Mondo Enoico

SARA' UNA VENDEMMIA MENO ABBONDANTE, SI PREVEDE UNA LEGGERA FLESSIONE

Si stima un 3% in meno rispetto alla scorsa campagna. Molte differenze fra Nord, Centro e Sud. Secondo l'Unione italiana vini e l'Ismea sarà il Mezzogiorno in controtendenza, dove la produzione 2005 è stimata in crescita del 4% rispetto al 2004, e del 10% rispetto alla media storica

03 settembre 2005 | R. T.

Per il 2005 si prospetta una vendemmia leggermente più scarsa rispetto allo scorso anno: secondo le previsioni di questi giorni, redatte congiuntamente da Ismea e Unione Italiana Vini, nelle cantine italiane dovrebbero essere prodotti 51,8 milioni di ettolitri di vino, il 3% in meno rispetto ai 53,3 milioni dell’anno precedente. Si tratta di una flessione decisamente contenuta, ma che lascia aperte molte incognite: le condizioni meteo di settembre restano infatti determinanti. Spiega Andrea Sartori, presidente dell’Unione Italiana Vini: “Mi auguro ovviamente che settembre ci regali un ottimo clima, ma al momento è davvero troppo presto per azzardare previsioni sulla qualità dell’annata. Meglio essere realistici, e aspettare la fine della vendemmia. Purtroppo ci sono da rilevare ingenti giacenze nelle cantine, in particolare nel Centro-Sud: si prospettano quindi problemi sulle contrattazioni delle uve e dei mosti del 2005. E’ allora importante ora più che mai mantenere i nervi saldi, per evitare disastrosi crolli del valore delle uve sul mercato”. “In ogni caso - afferma il presidente dell’Ismea, Arturo Semerari - se venisse confermata la stima di fine agosto, la produzione italiana risulterebbe comunque significativa. In primo luogo, infatti, il calo è valutato rispetto a un’annata, quella del 2004, comunque abbondante. Inoltre, se confrontati con la media dell’ultimo quinquennio (2000-2004) i volumi risulterebbero in crescita del 4%. In particolare, la flessione della produzione sembra concentrarsi nelle regioni settentrionali (-9% rispetto al 2004), risultando più contenuta in quelle centrali (-4%). In ogni caso sia al Nord sia al Centro i quantitativi di vino resterebbero in linea con le medie dell’ultimo quinquennio. In controtendenza è invece la vitivinicoltura del Mezzogiorno, dove la produzione 2005 è stimata in crescita del 4% rispetto al 2004 e del 10% rispetto alla media storica”.
L’aggiornamento non modifica sostanzialmente le stime della produzione di vino in Italia fatte in luglio: nessun problema di siccità è intervenuto a condizionare gli esiti della vendemmia, anzi, il mese di agosto è stato soleggiato ma particolarmente fresco rispetto alla media stagionale, e contrassegnato da piogge sporadiche. D’altro canto la forte escursione termica tra giorno e notte ha favorito lo sviluppo degli aromi nelle uve bianche, autorizzando l’aspettativa di una qualità ottima per le varietà aromatiche. Alle basse temperature estive è riconducibile anche uno slittamento del calendario di vendemmia, in ritardo di circa una settimana rispetto alla media stagionale. Per la qualità delle varietà rosse sarebbero auspicabili alcune settimane calde e assolate. Le piogge autunnali potrebbero sostenere i volumi, ma allo stesso tempo creare difficoltà in un’annata che per ora resta contrassegnata da una bassa incidenza di problemi fitosanitari.



Ma scendiamo nel dettaglio regionale: in Piemonte si prevede una produzione di vino inferiore del 5-10% rispetto al 2004, che però era stata un’annata molto abbondante. Il mese di agosto ha registrato temperature inferiori alla norma, con ottime escursioni termiche che hanno favorito la maturazione delle uve. Lo stato fitosanitario dei vigneti è buono, nonostante la presenza di flavescenza dorata nell’Astigiano e nel Monferrato, con frange nella fascia collinare del Roero e ai confini del Torinese (Chierese). Nella zona delle Langhe-Roero, in particolare, la produzione è più sostenuta, soprattutto per Arneis e Dolcetti, risultando stabile per Barbera e Nebbiolo. Limitata l’incidenza della grandine. Annata buona in Lombardia, dove non si segnalano problemi fitosanitari e la produzione dovrebbe segnare un -15% rispetto al 2004. In Franciacorta lo stato sanitario è ottimo e le uve presentano parametri analitici ideali. Nel frattempo uniforme risulta la tendenza nel Triveneto, con Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige accomunati da un calo stimato nell’ordine del 10%. In Veneto, dove l’incidenza delle malattie del vigneto è insignificante, la distribuzione ottimale delle precipitazioni e le basse temperature, in presenza di un buon soleggiamento, fanno prevedere un’ottima annata. Da segnalare anche, nel corso dell’estate, diverse grandinate. Non si registrano invece danni da grandine in Friuli dove, ad eccezione di singoli casi di botrite, la qualità delle uve bianche è molto buona. Al perfetto stato fitosanitario si è sommato infatti l’accumulo di sostanze aromatiche, determinato dalle elevate escursioni termiche. Per un bilancio sulle uve rosse saranno invece fondamentali le condizioni meteo di settembre. In Trentino Alto Adige la diminuzione della produzione accomuna entrambe le province, risultando tuttavia più contenuta a Bolzano. In Trentino la qualità delle uve da spumante è ottima per l’assenza di fitopatie e la giustezza dei parametri relativi all’acidità, che si mantiene elevata accompagnandosi a un soddisfacente grado zuccherino naturale. La quantità è nella norma, mentre la quota destinata alla spumantizzazione è stimata intorno al 40%. Il calo produttivo risulta più accentuato sui bianchi, mentre per i rossi sono auspicabili giornate calde e con forti escursioni termiche notturne. Da segnalare la forte grandinata che a fine luglio ha colpito la zona di Nomi e Besenello, in Vallagarina, e di Arco, nel Basso Sarca. Siccità e oidio giustificano invece una flessione produttiva del 5% in Liguria. Presenza di oidio superiore alla media anche in Valle d’Aosta, dove tuttavia le disponibilità dovrebbero confermare i volumi del 2004.
E’ stimata invece pari al 5-10 per cento la flessione in Emilia Romagna. In realtà la situazione dei vigneti regionali appare differenziata. La produzione dovrebbe essere costante o in lieve calo in Romagna, registrando invece perdite più significative in Emilia (dove comunque il raccolto 2004 era stato abbondante). Consistenti e ripetute le piogge di agosto, che finora non hanno causato comunque problemi di marciume. Sempre sul fronte meteo, da segnalare anche qualche episodio di grandine in Romagna.
In Toscana, dove lo stato fitosanitario dei vigneti è buono, grandinate sporadiche e localizzate sono cadute nella prima metà di agosto. Lo sviluppo vegetativo dei vigneti, che a fine luglio risultava nella media stagionale, ha in seguito subìto un rallentamento. Il mese di agosto è stato infatti contrassegnato da un clima molto variabile, con poche giornate di sole pieno e una notevole escursione termica tra giorno e notte. Le varietà medio-tardive quali il Sangiovese, vitigno principe di questa regione, hanno dunque bisogno di qualche settimana di caldo e di sole per maturare. Si stima un -5/10% di produzione rispetto allo scorso anno.
Disponibilità leggermente inferiore al 2004 anche in Umbria (-5%), dove nonostante le frequenti precipitazioni di agosto non si riscontrano danni da maltempo, mentre nelle Marche e nel Lazio la produzione è prevista sui volumi del 2004. Nel Lazio in particolare c’è stata qualche grandinata a giugno, mentre nelle Marche a luglio e agosto. In Abruzzo, intanto, la raccolta dovrebbe risultare invariata per i bianchi e segnare una flessione per i rossi, per un calo medio della produzione regionale del 5%. Sempre nell’ordine del 5% la flessione produttiva stimata in Campania, a fronte del -10% del Molise, dove localmente si sono riscontrati problemi fitosanitari. Qualche caso di sofferenza dovuto a siccità in Basilicata, ma con produzione sui livelli del 2004.
Intanto, nelle due più grandi regioni produttrici del Sud, in grado di spostare l’intero risultato nazionale, è atteso un incremento del raccolto. In Sicilia, in particolare, determinanti sono state le abbondanti piogge invernali e primaverili, che hanno consentito l’accumulo di riserve idriche nei vigneti, congiunte al clima non eccessivamente caldo dell’estate (al di sotto della media stagionale). L’incidenza di malattie è irrilevante e la produzione dovrebbe segnare un +10% rispetto al 2004. E’ stimato invece tra il 5 e il 10 per cento l’incremento produttivo in Puglia, dove non ci sono stati attacchi sensibili di peronospora e le temperature moderate dell’estate hanno favorito la viticoltura.
In Calabria la produzione dovrebbe essere costante o in leggero aumento (0/+5%), mentre in Sardegna, dove il clima fresco dell’estate ha consentito una regolare maturazione delle uve, si prevede un raccolto sui volumi del 2004.

Fonte: UIV - Ismea