Mondo Enoico

L’OCM VINO E’ UN CONTINUO WORK IN PROGRESS, ECCO LE ULTIME NOVITA’

Città del Vino sottolinea i passi in avanti compiuti, specie in tema di estirpazione, ma non nasconde le perplessità. Vi sono infatti incertezze sulla possibilità di mantenere l’uso dei termini Doc e Docg nel nuovo sistema di classificazione

08 dicembre 2007 | T N

Apprezzamento per i passi avanti a livello comunitario sull’Ocm vino, in particolare su espianti, vigneti eroici e montani e tutela dei prodotti di qualità. Preoccupazione invece per il capitolo passiti, per l’etichettatura dei vini e per il sistema delle denominazioni di origine.

Nella proposta di riforma del settore ci sono stati importanti aggiornamenti che potrebbero entrare nell’accordo che sarà sottoscritto entro la fine dell’anno dagli Stati membri.

Innanzitutto si riduce di 30 mila ettari (170 mila anziché 200 mila) la superficie di vigneti da estirpare in tutta Europa, in un arco di tempo di tre anni.
Su base nazionale gli espianti si fermerebbero all’8% della superficie (inizialmente era previsto il 10%).
Al contrario è stato previsto un incremento significativo della “riserva” per le viticolture eroiche: nei singoli Stati la quota di vigneti protetti sale dal 2% al 3% (per circa 22 mila ettari).
A questi si aggiungono, in un “capitolo” a parte, i vigneti di montagna (in Italia 49 mila ettari). Il nostro Paese potrebbe quindi beneficiare di una copertura totale di oltre 70 mila ettari, un cifra più adeguata alle caratteristiche della vitivinicoltura italiana.

Nel testo è stata inserita anche una norma che protegge i termini tradizionali (es. Marsala, Brunello di Montalcino, etc) riferiti a nomi di luoghi del vino. E’ stato previsto l’obbligo di vinificazione in zona per i prodotti di qualità, ma l’Associazione ha chiesto che venga chiaramente indicato anche quello di imbottigliamento nell’area di origine.
Incertezze invece sulla possibilità di mantenere l’uso dei termini Doc e Docg nel nuovo sistema di classificazione. Per i vini da tavola sarebbero esclusi dalla nuova etichettatura i nomi dei vitigni con una superficie vitata inferiore all’1% di quella nazionale. Su questo specifico aspetto Città del Vino ha richiesto maggiori garanzie per escludere tutti i vitigni autoctoni e tradizionali e quelli usati nella denominazione di Doc e Docg.

“Esprimiamo apprezzamento per il lavoro fatto dal Ministero in sede comunitaria, ma ribadiamo la necessità di migliorare il testo anche su altri aspetti – ha detto Valentino Valentini, presidente di Città del Vino -. Ad esempio manca dall’accordo il vino passito, che va compreso tra le tipologie riconosciute a livello comunitario. Ribadiamo la necessità di una tutela del sistema delle Doc e del legame quarantennale tra vino e territorio. E inoltre la conservazione del catasto viticolo, anche dopo la liberalizzazione degli impianti, attribuendolo ai Comuni che già hanno il catasto terreni. Purtroppo rischia di rientare il capitolo degli aiuti zuccheraggio e ci auguriamo che il Governo su questo punto mantenga la posizione finora assunta”.

Fonte: Città del Vino