Mondo Enoico

SUPERTUSCANY, TUTTO È COMINCIATO NELL'OTTOCENTO

Sebbene la tecnica enologica abbia fatto passi da gigante negli ultimi vent’anni, già nel 1800 i viticoltori toscani iniziavano a sperimentare. Sono noti gli studi sul sughero, sul vetro delle bottiglie, sul modo di “fare il vino alla francese” e sull’introduzione dei vitigni miglioratori stranieri: Cabernet, Merlot, Syrah

27 marzo 2004 | Alberto Grimelli

La grandezza della Toscana nel panorama vitivinicolo nazionale ed internazionale non va attribuita solo ai meriti dei contemporanei che producono pluripremiati e ottimi vini.
Tutto è cominciato qualche anno prima. Nel 1800 erano numerosi i trattati, gli studi e anche le pubblicazioni periodiche dedicate a questo comparto. Non pochi gli autori che vi si dedicavano con impegno e dedizione.
Tra gli scrittori più importanti della loro epoca ricordiamo Francesco Montelatici, Giovanni Targioni Tozzetti, Giovanni Battista Landeschi, Cosimo Ridolfi, Padre Gio Battista da San Martino, Adamo Fabroni Fernando Paletti.
Inoltre erano diffuse alcuni mensili che contenevano interessanti articoli di viticoltura, di enologia e di distillazione. Tra questi: il Magazzino Toscano, L’agricoltore, il Magazzino Georgico, il Giornale di Agricoltura e Arti.

A questo fermento culturale e letterario che coinvolgeva le attività in vigna, in cantina e nel commercio corrisponde un boom di vendite, soprattutto l’esportazione, delle migliori produzioni regionali: Chianti, Nobile di Montepulciano, Brunello di Montalcino, rosso Morellino di Maremma, Vernaccia di San Gimignano, Montecarlo, Ansonica, Carmignano, Vin Santo.
Si comincia anche a parlare di regolamentazione e disciplina produttiva e commerciale.

Sebbene alcune delle pratiche enologiche all’epoca adottate fossero quantomeno discutibili, come ad esempio la stuccatura del tappo in sughero con un mastice a base di acqua ragia e “matton pesto”, questi tentativi empirici di miglioramento della qualità hanno portato anche a scoperte interessanti, che diverranno successivamente principi scientifici. Si devono a questi pionieri, e più in particolare a Iacopo Ricci, le prime ricerche sulla “pervaporazione”, oggigiorno detta osmosi inversa che serve ad aumentare la concentrazione zuccherina e le sostanze estrattive del mosto d’uva.
Proprio al 1800 si devono alcune importanti invenzioni tecnologiche, come la prima mostatrice a cilindri, opera del Dott. Romeni e il colmatore di cristallo per le botti, inventato da Monsignor Arcangeli.

Altrettanto importanti alcune modifiche di natura agronomica, si passò infatti dalla moltiplicazione per propaggine al sistema a barbatella, e nella Maremma toscana divenne frequente la coltivazione della vite a basso ceppo. Non solo dalla “piantagione in confuso” ovvero con un miscuglio di varietà, si passa alla coltivazione specializzata.
In alcune aziende toscane, come nella Fattoria Fenzi di San Casciano Val di Pesa, si compiono le prime sperimentazioni sull’introduzione di alcuni vitigni stranieri: Carmenet, Cabernet Franc, Sauvignon, verdot, Syrh, Merlot, Grenache, Piont bianco della Loira, Roussane dell’Ermitage…
Una delle prime relazioni in proposito è proprio del signor Lenzi dell’azienda sopraccitata, presentata in occasione dell’esposizione di Milano del 1881. Vi si legge, tra l’altro, “alcune qualità di vino da invecchiare in bottiglie e per associarle (le qualità di vino) in certe proporzioni alle nostrali alle quali aggiungono una grazia e un profumo di cui da sole sono forse un po’ scarse”.

Non tutta la fortuna e la fama di cui godono le migliori produzioni toscane è dovuta quindi al lavoro dei tecnici e dei ricercatori contemporanei. Dobbiamo molto a questi grandi studiosi che, in mancanza di mezzi e sofisticate analisi, hanno fatto lavorare l’ingegno e soprattutto hanno divulgato, scritto e arricchito la cultura viticola ed enologica italiana, tanto che, come ricorda Giacomo Tachis, “buona parte della letteratura vitivinicola custodita nelle nostre biblioteche risale proprio all’Ottocento”.

Bibliografia

- Giacomo Tachis (2000) La vite e il vino dalle origini ai nostri giorni - Dipartimento dello sviluppo economici, Regione Toscana