Mondo Enoico

Vendemmia. Annata a cinque stelle ma non son tutte rose e fiori

La produzione è stabile rispetto allo scorso anno ed è buona anche la sanità delle uve ma i prezzi sono in picchiata e c’è tensione per il futuro della viticoltura nazionale. Il quadro regione per regione

05 settembre 2009 | Graziano Alderighi

Dopo le prime proiezioni positive oggi la vendemmia 2009 conferma sostanzialmente i dati dell’anno passato, attestandosi sui 46 milioni di ettolitri.
Un risultato soddisfacente ma lontano dai record di un decennio fa.

Secondo Assoenologi i maggiori incrementi produttivi si registrano in Piemonte, Campania e Sardegna, mentre le regioni più deficitarie risultano le Marche, l'Abruzzo e la Puglia. Il Veneto, con 8,1 milioni di ettolitri, si conferma per il terzo anno consecutivo la regione più produttiva, seguita in classifica da Emilia Romagna (6,6 ettolitri), Puglia (6,2 ettolitri) e Sicilia (6,1 ettolitri). Insieme, queste quattro regioni, producono quasi il 60% di tutto il vino italiano.



A fronte dei buoni dati produttivi e delle prime positive impressioni sulla qualità delle uve, si assiste a una generalizzata diminuzione delle quotazioni. Il calo si attesta, in media tra il 10 e il 20%, con punte anche del 40% rispetto allo scorso anno.

Come elemento di ulteriore criticità, evidenzia la Cia, sembrerebbe in atto un deciso ridimensionamento, se non una scomparsa, della domanda dai soggetti che abitualmente hanno animato il mercato delle uve. Situazioni difficili si registrano per le uve trentine per le basi spumante. In Toscana, benché è ancora presto per determinare il prezzo delle uve rosse destinate alle denominazioni più importanti, l’elemento di maggiore preoccupazione arriva proprio dalla immobilità del mercato. Anche per prodotti di qualità, come Vermentino della Maremma, si ha un prezzo che si aggira sui 70 euro al quintale, che nel 2008 poteva arrivare anche a 100-110 euro al quintale. Stesso discorso per Sangiovese, Merlot, il Cabernet Sauvignon, le cui uve sono quotate 30-40 euro al quintale, mentre nel 2008 spuntava un prezzo di 60-70 euro al quintale. Scendendo più a Sud, la situazione non cambia. Anzi. In Puglia 20 sono gli euro che occorrono per acquistare un quintale di Chardonnay (nel 2008 ce ne volevano 30). In Sicilia una partita di uve pregiate (Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah) costa 30-35 euro al quintale, nello scorso anno, invece, occorrevano 45-50 euro. Bassissimi i prezzi delle uve meno pregiate come il Grecanico, che si può trovare a 10 euro al quintale, o lo stesso Nero d’Avola, acquistabile con 20-25 euro al quintale. Un’unica eccezione della tendenza al ribasso sembra essere rappresentata dal Prosecco. Il prezzo delle uve destinate alla Doc è stabile a 50 euro al quintale, come nel 2008. Le uve Prosecco destinate alla Docg (Conegliano e Valdobbiadene) costano 100 euro al quintale come l’anno passato.

“Il rapporto tra domanda e offerta è la regola aurea del mercato - dice Lino Carlo Rava, presidente dell’Istituto di economia agraria (Inea) – e se il mercato italiano non è più sufficiente ad accogliere l’offerta occorre puntare all’estero.”

Intanto da quasi tutte le regioni italiane si grida a un’annata a cinque stelle. Qualche perplessità però rimane.
Il Consorzio del Chianti classico esprime buone speranze per l'avvicinarsi della vendemmia, non escludendo una ''annata memorabile''.
Nel Veneto si affrettano a precisare che l’andamento stagionale è stato da manuale: freddo invernale, piogge primaverili, caldo estivo con buona escursione termica. Solo negli ultimi giorni di agosto c'è stato qualche momento di sofferenza per il caldo eccessivo e la siccità persistente, che non dovrebbe però incidere significativamente sul dato finale.
Per quanto riguarda l’Emilia Romagna se le prime raccolte del Sangiovese si attendono per i primi di settembre, gia dal 12 agosto è iniziata la vendemmia in alcuni vigneti di Chardonnay e Pinot Bianco ovvero con una settimana di anticipo rispetto alla media degli anni passati. E’ ancora presto per formulare delle previsioni sull’andamento delle vinificazioni e fermentazioni, ma se le condizioni meteorologiche continueranno con un clima ideale per il vigneto come fino ad ora avvenuto, ci sono le prospettive per avere dei vini di buona qualità, molto strutturati, eleganti e con colorazione intense per i prodotti derivanti da vitigni rossi
''Con una battuta, potremmo dire che quella di quest'anno e' una vendemmia da “giacca e cravatta”. Uva sana, terreno asciutto, foglie belle: per vigneti puliti e in ottimo stato''. L'assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia, Luca Daniel Ferrazzi, sintetizza così l'andamento della vendemmia. Più prudente il presidente di Ascovilo, Livio Cagnoni, secondo il qualesaranno prodotti ''vini particolarmente colorati con profumi primari meno intensi rispetto al recente passato e ciò a causa del gran caldo che ha annullato le differenze di maturazione dei grappoli''.
Tutta l’attenzione è concentrata sui prezzi in Sicilia. L'assessore regionale Michele Cimino ha sottolineato che ''la crisi del settore è congiunturale e strutturale. Arriva, tra l'altro, in modo più pesante in un'annata vendemmiale particolarmente favorevole, in termini di qualità e quantità. Una sorta di crisi senza crisi''.
Le condizioni climatiche e parassiti non hanno reso quest’anno vita facile ai produttori salentini di uva e vino da tavola. Peronospora e oido, malattie che colpiscono gravemente foglie e grappoli dei vigneti, hanno costretto i coltivatori di uva a utilizzare trattamenti chimici sulle piante, per cercare di preservare il frutto dalle lesioni, facili bersagli degli insetti dell’uva, come la Tignoletta e la Drosofila.
Si profila infine un’ottima la vendemmia nel Lazio. A partire dai Castelli Romani, dove produttori e imbottigliatori sono ottimisti sulla qualità ma si attendono rese inferiori al solito per via della recente scarsa idratazione dei terreni.

Luca Zaia: