Ambiente

Governare, agire, produrre, coltivare e abitare. Da "Terra Futura" una risposta alla crisi

Dalla mostra-convegno fiorentina di tutto il sostenibile, sono state proposte le “buone pratiche” per il tanto atteso cambio di rotta. Le bioplastiche stanno per avere un nuovo rilancio

06 giugno 2009 | Marcello Ortenzi

Mai come quest’anno Terra Futura, mostra-convegno di tutto il sostenibile, a Firenze, si è impegnata a proporre “buone pratiche” per rispondere alle crisi finanziaria, ambientale, sociale che oggi condizionano l’Italia e tutto il mondo. Il cambio di rotta chiesto dai più responsabili è possibile se si interviene negli ambiti indicati dalla manifestazione: Governare, Agire, Produrre, Coltivare e Abitare.

Un’ambito di azione privilegiato per espositori e convegni è stato il “Coltivare sostenibile”, cioè l’approccio alla natura ed ai suoi prodotti nel rispetto della biodiversità, salvaguardia del suolo e nel recupero di un clima vivibile. Dalla collaborazione di Legambiente, Novamont e Arsia toscana è stato montato lo spazio espositivo “Piazza della Chimica verde”, diretto a pubblicizzare biopolimeri, fibre vegetali ed agroenergie.

Le bioplastiche stanno per avere un nuovo rilancio, sull’onda dell’eliminazione delle buste non biodegradabili dal 2010 (finanziaria 2007) e della ripresa della salita dei prezzi dei prodotti petroliferi (siamo ormai a 67$). Un convegno ha evidenziato che le plastiche bio attualmente sul mercato: MaterBi, Pla, Ingeo, Biolice, Biotec, Cereplast compostables, sono composte principalmente da farina o amido di mais, grano o altri cereali, olio, cellulosa.

Oltre ad essere organici col vantaggio della biodegradabiità (in accordo con la norma europea EN 13432), hanno il pregio di non rendere sterile il terreno sul quale vengono depositate, anzi aumentano l’humus.

La Bioplastica, dopo l’ uso, consente di ricavare concime fertilizzante dai prodotti realizzati, come biopiatti, biobicchieri, bioposate e di impiegarlo per l'agricoltura, che può ridurre i suoi rifiuti, a emissioni zero. Il rappresentante di Novamont, azienda nazionale leader di settore, ha fatto menzione del progetto internazionale di ricerca che mira a produrre un nuovo imballaggio da materie prime agricole non food che dopo l’uso possa essere smaltito grazie alla completa idrosolubilità, con un processo flessibile, a basso impatto energetico ed ecosostenibile per la produzione di imballaggi espansi biodegradabili.