards 2001 negli Stati Uniti, mentre, nel 2003, vince, nella categoria dei periodici di gastronomia, l’ambito premio internazionale Jacob’s Creek Gold ‘Ladle’, assegnato ad Adelaide in Australia.
Le sue esperienze e riflessioni trovano uno sviluppo organico nella forma del saggio, con la pubblicazione nel 2001 per Laterza di Le ragioni del gusto e nel 2005 per Einaudi di Buono, pulito e giusto. Principi di nuova gastronomia.
Il 30 ottobre 2000, grazie anche alle sue straordinarie capacità di divulgatore della materia, Petrini riceve a Londra il Communicator of the Year Trophy, istituito dalla IWSC (International Wine and Spirit Competition), che va ogni anno ai personaggi di spicco del panorama della comunicazione enogastronomica internazionale.
Un nuovo e significativo riconoscimento gli viene assegnato nel novembre 2002 dal presidente della Commissione Europea Romano Prodi: si tratta del Premio Sicco Mansholt, indetto dall’omonima fondazione olandese, per l’attività intrapresa da Slow Food a supporto e difesa di un nuovo modello di agricoltura sostenibile. Il 10 luglio 2003, l’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli gli conferisce la Laurea honoris causa in Antropologia Culturale
Nell’ottobre 2004, Petrini viene inserito come italiano nella categoria “Innovator” nella lista degli European Heroes 2004 stilata dal Time Magazine: la cerimonia di premiazione si tiene a Londra il 26 ottobre presso la Royal Society of Arts. Il 16 novembre 2004 a Stoccarda, infine, Petrini riceve il Premio Eckart Witzigmann nella categoria “Scienze e Media” indetto dalla Deutsche Akademie für Kulinaristik. Un ulteriore riconoscimento accademico arriva nel maggio del 2006 dall'Università del New Hampshire, che gli conferisce l'honorary degree in Humane Letters, con la seguente motivazione: «A Carlo Petrini, rivoluzionario precursore, fondatore dell'Università di Scienze Gastronomiche. La sua associazione Slow Food ha portato all'interesse mondiale la biodiversità gastronomica e agricola».