Ambiente
Investire sul futuro. Il valore della biodiversità va salvaguardato
Per accrescere la consapevolezza delle risorse della vita sul pianeta nelle sue varie forme, le Nazioni Unite hanno dedicato all'agricoltura, lo scorso 22 maggio, la “Giornata mondiale per la Biodiversità"
24 maggio 2008 | T N
Il tema di questâanno, dunque, è stato il binomio âBiodiversità ed Agricolturaâ, scelto per evidenziare lâimportanza di un'agricoltura sostenibile, non solo atta a preservare la biodiversità ma anche a garantire il sostentamento a tutto il mondo.
La Direzione Protezione Natura del ministero dell'Ambiente, in collaborazione con il WWF Italia, ha realizzato per tale occasione un poster che verrà distribuito attraverso la rete dei Parchi Nazionali nelle scuole primarie e secondarie, con lâintento di sensibilizzare su tale tematica principalmente le nuove generazioni, attori protagonisti del futuro più prossimo.
Giovedì 22 maggio si è celebrato dunque in tutto il mondo la Giornata mondiale per la Biodiversità .
Le Nazioni Unite, come si sa, hanno proclamato il 22 maggio la giornata internazionale per la diversità biologica per aumentare la comprensione e la consapevolezza delle problematiche della biodiversità .
Lâagricoltura è un chiaro esempio di come le attività umane influiscono profondamente sullâecosistema del nostro pianeta.
La diversità biologica (biodiversità ) è essenziale per conservare la vita sulla terra e ha un importante valore a livello sociale, economico, scientifico, educativo, culturale, ricreativo ed estetico. Oltre a questo suo valore intrinseco, la biodiversità determina la capacità degli esseri viventi di adattarsi e resistere al cambiamento.
Il tema di quest'anno ha voluto sottolineare l'importanza di un'agricoltura sostenibile, non solo per preservare la biodiversità , ma anche per garantire che saremo in grado di nutrire il mondo, mantenere i mezzi di sussistenza agricola, e migliorare il benessere umano.
In occasione di tale giornata il ministero dell'Ambiente, in collaborazione con il WWF Italia, ha realizzato per tale occasione un poster che ha distribuito attraverso la rete dei Parchi Nazionali nelle scuole primarie e secondarie, con lâintento di sensibilizzare su tale tematica principalmente le nuove generazioni, attori protagonisti del futuro più prossimo.
Che cos'è la biodiversitÃ
Il termine "biodiversità " sta ad indicare la diversità di tutte le forme di vita sulla Terra, sia animali che vegetali, visibili e invisibili.
La diversità biologica è frutto di una evoluzione di più di tre miliardi di anni e l'umanità ha il dovere morale di preservarla per le generazioni future. Non è possibile, infatti, recuperare o ricostituire una specie scomparsa.
La principale causa di perdita della diversità è rinvenibile nella distruzione degli ecosistemi tropicali a seguito della crescente deforestazione che, se non verrà fermata al più presto, si stima porterà ad una perdita compresa tra il 5 e il 10% delle specie viventi. Altre cause di riduzione della biodiversità sono rinvenibili negli inquinamenti ambientali, nelle pratiche intensive di produzione di animali e vegetali, nell'urbanizzazione eccessiva e nella crescita incontrollata della popolazione mondiale. Anche l'introduzione nell'ambiente di organismi geneticamente modificati potrebbe causare una diminuzione della diversità biologica.
Per preservare la biodiversità esistono due possibili approcci complementari:
1. le piante e gli animali che si vogliono conservare restano nel loro ambiente naturale (in situ);
2. le piante e gli animali sono conservati nella forma di "banche di geni" al di fuori del loro habitat naturale (ex situ).
Fonte: Comitato nazionale per le biotecnologie e la sicurezza (CNBB)
Convenzione sulla diversità biologica
La Convenzione sulla Diversità Biologica è stata adottata il 22 maggio 1992 e aperta alla firma degli Stati il 5 giugno 1992, durante il Vertice Mondiale delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo, svoltosi a Rio de Janeiro.
Dalla sua adozione ad oggi, 187 Paesi hanno ratificato o aderito alla Convenzione, rendendola uno degli accordi internazionali più importanti. Nel ratificare la Convenzione, le Parti contraenti si sono impegnate a intraprendere misure nazionali e internazionali finalizzate al raggiungimento di tre obiettivi:
1. la conservazione in situ ed ex situ della diversità biologica (a livello di geni, popolazioni, specie, habitat ed ecosistemi);
2. l'uso sostenibile delle sue componenti;
3. l'equa condivisione dei benefici derivanti dall'utilizzazione delle risorse genetiche.
La Convenzione rappresenta una pietra miliare nell'approccio della Comunità internazionale all'ambiente e allo sviluppo, poiché è il primo a riconoscere la necessità di adottare un approccio olistico alla conservazione e all'uso sostenibile della biodiversità .
Per raggiungere i suoi obiettivi la Convenzione richiede una più efficiente utilizzazione delle conoscenze esistenti, una più profonda comprensione dell'ecologia umana e delle dinamiche ambientali, l'applicazione di pratiche e tecnologie sostenibili e la cooperazione internazionale tecnica e finanziaria.
La Convenzione sottolinea, infine, il ruolo delle comunità locali e delle popolazioni autoctone per la conservazione della biodiversità . La CBD ha intrapreso un programma di azione su cinque aree tematiche: biodiversità marina e costiera, biodiversità agricola, biodiversità delle foreste, biodiversità delle acque interne e biodiversità delle zone aride.
L'impegno del nostro Paese
L'Italia ha ratificato la Convenzione sulla biodiversità con la legge n. 124 del 14 febbraio 1994.
Dopo la ratifica, è stato predisposto il documento "Linee strategiche e programma preliminare per l'attuazione della Convenzione sulla Biodiversità in Italia", approvato dal CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) il 16 marzo 1994.
Il Programma di Azioni è articolato in 9 aree di lavoro di carattere molto generale tra cui spicca la segnalazione di priorità assegnata al completamento delle conoscenze e all'avvio di programmi di monitoraggio:
1) conoscenza del patrimonio italiano di diversità biologica;
2) monitoraggio sullo stato della biodiversità ;
3) educazione e sensibilizzazione;
4) conservazione in situ (aree protette, territorio non protetto, recupero ambientale);
5) promozione delle attività sostenibili;
6) contenimento dei fattori di rischio;
7) conservazione ex situ;
8) biotecnologie e sicurezza;
9) cooperazione internazionale ed ecodiplomazia.
Il 27 aprile 2004 è stato istituito, con Decreto del Ministro per le Politiche Comunitarie, un Comitato di Coordinamento Nazionale per la Biodiversità avente i seguenti compiti:
a) definizione di un approccio nazionale comune che fornisca il quadro e l'informazione necessari per individuare e valutare gli impatti dell'uso delle risorse sulla biodiversitÃ
b) esame delle iniziative in atto in materia di protezione della biodiversità alla luce dell'impatto sulla competitività interna e della loro coerenza
c) preparazione e riesame delle politiche che influenzano l'uso delle risorse e i correlati impatti ambientali
d) conoscenza delle politiche europee, nazionali e di settore in materia, nonché dello stato della biodiversità italiana al fine di promuovere confronti di conoscenze, dati indicatori, esperienze ed iniziative con gli altri paesi europei attraverso le reti esistenti di strutture omologhe.
Fonte: ministero dell'Ambiente