Mondo Enoico
La vigna digitale rincorre la sostenibilità
Le strade della ricerca sono: migliorare la conoscenza del metabolismo della pianta e individuare i meccanismi di risposta messi in atto dalle stesse
17 luglio 2010 | Graziano Alderighi
In futuro il viticoltore potrebbe utilizzare dispositivi mobili dotati di GPS come palmari e smartphone per ottenere in tempo reale informazioni riguardanti il proprio vigneto nella prospettiva di gestire la qualità delle uve rispettando lâambiente.
Già oggi però le nuove tecnologie dellâinformazione supportano la viticoltura. In campagna, infatti, con metodi che stanno per essere diffusi su larga scala, è possibile prevedere il momento ottimale per la vendemmia, stimare il vigore delle piante e âlâintensità coloranteâ delle bacche evitando metodi distruttivi dei campioni e tempi di attesa per le analisi di laboratorio.
Temi, questi, affrontati nel corso del terzo convegno nazionale di viticoltura che si è concluso in questi giorni allâIstituto Agrario di San Michele allâAdige. Quattro giornate di lavori, 180 partecipanti iscritti, 67 relatori tra professori universitari e ricercatori, oltre 450 autori coinvolti per un totale di 173 lavori presentati tra comunicazioni orali e poster.
La ricerca italiana si è ritrovata per aggiornarsi sui risultati acquisiti, sui programmi intrapresi e su quelli da intraprendere nellâunica vetrina che la comunità scientifica in viticoltura organizza per confrontarsi, mettere in mostra i progressi e consentire ai giovani di crescere. Vite decantata e celebrata, anche come risorsa ambientale, molto preziosa, grazie alla sua capacità di assorbire anidride carbonica al pari di una foresta.
Due le strade identificate dai ricercatori: migliorare la conoscenza del metabolismo della pianta e individuare i meccanismi di risposta messi in atto dalle stesse per meglio adattarsi alle diverse tecniche colturali impiegate e ai diversi contesti microambientali.
âAlcuni temi molto sentiti âspiegano i ricercatori Duilio Porro e Marco Stefanini - hanno riguardato il contenimento della compattezza dei grappoli, la riduzione della produzione per ceppo, il ritardo della maturazione tecnologica e fenolica legati allâutilizzo della pratica di defogliazione in pre-fioritura. La possibilità di gestire la grande variabilità esistente in campo mediante telerilevamento basandosi anche su modellizzazioni climatiche e multi-spettrali, oltre che lâottimizzazione delle risorse idriche e di fertilità del suolo, permettono al âsistema vignetoâ di ridurre lâimpatto sullâambienteâ. Sono state presentate, inoltre, innovazioni relative alla possibilità di riconoscere caratteri come il colore della bacca e lâaroma dellâuva in semenzali appena germinati tramite tecniche di biologia molecolare; sono stati approfonditi gli aspetti relativi alla distribuzione sostenibile degli agrofarmaci ed al bilancio del carbonio, le attività di miglioramento genetico volte ad ottenere nuove cultivar resistenti e/o tolleranti alle principali malattie fungine della vite.
Presentati per lâoccasione dallâIstituto Agrario progetti e programmi innovativi, molti dei quali si svolgono in Trentino, tra cui: HarvAssist, il portale web sviluppato nellâambito della convenzione con Cavit, che individua il momento migliore per la vendemmia; lâattività di miglioramento varietale e caratterizzazione fenologica e genetica a partire dalla collezione di germoplasma della vite che comprende 2000 vitigni provenienti da tutto il mondo; la sperimentazione condotta sul Teroldego per analizzare il suo comportamento vegeto-produttivo e sanitario; i risultati dellâattività di selezione clonale svolta in Trentino; lâanalisi degli elementi minerali come strumento di tracciabilità delle uve; gli studi relativi agli assorbimenti fogliari e radicali dei diversi elementi minerali.