Cultura
Il paese dell’oro e delle luci
Il racconto Aurona di Nicola Dal Falco, uno dei miti delle Dolomiti, presentato dalla Dante Alighieri e dall’Istitut Ladin “Micurà de Rü” in italiano e in ladino
24 settembre 2011 | T N
Aurona ovvero el pais de l’or e de la lùmes, è un racconto, pubblicato dalla stamperia privata Ampersand di Verona, e al tempo stesso uno dei capitoli di un prossimo libro sulla caduta del Regno di Fanes.
Scritto da Nicola Dal Falco e commentato, passo passo, da Ulrike Kindl, docente di germanistica all’Università Ca’ Foscari di Venezia, massima esperta di miti ladini, è stato presentato a Bolzano lo scorso 21 settembre nella Sala di rappresentanza del Comune.
Ne hanno parlato Giulio Clamer, presidente della Dante Alighieri, Leander Moroder, direttore dell’Istitut Ladin “Micurà de Rü” e la professoressa Kindl.
L’incontro è stata anche l’occasione per una lettura pubblica di Aurona in italiano e nella versione in ladino gardenese a cura di Leander Moroder, accompagnata dalla proiezione di foto, scattate per l’occasione da Markus Delago e Max Moroder.
«Le contìe ladine di cui Aurona è un esempio – spiega Ulrike Kindl - non conoscono la differenza tra "fiaba" e "leggenda", ma raccontano semplicemente storie vere sull'immaginazione fantastica e storie fantastiche sul sublime concetto di verità, storie inventate su verità storiche e storie tramandate su avvenimenti leggendari».
«La lingua e la cultura ladina – sottolinea da parte sua Giulio Clamer, presidente della Dante Alighieri, organizzatrice dell’incontro insieme all’Istitut Ladin Micurà de Rü - sono belle come le Dolomiti che le ispirano. Moltissimi guardano alle valli ladine come al luogo di una sintesi, insieme umile e solenne, fra tradizioni, comunicazioni, modi di dire, espressioni religiose, artistiche e culturali in genere appartenenti ai mondi italiano e tedesco, senza peraltro dimenticare la dimensione autenticamente originale delle sue radici storico-culturali. Quindi pensiamo al ladino come ponte fra le due identità confinanti, ma anche come lingua di un popolo orgoglioso e fiero di sé».
«L’Istituto Ladino “Micurà de Rü” – precisa infine Leander Moroder – guarda con interesse e sostiene il progetto di una completa
rivisitazione del ciclo di Fanes, portato avanti da Nicola Dal Falco e dalla professoressa Ulrike Kindl.
«Chissà che questo progetto non aiuti a farci vedere i ladini per quello che sono, cioè quanto rimane degli antichi abitanti delle Alpi Orientali, una popolazione a sé stante, portata da sempre, dagli eventi e dai luoghi, a confrontarsi con chi li circonda».
Aurona
incipit
Il paese dell’oro e delle luci
di Nicola Dal Falco
Questo si diceva di Aurona, del regno sotterraneo dell’abbondanza: el pais de l’or e de la lùmes.
Vasto abbastanza o fin troppo da meritarsi il nome di paese. Un paese dove la precedenza spettava all’oro e alle luci che lo ornavano come un tabernacolo.
Luci preziose che, però, tutte insieme non facevano una luce vera e propria, ma un chiarore diffuso nel cavo della montagna.
Per analogia con l’abisso che celava, la catena del Padòn, dove nasce un torrente che porta lo stesso nome di Aurona, è scura come la pancia di un forno, simile alle scorie ammucchiate ai margini di un immenso scavo.
Le ricchezze non vi affioravano per buona sorte, ma con il duro lavoro degli abitanti ed erano il frutto di un patto tra il re e gli Inferi.
In base all’accordo, non si sarebbero mai esaurite a condizione che il popolo restasse per sempre sottoterra. A chiudere l’accesso era stata murata una porta tutta d’oro. (…)
L paesc dl or y dla lumes
de Nicola Dal Falco
tradotto in ladino gardenese da Leander Moroder
Nscì dijoven de Aurona, dl rëni sota tiera dl sëurora:
l paesc dl or y dla lumes.
Grant assé o monce deplù per merité l inuem de paesc.
N paesc ulache l or y la lumes, che l scicova sciche
n tabernacul, trajova dant.
Lumes d’or che, dal’autra pert, ne fajova dutes deberieda
nia na drëta lum, ma n linëus sëura dlonch tl chëul
dl crëp.
Sciche l gran uet che la scundova, ie la ciadëina de crëps dl Padon, ulache nasc l ruf che à l medem inuem de Aurona, scura sciche l vënter de n fëur, semienta a mudli de resÄ dlongia n gran giavamënt.
La richëzes ne univa nia a lum mé per n urt, ma tres
l lëur dur di abitanc y fova l frut de na marciadeda danter l rë y l Infiern.
Aldo dla marciadeda, ne fosseles mei finedes, pur che
l popul restëss per for sota tiera. Per stlù l ntreda oven murà su na porta duta d’or. (…)
AURONA, Ampersand 2010, racconto di Nicola Dal Falco, con nota di Ulrike Kindl; composti a mano
in 30 esemplari numerati nella tipografia di Alessandro Zanella, Santa Lucia ai Monti (Verona)

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