Mondo Enoico

Il mercato del vino annaspa. Numeri negativi per il nettare di bacco

L'effetto depressivo sui consumi globali di vino è emerso con un leggero ritardo rispetto ad altri comparti, innescando l'illusione e la speranza che il settore rimanesse estraneo a questa ondata recessiva

19 settembre 2009 | Graziano Alderighi

Nel primo trimestre del 2009 le vendite italiane dei vini bianchi all’estero presentano un valore pari a 80 milioni euro, in contrazione di 18,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2008.
I vini rossi e rosati ugualmente hanno fatto registrare un valore delle esportazioni pari a 218 milioni di euro, in flessione di 16 punti percentuali.
I vini da tavola, invece, con un valore di 425 milioni di euro fanno registrare una contrazione meno consistente (-3,4%).

Scendendo nel dettaglio dei principali Paesi clienti emerge che è l'Unione europea a trainare la domanda, a fronte di una battuta d'arresto dei Paesi terzi.
Buona la ripresa dell'export italiano verso la Germania, determinato soprattutto dai vini da tavola sfusi. Segnali negativi arrivano invece dagli Stati Uniti, dove le esportazioni italiane perdono il 14% in volume.

Secondo Ismea, inoltre, il primo semestre del 2009 mostra una situazione del settore industriale molto preoccupante. Le rilevazioni, infatti, dimostrano come nel secondo semestre del 2009 l'indice sul clima di fiducia per il settore vinicolo segni un -19%, a fronte di un -6% per l'agroalimentare nel suo complesso.

I prezzi all'origine proseguito la fase di declino, da un lato a causa delle incertezze legate all'applicazione di alcuni strumenti di intervento previsti dalla nuova OCM, dall'altro per il permanere di una domanda stagnante, tanto sul fronte interno, quanto sul quello estero.

Il presidente Ismea Rava, al termine della presentazione dei dati commerciali del settore vitivinicolo, ha osservato come in una fase di così forte stagnazione del mercato, anche una impropria interpretazione dei provvedimenti restrittivi sul consumo delle bevande alcoliche abbiano una influenza negativa e “bene ha fatto il Ministro Zaia a riportare il dibattito alla sua reale dimensione".