Mondo Enoico
Una vendemmia a cinque stelle ma non dappertutto
In crescita la produzione, che dovrebbe sfiorare i 45 milioni di ettolitri, ma i danni da fenomeni meteo estremi si sono comunque fatti sentire, specie al centro-nord
21 settembre 2013 | R. T.
Sulla vendemmia 2013 è unanime il consenso sul ritorno ad un calendario “tradizionale”.
Dopo diverse annate particolarmente precoci, infatti, si rientrerà nuovamente nella media, con una maggioranza di uve che verranno vendemmiate tra la fine di settembre e ottobre.
Sul fronte quantitativo, al momento tutto porta a pensare che la produzione 2013 di vino possa essere superiore a quella non particolarmente abbondante del 2012.
Secondo Ismea e Unione Italiana Vini, che anche quest’anno hanno collaborato all’elaborazione delle stime produttive, la vendemmia 2013 potrebbe portare nelle cantine 44,5 milioni di ettolitri di vino, l’8% in più rispetto ai 41,1 milioni diffusi dall’Istat per l’anno precedente.
Questo risultato è la media tra un’ipotesi “bassa” pari a 44 milioni ed un ipotesi “alta” che arriva a sfiorare i 45 milioni.
Parlando di stime produttive la cautela è sempre d’obbligo ma quest’anno lo è ancor di più visto che al momento dell’elaborazione delle stesse il grosso delle uve è ancora in campo. Il ritardo, infatti, con cui è arrivata a maturazione l’uva costringe gli operatori a tener conto del grande punto interrogativo legato alle condizioni climatiche. Infatti, se le piogge dovessero arrivare nel momento e nel modo sbagliato potrebbero portare danni. Al contrario, se il bel tempo assistesse le viti e le operazioni vendemmiali si potessero effettuare secondo quanto previsto si andrebbe a raccogliere con il giusto grado di maturazione delle uve e con i volumi previsti.
Altro elemento che contraddistingue quest’annata è che le regioni del Sud sembrerebbero recuperare, in termini di variazioni percentuali attese, più di quelle del Nord.
Gli aumenti, peraltro, sono previsti in tutte le regioni ad eccezione di Friuli Venezia Giulia ed Umbria. In entrambi i casi a determinare questa flessione sono stati i consistenti attacchi di patogene, come la peronospora, sommate alle avversità atmosferiche, che, in alcuni casi non hanno permesso gli adeguati e tempestivi interventi da parte dei viticoltori, hanno procurato danni ingenti ma in zone specifiche.
In tutte le regioni della Penisola, comunque, l’andamento climatico non è risultato esente da eventi problematici.
Ci sono stati fenomeni grandigeni che, sempre a macchia di leopardo hanno provocato danni rilevanti al Centro-Nord, piogge copiose e di forte intensità che in alcune zone vitate più interne hanno impedito ai produttori di entrare in vigna per contrastare efficacemente e adeguatamente attacchi di crittogame.
Dopo un inverno ed una primavera difficili l’arrivo, seppur un po’ tardivo del caldo estivo è stato provvidenziale.
I mesi di luglio e agosto, tornando climaticamente nella norma hanno permesso in parte un recupero sui tempi vendemmiali e una decisa ripresa per la parte finale della maturazione tanto da far prevedere un’ottima annata dal punto di vista qualitativo in tutta la Penisola.
La gradazione delle uve si prevede perlopiù nella norma.
Piemonte (+8%)
Questo è stato un anno climaticamente complicato che ha influito sull’andamento vegetativo della vite: inverno lungo, non troppo rigido e poco nevoso, primavera molto piovosa, estate alterna, con il periodo di caldo più intenso concentrato tra fine luglio e primi venti giorni di agosto. Gli effetti di questa siccità estiva sono stati attenuati dalle piogge di fine agosto.
La fioritura è avvenuta in un clima contradditorio e si è protratta in modo faticoso e non è sembrata omogenea
all’interno delle differenti aree. Si va infatti da un giudizio ottimo nell’Astigiano al buono del Cuneese.
Così anche l’allegagione che ha trovato un clima più stabile e quindi ha completato il suo sviluppo con più velocità, chiudendo bene i grappoli, che si presentano quindi compatti.
L’invaiatura è iniziata nella terza decade di luglio anziché nella prima, come ci si era abituati da qualche anno, e questo ha fatto sì che nei vitigni più tardivi come il Nebbiolo la colorazione degli acini si sia completata solo con l’inizio di settembre. A conti fatti in Piemonte si può quantificare un ritardo dello sviluppo vegetativo di circa 15/20 giorni rispetto al 2012.
In tema di situazione fitosanitaria il 2013 ha portato gravi problemi di peronospora precoce durante la primavera piuttosto umida, comunque contenuti agevolmente. Nell’Astigiano si è verificata una ricomparsa della flavescenza dorata.
Quanto alla grandine, che ha colpito con la solita casualità, non è stata l’evento più critico. A fine luglio una tromba d’aria ha colpito una striscia di territorio piuttosto stretta, ma molto lunga, dal Casalese fino all’Alta Langa, con danni alle colture e agli insediamenti produttivi.
Lombardia (+7%)
In tutta la Lombardia la vegetazione della vite è partita con un ritardo medio di circa 15 giorni rispetto lo scorso anno tornando, un po’ come ovunque, ad una vendemmia più “tradizionale”.
Dopo un’allegagione non ottimale le altre fasi fenologiche si sono susseguite senza particolari problemi.
In generale comunque è buona la qualità stimata delle uve.
In provincia di Sondrio, sulle terrazze della Valtellina, il freddo primaverile ha spesso rallentato lo sviluppo vegetativo della vite. L’invaiatura è stata regolare nei tempi e nei modi, ma non anticipata come lo scorso anno. Buona, invece, la maturazione che tuttavia in alcune aree, ad esempio l’Oltrepò Pavese, si è rivelata non sempre omogenea, obbligando a una attenta programmazione aziendale delle raccolte. Spesso, vista l’umidità che ha caratterizzato tutta la primavera fino alla soglia dell’estate, si è registrata una incidenza più alta, rispetto al 2012, delle malattie a carattere fungino, (peronospora ad inizio stagione e oidio nelle fasi più avanzate) mentre assolutamente poco rilevanti le sporadiche e circoscritte grandinate anche se in alcune aree del Lugana si sono manifestate con una certa intensità. Non significativa, generalmente, l’incidenza della siccità, superata grazie alle abbondanti riserve idriche accumulate ad inizio stagione. Come sempre i primi grappoli staccati sono stati quelli delle basi spumante di Franciacorta ed Oltrepò Pavese, appena dopo Ferragosto (con un ritardo quindi di una decina di giorni rispetto lo scorso anno ma in linea con le medie storiche). In entrambe le zone si prevede un incremento produttivo sostanzialmente in linea con la media regionale, così come in Lugana. In controtendenza, invece, la Valtellina dove si attende una flessione produttiva del 10% circa rispetto al 2012.
Veneto (+4%)
In Veneto si prevede una produzione moderatamente in crescita rispetto allo scorso anno (+4%), risultato di una situazione non omogenea né a livello territoriale né per tipologia di vitigno. Mentre, infatti, si attende un’annata decisamente superiore sul fronte quantitativo per i vitigni a bacca bianca, sul quelli rossi al momento c’è meno ottimismo e si pensa ad una produzione in linea con quella dello scorso anno. A livello territoriale, invece, si evidenzia una crescita modesta nel Trevigiano e nel Veronese mentre nel Vicentino lo scarto in positivo rispetto al 2012 potrebbe arrivare al +10%. Stime in calo, invece, in provincia di Venezia e Rovigo. Bene nel Padovano dove la crescita rispetto alla scarsa annata 2012 potrebbe risultare a due cifre. Nell’area del Conegliano Valdobbiadene Docg la situazione nei vigneti viene definita da manuale e dalla metà di settembre si è iniziata una vendemmia che potrebbe rivelarsi importante per qualità e quantità.
In generale la gradazione attesa delle uve e quindi dei mosti e dei vini è nella norma e quindi leggermente inferiore a quella dello scorso anno, mentre le aspettative sulla qualità si muovono dal buono all’ottimo.
Anche in Veneto l’inverno è stato caratterizzato da una buona distribuzione di piogge e neve che hanno consentito un importante accumulo di riserve idriche nel suolo. Il perdurare delle perturbazioni ha però rallentato leggermente la ripresa vegetativa di circa due settimane e il ritardo si è poi propagato anche alle successive vegetative. In parecchie località della Valpolicella, le piogge hanno raggiunto a fine maggio il quantitativo di acqua caduta in tutto il 2012. Per lo stesso motivo sono state favorite le infezioni di peronospora, rilevate anche nell’area del Soave, ma gli interventi tempestivi a difesa delle piante hanno prodotto buoni risultati e l’uva non ne ha risentito. Qualche problema con la botrite si è avuto nel Trevigiano ma solo all’inizio della primavera e, quindi, c’è stato tutto il tempo affinché le viti recuperassero i danni subiti. Non rilevanti i fenomeni di grandine mentre, nel padovano, la siccità di fine estate è stata tamponata dalle piogge pre-maturazione.
Trentino Alto Adige (+7%)
Il clima decisamente più freddo e piovoso della media registrato dall’inizio della primavera, accompagnato da meno irraggiamento solare, ha spinto la vite a ritardare tutte le fasi fenologiche a partire dalla fioritura. Il caldo estivo ha permesso di recuperare ma, in linea con quanto accaduto nel resto delle regioni del Nord anche in Trentino Alto Adige la stagione presenta un ritardo di oltre 10 giorni rispetto allo scorso anno. Quantitativamente la produzione è in aumento in entrambe le province con punte maggiori per le bianche che per le rosse ed un volume complessivo che, secondo le stime, sfiora 1,3 milioni di ettolitri.
In provincia di Trento la vendemmia delle uve Chardonnay base spumante è partita per i primi giorni di settembre e, a queste, hanno fatto seguito le uve Chardonnay da vino fermo, il Pinot grigio di fondovalle e il Muller Thurgau coltivato in valle di Cembra e altre zone collinari.
Per l’ultima settimana di settembre è previsto l’inizio degli stacchi delle uve a bacca rossa ad iniziare dalla Schiava, pio il Teroldego della Piana Rotaliana e il Marzemino della Vallagarina. Ultimi della serie i vitigni bordolesi, fatta eccezione per il Merlot che si vendemmia in sensibile anticipo rispetto ai Cabernet. Le diverse fasi fenologiche si sono susseguite in modo regolare. Le piogge dell’ultima settimana di agosto hanno sottratto le viti dallo stato iniziale di sofferenza da siccità nei vigneti dove manca l’irrigazione a goccia o sovrachioma. Grandinate limitate alla Val di Cembra e alla Destra Adige, ma con danni non gravi attenuati dalla copertura della pergola. Le piogge degli ultimi giorni, invece, stanno creando qualche apprensione e fanno accelerare le operazioni vendemmiali. Si sono registrate solo sporadici attacchi di peronospora e oidio ma non hanno causato particolari danni. Lo stato fitosanitario delle uve è ottimo e le aspettative sulla qualità sono molto alte. Altrettanto buone le attese in Alto Adige dove la vendemmia 2013 sembra soddisfare pienamente i produttori sia in qualità che quantità. L’inizio della vendemmia è partito a metà settembre con le uve base spumante seguite dal Pinot grigio e dalle altre bianche. Dal 20 settembre al via anche le rosse a partite dal Pinot nero. Nessun problema di ordine fitosanitario, mentre sul fronte delle avversità climatiche si è registrato qualche fenomeno grandigeno.
Friuli Venezia Giulia (-5%)
Le normali fasi fenologiche hanno presentato un ritardo medio di 10 giorni rispetto allo scorso anno. La cacciata è stata buona, così come la fioritura. Mediocre l’allegagione, mentre l’invaiatura, che ha comunque presentato un ritardo di 2 settimane, e la fase finale della maturazione sono da considerarsi buone con punte di ottimo. A livello di fitopatie c’è stata una forte pressione primaverile, in fase di fioritura, di peronospora e botrite con aggiunta di leggeri attacchi di oidio su varietà sensibili. Il ristabilirsi del bel tempo ha, comunque, riportato la situazione nella normalità.
Per quanto riguarda l’andamento metereologico si è avuta una forte e continuativa siccità dalla prima decade di giugno alla prima decade di agosto ma ciò non ha rappresentato un problema in quanto l’area viticola è quasi completamente servita da sistemi di irrigazione. In questo stesso periodo i vigneti hanno dovuto sopportare anche elevate temperature. Le provvidenziali precipitazioni ben distribuite nella terza decade di agosto, nonché l’utile escursione termica, hanno però poi consentito di recuperare al meglio la situazione quali/quantitativa. Le grandinate a macchia di leopardo che hanno colpito più volte nel corso della stagione non hanno provocato danni di rilievo.
Indicativamente la produzione di vino 2013 dovrebbe essere leggermente inferiore alla vendemmia precedente.
Ad aver risentito maggiormente dell’alterno andamento climatico, con conseguenti attacchi di patogene sono state le uve rosse come il Cabernet Franc-Carmenere, lo Schioppettino e il Merlot. In misura minore hanno sofferto a causa delle precipitazioni e delle basse temperature, da gennaio a maggio, le uve bianche come il Picolit, il Pinot grigio, lo Chardonnay e il Traminer. Le uve si prevedono con una gradazione non particolarmente elevata e tendenzialmente nella norma.
Liguria (=)
Le complicate condizioni atmosferiche che hanno caratterizzato l’annata 2013 hanno fatto si che la nuova produzione ligure si preveda in media stabile con una gradazione delle uve nella norma.
Emilia Romagna (+10%)
Le condizioni climatiche hanno influito sull’attività vegeto produttiva dell’intera regione spostando in avanti di circa due settimane tutte le fasi che caratterizzano il ciclo della vite.
La cacciata, la fioritura e l’allegagione sono state molto buone. L’invaiatura in particolare, grazie alle temperature registrate in luglio, può considerarsi ottima .
Lo stato fitosanitario del vigneto è da ritenersi buono, anche se si sono verificati attacchi di peronospora in aree nelle quali tale infestazione non si riscontrava da anni.
Sono stati segnalati focolai di botrite prontamente messi sotto controllo, mentre l’oidio è limitato ad alcune zone collinari.
Si sono verificate grandinate a macchia di leopardo che rientrano nel numero della normale casistica regionale: i danni, comunque, sono in definitiva irrilevanti.
La qualità delle uve si presenta ottima per tutte le varietà delle diverse cultivar, con una gradazione delle uve assolutamente nella norma. Essendo quest’anno l’epoca vendemmiale molto in ritardo è comunque difficile fare una valutazione e molto dipenderà dal clima di settembre.
Toscana (+5%)
Lo sviluppo vegetativo in Toscana è risultato ovunque in ritardo di 10/15 giorni. Buone tutte le fasi fenologiche nonostante qualche attacco di crittogame, in particolare di peronospora, leggermente sopra la media ma che, grazie a perentori interventi, non hanno provocato danni tranne in qualche zona interna del grossetano, che peraltro ha subito anche qualche violenta grandinata. Nel resto della regione, in particolare nelle province di Siena e Firenze, le avversità climatiche, e la grandine in particolare sono risultate nella norma mentre sono da annotare solo copiose piogge. La zona costiera del livornese sembra essere quella che ha goduto del clima migliore.
Attualmente i vigneti della Toscana sembrano godere di ottima salute. Se il tempo si manterrà buono, facendo trascorrere un settembre assolato e con le giuste temperature, le premesse sono di una vendemmia con punte di ottima qualità. La quantità di vino prevista è leggermente superiore allo scorso anno (+5%), la gradazione alcolica risulta nella norma.
Marche (+13%)
L’andamento climatico primaverile, caratterizzato da piogge copiose e da basse temperature, ha influito sull’inizio dell’attività vegetativa della vite ritardandola di circa una settimana, senza però pregiudicare un’ottima cacciata alla quale è seguita una fioritura da ritenersi buona, nonostante il persistere di temperature medio-basse che hanno condizionato in parte l’intensità della fase.
L’allegagione è stata buona come del resto la successiva invaiatura, nonostante sia iniziata in ritardo di circa dieci giorni.
Condizione questa che non sta pregiudicando un’ottima fase finale della maturazione e della fase vendemmiale, sempre che non si verifichino eventi metereologici eccezionali in quest’ultimo mese di settembre.
Lo stato fitosanitario della vite è da ritenersi buono/ottimo, anche se le piogge di maggio e giugno non sempre hanno consentito, in vigneti situati in zone con forti declivi, di intervenire con i mezzi meccanici per fare i trattamenti anticrittogamici.Ad oggi vengono segnalati attacchi di oidio circoscritti in limitate aree collinari. Fra le avversità climatiche sono da segnalare alcune precipitazioni grandigene a macchia di leopardo, soprattutto
nelle province di Macerata e Pesaro, la cui entità dei danni rientra nella normale casistica.
Si prevede un aumento del 10% per la quantità di vino. La gradazione delle uve si prevede sia leggermente al di sotto del valore riscontrato nel 2012, pur rientrando nei valori della normalità, inferiore anche nei gradi babo (-1 o 2 gradi).
La qualità delle uve è buona, soprattutto per i vitigni di uva bianca (Verdicchio, Bianchello, Pecorino, Maceratino). Per le uve di Sangiovese e di Montepulciano si prevedono elevate potenzialità per un’ottima vinificazione.
Umbria (-3%)
Ancora una stagione difficile per i vitivinicoltori umbri. Lo scorso anno il nemico è stato il caldo opprimente e l’assenza di precipitazioni nel periodo estivo che hanno determinato una vendemmia molto anticipata e quantitativamente scarsa. Quest’anno invece, fino a tutto il mese di luglio, nei vigneti umbri vi è stata una lotta senza quartiere a peronospora e oidio, vista la frequenza e l’entità delle precipitazioni, e non sempre il viticoltore ne è uscito vincitore.
Da dividere quindi la previsione nelle due province. Nel Ternano, nonostante gli attacchi di patogeni e qualche grandinata, la produzione di vino si stima superiore allo scorso anno.
Situazione opposta nel perugino dove le avverse condizioni climatiche con le eccezionali precipitazioni hanno provocato feroci attacchi di peronospora che non si è riusciti ad arginare proprio a causa dell’impossibilità di arrivare in vigna. A soffrire particolarmente le varietà come il Sagrantino, ma anche alcune bianche.
In sintesi, quindi, le uve che hanno passato indenni la primavera e l’inizio estate si trovano in una situazione ottimale come quantità e come equilibrio dei componenti. Ovviamente come ogni anno molto dipenderà dal clima nel mese di settembre.
Lazio (+8%)
Un inverno piovoso ha fatto partire il ciclo vegetativo della vite con quasi due settimane di ritardo. Poi, una primavera fresca e piovosa lo ha rallentato ancora, in particolare nelle zone interne.
La cacciata è stata comunque buona con punte di ottimo, mentre fioritura e allegagione sono state disturbate dalle frequenti piogge che hanno, di fatto, controllato in modo naturale la quantità degli acini presenti sui grappoli, che oggi si presentano generalmente più spargoli del normale. Particolarmente interessata dal fenomeno la malvasia di Candia, produttivo vitigno bianco piuttosto diffuso nella regione.
Qualche "bolla" di peronospora si è presentata in tutte le vigne, ma raramente con virulenza tale da incidere sulla produzione oltre pochi punti percentuali. Nessuna segnalazione, invece, per quanto riguarda l'oidio.
L'invaiatura si è svolta senza problemi per tutte le uve, che si presentano in ottimo stato, con un corredo di succo e di zuccheri perfettamente bilanciato.
Molto limitate le zone colpite dalla grandine caduta a macchia di leopardo, in particolare nella zona dei Castelli romani, che comunque non hanno provocato forti danni.
La gradazione zuccherina, che ad una prima analisi sembrava fosse leggermente inferiore allo scorso anno, risentirà, sia in positivo che in negativo, dell’andamento climatico del mese di settembre, come del resto la definitiva quantità delle uve prodotte e la relativa qualità. Il desiderio degli operatori è quello di vedere un settembre mite e soleggiato, ma dopo la prima settimana, che ha confermato le aspettative, i prossimi giorni saranno cruciali.
Quantitativamente, la produzione dovrebbe attestarsi su un valore sostanzialmente stabile rispetto a quello dello scorso anno per le uve e in lieve rialzo per il vino (+8%), poiché gli acini sono più ricchi di mosto.
Abruzzo (+2%)
Lo stato vegetativo della vite ha risentito dell’andamento climatico, caratterizzato da temperature al di sotto della normalità stagionale, che ne ha rallentato la ripresa di 6-7 giorni. Ritardo che, unitamente a precipitazioni abbondanti, ha influito solo in minima parte sulla cacciata e sulla fioritura: entrambe buone con punte di ottimo per i rossi come il Montepulciano abruzzese.
Anche l’invaiatura, seppure buona, ha risentito di un ritardo di circa 10 giorni dovuto alle continue piogge di giugno che hanno provocato disformità nelle stesse aree viticole e per la stessa varietà di vitigni. Ritardo che si riflette sulla fase finale della maturazione e sulla vendemmia da prevedersi più che buona in particolare per i vitigni precoci.
Per quanto riguarda lo stato fitosanitario della vite, non si registrano particolari focolai di infestazione per le diverse crittogame e per gli insetti, grazie a un’efficace e tempestiva lotta guidata condotta dalle aziende agricole. Come avvenuto in altre regioni, sono stati segnalati focolai di peronospora in vigneti di difficile accesso ai mezzi meccanici a causa delle copiose precipitazioni; l’entità della diffusione dei focolai rientra nei valori medi stagionali.
Le grandinate a macchia di leopardo hanno colpito soprattutto i vigneti della fascia costiera (Pescara) con danni stimabili del 10-20% sulla produzione.
Le stime di produzione di uve fanno prevedere una quantità che rientra nella normalità. La gradazione delle uve sulla base dei dati rilevati recentemente in diverse aree vitivinicole, rientra nei valori normali.
La qualità delle uve è da ritenere buona tendente all’ottimo in particolare per le uve di varietà precoci (Chardonnay, Pinot bianco). Come nelle altre regioni il mese di settembre sarà comunque interlocutorio.
Molise (+2%)
In Molise situazione del tutto analoga a quella registrata in Abruzzo. Con una fase vegetativa in assoluto buona che non ha fatto registrare particolari ritardi anche perché non si sono registrate particolari condizioni metereologiche né malattie nei vigneti fuori norma. La qualità delle uve risulta buona con una gradazione per lo più nella norma o leggermente inferiore a quella dello scorso anno.
Campania (+10%)
In Campania la situazione evidenziata è di un’annata produttiva sostanzialmente molto buona con punte di ottimo sia per la quantità che per la qualità, anche se per quest’ultima bisognerà comunque attendere il mese di settembre anche a causa del ritardo di circa una settimana registrato quest’anno. Tutte le fase fenologiche si sono succedute senza particolari avvenimenti da evidenziare attacchi di oidio sopra la media a causa dell’alta umidità che ha caratterizzato la primavera e l’inizio dell’estate. Anche in queste zone si sono registrate grandinate a macchia di leopardo che però nell’insieme non hanno creato forti danni essendo si di forte intensità ma molto localizzate.
La gradazione delle uve risulta ovunque nella media con la scorsa annualità.
Basilicata (+20%)
Anche in Basilicata la stagione vegetativa è trascorsa senza particolari eventi metereologici e conseguenti attacchi di crittogame. Cacciata, fioritura e allegagione sono risultate buone; l’invaiatura e la fase finale della maturazione hanno fatto registrare punte di ottimo. Le previsioni sono quindi di un’ottima annata soprattutto per l’Aglianico grazie alla lunghezza della stagione vegetativa. La gradazione delle uve è prevista nella norma, -1° babo rispetto allo scorso anno.
Calabria (=)
Il freddo primaverile ha causato un ritardo di circa 10 giorni sul normale sviluppo vegetativo. Tutte le fasi fenologiche si sono susseguite con normalità. Il caldo umido che ha contraddistinto la stagione calabra ha fatto registrare diversi attacchi di oidio specie nelle superfici vitate esposte sul mare. Per quel che riguarda l’andamento climatico da segnalare la siccità nell’area del Cirò e un episodio grandigeno che nel mese di giugno ha colpito l’area del Melissa. La gradazione delle uve si prevede in linea con quella dello scorso anno.
Puglia (+14%)
Le fasi fenologiche si sono avvicendate con un buon successo, ma l’evoluzione metereologica del 2013 ha determinato un andamento eterogeneo tra Nord e Sud della Puglia. Infatti, si è evidenziato un ritardo della vegetazione rispetto alla media stagionale di circa 10 giorni nel Nord della regione, mentre risultano nella norma i tempi nel salentino dove in alcune zone si è verificato addirittura un anticipo.
Bassa l’incidenza di fitopatie, così come di avversità metrologiche (grandine a macchia di leopardo solo in alcune zone). Si prevede una raccolta di buona qualità, con +15% sulle uve e +14% per quanto riguarda la produzione di vino. La gradazione delle uve risulta essere di poco inferiore allo scarso anno nelle province di Bari e Foggia e nella norma o leggermente superiore a sud della Puglia, dove nella zona del Primitivo di Manduria negli ultimi giorni si sono registrati attacchi di marciume. Resta quindi fondamentale attendere l’andamento climatico di settembre che inciderà sulla definitiva qualità delle uve.
Sardegna (+10%)
Le previsioni dei vignaioli sardi sono ottimistiche. Fino ad oggi l’andamento climatico è stato favorevole con buone piogge a primavera e caldo clemente in estate, con forti escursioni termiche, a vantaggio di un’ottima maturazione delle uve; se le condizioni meteorologiche continueranno ad essere clementi, quella del 2013 potrebbe essere una annata eccellente sia per i bianchi che per i rossi.
Buone la cacciata e la fioritura, anche se la situazione climatica ha rallentato di circa 15 giorni lo sviluppo
fenologico della pianta e un giugno piuttosto freddo non ha consentito alle uve di raggiungere la maturazione nel consueto periodo determinando, in generale, un ritardo di una decina di giorni rispetto al 2012.
Al momento, le uve delle diverse varietà sono in buono stato dal punto di vista vegetativo.
Quest’anno, sempre che il tempo si mantenga asciutto, si annuncia oltre che un prodotto di ottima qualità, un aumento della produzione fino al 10% in più rispetto allo scorso anno con una gradazione delle uve nella norma.
Sicilia (+17%)
Con l’azione della “vendemmia verde non attivata dalla regione, in Sicilia la stagione vitivinicola edizione 2013 si preannuncia ricca di spunti di riflessione. Le previsioni sul potenziale viticolo produttivo regionale indicano un incremento del 17% rispetto allo scorso anno che porta a “numeri” comunque nella media rispetto all’ultimo quinquennio.
Nella media stagionale la vegetazione, buona cacciata e invaiatura, ottime fioriture e allegagione.
Fase vendemmiale ottima per le varietà bianche già in cantina (Chardonnay, Pinot grigio, Sauvignon Blanc, Pinot nero, Moscato ecc. …). La fase di maturazione per le uve da raccogliere procede in maniera regolare e si prevede anch’essa ottima.
Non si sono riscontrati particolari problemi legati allo sviluppo delle malattie più frequenti, infatti il numero degli interventi fitosanitari è stato inferiore alla media. Si è registrata soltanto un’elevata pressione di oidio nelle fasi iniziali ma senza alcun effetto negativo sulla vendemmia.
Di poco rilievo l’incidenza delle avversità climatiche. Sul fronte della qualità, si prevedono standard nella norma.