Mondo Enoico

Dalla cultura vinicola a tavole imbandite. “Cantine Aperte”, come ti sei ridotta?

Da alcuni anni la manifestazione ha perso la sua identità. Non è solo una questione di approssimazione organizzativa di alcuni, la crisi l'ha ridotta ad essere una giornata dall'incasso facile con porte ben chiuse, ad eccezione del negozio aziendale

25 maggio 2013 | Maurizio Pescari

Con l’ultima domenica di maggio, torna “Cantine Aperte”, un evento del Movimento Tursimo del Vino che in vent’anni ha avuto un ruolo di rilievo nello sviluppo delle cultura del vino, sia per i produttori che per gli appassionati consumatori. Nato nei primi anni Novanta – nel 1993, in Toscana – Cantine Aperte nel rispetto dello slogan “Vedi cosa bevi”, ha fatto diventare protagonisti i vignaioli, tirato fuori una loro latente capacità comunicativa, aggregandoli fino a costruire l’identità di terroir ed indicato la strada dello sviluppo della cultura dell’accoglienza intorno alla quale oggi gira un volume di affari di assoluto rilievo.

Da alcuni anni la manifestazione ha perso la sua identità, il ruolo di strumento di sviluppo della conoscenza e non essendo riuscita ad innovarsi è minata dall’eterogeneità dell’offerta, con conseguente abbassamento del livello medio dei visitatori. L’approssimazione organizzativa di alcuni, lascia libero accesso a visitatori spesso incontrollati ed incontrollabili, desiderosi solo di vino, piuttosto che di cultura del vino. Purtroppo tra i tanti giovani protagonisti di questa giornata, nei territori dove la prossimità rende l’itinerario complice, una parte gira da una cantina all’altra ed alla fine sommando bicchieri a bicchieri, si trovano a pagar dazio. E’ pur vero che ognuno ha i visitatori che si merita e che agli eccessi di alcuni si contrappone la corretta gestione di altri, ma purtroppo nel nostro Paese anche in questo settore a far notizia sono gli eccessi.

“Cantine Aperte” è nata e rimane una giornata di conoscenza, destinata a percorsi guidati all’interno della cantina, per far conoscere ai visitatori il ciclo produttivo ed alla fine del tour una degustazione dei prodotti aziendali. In alcuni casi, purtroppo, il tutto si riduce a tavole imbandite, suoni frizzi e lazzi con le porte della cantina ben chiuse ad eccezione di quelle del negozio. Complice il momento di crisi, per alcuni Cantine Aperte si è ridotta ad essere una giornata dall’incasso facile, con tanti saluti alla cultura del vino. L’aspetto culturale e formativo a tratti è venuto meno ed ha preso il sopravvento il divertimento, il cibo ed il vino fine a se stessi. Sono eccezioni, senz’altro, ma che tengono lontano dalle cantine i veri appassionati che dopo essere stati avviati alla conoscenza ed alla degustazione consapevole del vino, oggi disertano l’evento, tanto più che dopo anni ed anni di lavoro, le aziende sono “aperte” tutto l’anno.

Per tornare all’attualità, l’edizione 2013 girerà sul tema "A come amicizia", con degustazioni, banchi d’assaggio ed iniziative sul filo rosso vino ed amicizia (www.movimentoturismovino.it).

“Cantine Aperte – spiega Daniela Mastroberardino, Presidente del Movimento Turismo Vino - si conferma l’appuntamento di riferimento per gli enoappassionati per conoscere la cultura del vino raccontata in cantina direttamente dai suoi produttori, ma anche per vivere un’esperienza conviviale autentica ed eclettica, a contatto con natura, arte, musica. Una giornata all’insegna di valori quali amicizia, solidarietà e rispetto per l’ambiente”.


Ci sarà spazio per la solidarietà, da sempre infatti il ricavato dalla vendita dei calici per la degustazione sarà devoluto ad associazioni territoriali e per un sondaggio che premierà le zone vinicole più amate e più desiderate. Si potrà votare tutto il giorno di Cantine Aperte: http://www.movimentoturismovino.it/sondaggio.php.

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