Cultura

AMANTI E REGINE. DUE RUOLI DIFFERENTI, DUE DISTINTI DESTINI

Antonella Casilli intervista la scrittrice Benedetta Craveri: le amanti sono donne della loro epoca, interpreti della moda, mediatrici tra gli usi e i costumi; le regine hanno un ruolo fisso consacrato dal cerimoniale, sono come delle icone della regalità, figure sacrali. Le amanti si impongono laddove il loro amante concede un margine di autonomia; le regine emergono nei momenti di crisi

17 giugno 2006 | Antonella Casilli

Benedetta Craveri insegna Lingua e letteratura francese all’Università della Tuscia. Collaboratrice delle pagine culturali di “Repubblica” e “New York Review of Books”, è autrice per Adelphi dei volumi Madame du Deffand e il suo mondo e La civiltà della conversazione, entrambi pubblicati nel 2001; e, per lo stesso editore nel 2005, Amanti e regine. Il potere delle donne.



Nel suo saggio Amanti e regine ha trattato di donne che amando tessere le trame della propria nazione dovevano e potevano farlo solo in qualità di moglie o amante. Lei ne ha dato un lucidissimo affresco della Francia tra Francesco I e Luigi XVI. Come è nata l’idea di affrontare quest’argomento?
Alcune estati fa avevo fatto una serie di articoli per “Repubblica” (Benedetta Crateri è specialista della civiltà letteraria francese, n.d.r.), da li al mio editor Roberta Palazzo di Adelphi è venuta l’idea di farne un libro e mi ha chiesto di completare questa galleria di ritratti.La delimitazione temporale si è imposta di fatto perché la Corte di Francia, così come noi la conosciamo, nasce in quanto tale con Francesco I, il quale mette a punto un sistema di rappresentazione del potere reale basato sul cerimoniale della corte Pontificia e sull’etichetta della corte di Borgogna. Il sincretismo tra questi due cerimoniali porta ad una concezione della Corte in base alla quale il Re incarna la regalità che si offre al pubblico in ogni momento della giornata.
In questa concezione della Corte sotto gli occhi di tutti non c’è spazio per la vita privata di lì l’istituzione della Regina e della favorita reale.

Leggendo il suo libro si ha la sensazione che siano state le amanti a tessere con maggiore coscienza i fili della Storia. Ma i sovrani grazie ai quali hanno raggiunto l’obiettivo erano mezzo o fine?
Io in questo libro faccio una galleria di diciannove ritratti di amanti e regine. Mi son trovata a riflettere sulle differenze di fondo di fondo di questi due ruoli. Diciamo per somme linee che le regine non scelgono il loro destino, sono spesso sacrificate alle strategie dello scacchiere d’Europa. Le amanti, invece, il proprio destino lo scelgono. Per diventare amanti del Re di Francia bisogna attirare la sua attenzione e vincere su una concorrenza spietata, sedurre e cercare di tenere saldamente legato a sé il Sovrano.

Nelle prime pagine riporta il pensiero di Francesco I, secondo cui una corte senza donne fosse come un giardino senza fiori; la redazione del libro l’ha portata a intravedere una promiscuità tra i due ruoli?
Assolutamente no, direi che tanto le regine hanno un ruolo fisso consacrato dagli usi, dai costumi, dal cerimoniale, sono come delle icone della regalità, figure sacrali fuori dal tempo, così le amanti sono donne della loro epoca, interpreti della moda, mediatrici tra gli usi e costumi atemporali della corte con l’evoluzione del gusto , della moda degli interessi culturali. Maria Antonietta, l’ultima delle Regine di cui mi occupo farà la tragica fine sulla ghigliottina anche per non aver saputo conservare la fondamentale distinzione dei ruoli. Vorrà essere regina, ma anche regina della moda; ma una regina non può essere una donna come tutte le altre: deve garantire l’eccezionalità della sua funzione perché questo significa garantire l’efficienza della macchina monarchica.

Da parte di autorevoli recensori si è ritenuto che la conclusione del suo saggio sia che chi tesseva con più lucida coscienza i fili della storia fossero le amanti reali.
Leggendo il suo saggio mi sono formato l’idea che una lucida visione della politica fosse prerogativa precipua della regina madre sebbene il loro agire spinto da diverse motivazioni o amore smisurato per il potere o venerazione per il figlio.

Ha perfettamente ragione, se per regine madri intendiamo le tre reggenti: Caterina de’Medici, Maria de’ Medici e Anna d’Austria.
Tre donne che hanno avuto l’occasione di esercitare la loro intelligenza politica grazie alla morte del marito ed alla minore età dei figli vale a dire grazie a debolezze o assenze maschili. Le altre regine in realtà contano pochissimo. Direi, quindi, che le regine emergono nei momenti di crisi della Corona mentre le amanti si impongono laddove il loro amante reale concede un margine di autonomia.

Storia magister vitae: pensa potremmo trovare una chiave per attualizzare il suo saggio?
Non credo che queste donne siano in qualche modo attualizzabili per noi perché vivono in un’epoca in cui le donne sono cittadine dimezzate. Soprattutto come diceva Benedetto Croce (il nonno materno dell’autrice, n.d.r.), la storia è nostra contemporanea, quindi noi rivisitiamo le storie con la nostra sensibilità di moderni e quello che queste donne ci insegnano è una storia di straordinario coraggio e spregiudicatezza.

In una top ten dove spesso non si affacciano i bei libri pubblicati, ma imperversano per settimane libri di minor spessore avrebbe mai pensato che il suo impegnativo saggio non solo entrasse in classifica, ma addirittura vi rimanesse a lungo?
Non l’avrei mai sperato. Sono però storie bellissime ed io ho il merito di averle raccontate attenendomi alle fonti e alla bellissima bibliografia. Non dimentichiamo che il primo che le ha raccontate al grande pubblico è stato un grande feuilletonista come Dumas.

Posso chiederle il titolo del libro sul suo comodino?
Recentemente ho letto due libri che mi sono molto molto piaciuti: l’ultimo libro di Raffaele La Capria L’amorosa inchiesta; e l’ultimo di Boris Biancheri, Il quinto esilio. Sono entrambi miei amici, che mi hanno dato la gioia di constatare che entrambi avevano scritto due bellissimi libri.

Sul mio comodino sino a pochi giorni fa c’è stato il suo Amanti e regine ed è stato un bell’addormentarmi, sognando la corte di Francia. Grazie, signora Craveri.