Ambiente
L’ACQUA E' UNA GRANDE RISORSA, VA TUTELATA
Secondo Rosario Lopa, del Mipaf, bisogna capire che la vera ricchezza non è nei territori urbani, ma in quelli non urbani, e che in questo contesto l'agricoltura rappresenta la vera garanzia contro la desertificazione e lo spopolamento del territorio e contro tutti gli squilibri
31 marzo 2007 | T N
Di interventi per la gestione della risorsa acqua e di impatto sul territorio delle opere idriche, ne ha parlato, Rosario Lopa, rappresentante della D.g.Q. del Mipaaf, lo scorso 22 marzo in occasione della Giornata Mondiale dellâAcqua.
L'incontro ha offerto l'occasione per fare il punto sulla realtà attuale e sulla situazione di emergenza che sta caratterizzato gli ultimi periodi. A questo proposito Lopa ha sottolineato che la criticità si è attenuata, ma che non è possibile accettare che si metta a rischio il rifornimento di acqua ogni volta che si verificano situazioni climatiche avverse. Per questo - ha aggiunto - è necessario investire molto sul piano idrico nazionale.
Non solo: contro l'emergenza siccità al Sud si procederà ad un allargamento della struttura della rete idrica esistente. Lopa, ha ricordato l'importanza di un cambiamento di mentalità : è necessario sostenere un nuovo modello di sviluppo, che abbia più rispetto per il territorio e per l'ambiente. Questo significa cambiare atteggiamento nei confronti dell'acqua, una risorsa limitata e in quanto tale particolarmente preziosa. Ma significa anche capire che la vera ricchezza non è nei territori urbani, ma in quelli non urbani, e che in questo contesto l'agricoltura rappresenta la vera garanzia contro la desertificazione e lo spopolamento del territorio e contro tutti gli squilibri che mettono a rischio la sopravvivenza dell'ambiente naturale. Più elevata frequenza degli eventi estremi, modificazione della distribuzione delle piogge, aumento dell'intensità delle precipitazioni, maggiore frequenza di eventi alluvionali che influenzano modo sostanziale la gestione delle acque e la sicurezza del territorio.
Sono, questi, alcuni degli effetti principali del cambiamento climatico determinato dal fenomeno del riscaldamento globale, un cambiamento che - come ha sottolineato Lopa - sta portando, tra le altre conseguenze, ad una progressiva riduzione delle riserve idriche, ad un aumento dell'erosione in zone collinari e a sempre più frequenti alluvioni in pianura. Fenomeni che - spiega il rappresentante del Mipaaf -devono essere considerati non solo come una perdita di terreno, ma anche una delle cause principali di degradazione di fertilità del suolo, in quanto determinano una riduzione dell'infiltrazione, della capacità di immagazzinamento dell'acqua e una perdita di elementi nutritivi che si traduce, di fatto, in un habitat meno favorevole alla crescita delle piante e alla sostenibilità delle attività agricole nel tempo. Una situazione però contro la quale possono fattivamente contribuire, favorendo la riduzione dell'inquinamento ambientale e il raggiungimento degli obiettivi di Kyoto, le stesse aziende agricole. Lo dimostra il caso dell'Italia dove le aziende agricole potenziando le coltivazioni dedicate alla produzione di biocarburanti, utilizzando residui agricoli, forestali e dell'allevamento e installando pannelli solari, possono arrivare a coprire entro il 2010 fino al 13% del fabbisogni energetico nazionale, facendo così risparmiare oltre 12w milioni di tonnellate di petrolio equivalenti a ridurre le emissioni di anidride carbonica di origine fossile di 30 milioni di tonnellate. Ma per poter tutelare efficacemente l'ecosistema è anche necessario - continua Lopa - salvaguardare la risorsa-acqua che non può di certo essere considerata inesauribile; e questo vale tanto più per un Paese come l'Italia che non riesce a programmare la gestione delle sue pur rilevanti risorse idriche (mediamente 700 mm all'anno con variazioni da 1500 nella Alpi e 300 in Sicilia) mettendo in atto interventi strutturali per la raccolta, distribuzione e il risparmio dell'acqua.
Una necessità - ha spiegato ancora Lopa - che nel nostro Paese e regione continua ad essere aggravata dal problema dell'invecchiamento delle infrastrutture; basti pensare che le perdite di servizio di acquedotto raggiungono mediamente oltre il 40% anche a causa di un'età media delle opere superiore ai 30 anni. Bisognerà realizzare- ha concluso Lopa- ha progetti peraltro immediatamente esecutivi, che consentiranno di incidere positivamente anche sul tessuto sociale, dando importanti risposte anche sul fronte occupazionale della nostro Territorio.