Mondo Enoico

Cresce l'export vitivinicolo ma le aziende chiudono

Apparentemente il settore sembra godere di buona salute con un valore delle esportazioni in crescita del 10% nel primo trimestre 2013 ma le attività chiuse sono 9000 in tre anni

06 luglio 2013 | T N

Come sta il settore vitivinicolo?

Come sempre ci troviamo di fronte a numeri contrastanti.

 

Secondo Assoenologi la situazione è buona, tanto da dichiarare che non è più così lontano il primato della Francia che ha chiuso il 2012 con 7,8 miliardi di esportazioni contro i 4,7 dell'Italia.

Cresce anche il valore dell'export di vini italiani: +10% nel primo trimestre del 2013, per un totale di 1,1 miliardi di euro. Non è più così lontano il primato della Francia, che ha chiuso il 2012 con 7,8 miliardi di esportazioni contro i 4,7 dell'Italia.

In quattro anni il valore del vino italiano esportato ha avuto un incremento del 25%, passando da 1,75 a 2,20 euro a bottiglia. ''L'Italia del vino - sostiene il direttore Assoenologi Martelli - ha tutte le potenzialità e le carte in regola per superare i 'cugini' francesi. La tendenza all'incremento delle nostre esportazioni e' incessante. Nonostante la crisi a fine 2012 è stato registrato un aumento di 6,5% in valore e -8,8% in volumi. Esportiamo meno vino - prosegue il direttore Assoenologi - ma incassiamo di più, il che significa che mandiamo all'estero prodotti con sempre maggiore valore aggiunto.”

 

Situazione decisamente meno rosea se ci affidiamo invece ai dati Unioncamere, svelati dal GamberoRosso TreBicchieri.

Dal 2009 al 2012, le imprese chiuse sono state 8.800. Un calo deciso che ha interessato tutte le regioni, nessuna esclusa. Il contributo più caro lo hanno pagato Sicilia (sotto di 2mila unità a -12,2%), Piemonte (-1.885 e -14,2%), Toscana (-856 e -14,5%), Emilia Romagna (-836 e -11,3%) e Lazio (-641 e -16,5%); è andata meglio, invece, per Veneto (-323 unità e -2,6%), Campania (-287 e -5,6%), Puglia (-45 e -0,4%) e Abruzzo (-35 e -1%).

Guardando al primo trimestre dell'anno in corso, le cose non sembrano andar meglio. L'Italia ha perso altre 708 imprese (-0,7%) quasi tutte alla voce coltivazione di uva (693 unità), portando il saldo dello stock dei registrati a quota 88.382. Piemonte, Sicilia ed Emilia Romagna sono le regioni che in assoluto hanno perso di più, rispettivamente 219, 185 e 115 unità iscritte alle Camere di Commercio. Segno positivo, invece, per Veneto (58), Puglia (11), Friuli (8) e Abruzzo (4).