Mondo Enoico
I tappi non sono tutti uguali. Le differenti chiusure incidono sulla qualità del vino
Il tappo di sughero è ancora un ottimo sistema di chiusura ma dipende dalla qualità della materia prima. Le migliori barriere contro l'ossigeno sono però le nuove chiusure tecniche e tecnologiche oppure il comune tappo a vite. Particolare attenzione va anche presta alla fase di imbottigliamento
24 novembre 2012 | R. T.
Durante il periodo di invecchiamento in bottiglia, il vino cambia gradualmente, passando attraverso tre diversi stadi. Il primo è uno stadio di maturazione, il secondo inizia quando le caratteristiche organolettiche del prodotto esprimono la loro pienezza e il terzo corrisponde al declino.
Naturalmente le condizioni di stoccaggio, come tempoeratura, luce ed umidità, hanno un'influenza decisiva sullo sviluppo del vino in bottiglia ma è necessario non trascurare l'effetto dei tappi.
Durante l'International Wine Challenge di Londra del 2011 è stato rilevato che il 7% circa dei campioni presentava sentori di tappo o di forte ossidazione.
L'assorbimento massimo di ossigeno per il vino è generalmente stimato di 60 ml di ossigeno/l per i vini bianchi e tra 60 e 180 ml di ossigeno/l nel caso di vini rossi. In pratica dopo l'imbottigliamento, il vino non è esposto ad elevati livelli di ossigeno.
Un buon indice dello stato di ossidazione di un vino può essere considerato il tenore in acetaldeide che è uno dei principali volatili presenti nel vino, dipendendo la sua formazione direttamente dal livello di ossidazione del vino. In media, i vini rossi ne contengono 30 mg/l, i vini bianchi 80 mg/l, e gli Sherry 300 mg/l. A livelli bassi, l'acetaldeide può contribuire a piacevoli aromi fruttati di un vino, tuttavia, a più alto livelli, l'aroma è considerato come difetto e ricorda le mele marce. La soglia critica nelle diverse tipologie di vino varia tra i 100 e i 125 mg/l.
Altro composto indicatore dello stato di ossidazione di un vino è l'acetato di etile. La sua formazione è il risultato di una contaminazione da Acetobacter spp. L'odore è quello tipico dello smalto per unghie, generalmente ben distinguibile per quantità superiori ai 120 mg/l.
L'esposizione all'ossigeno dei vini in bottiglia dipende principalmente dalla sua quantità nello spazio di testa e dall'ingresso nella bottiglia attraverso la chiusura.
Al contrario di quanto si pensa generalmente, i comuni tappi sintetici sono molto permeabili all'ossigeno e sono consigliabili solo per vini consumati entro i due anni dall'imbottigliamento. Il sughero naturale è meno permeabile all'ossigeno, anche se la migliore barriera per limitare il contatto con l'ossigeno sono i tappi a vite oppure i tappi tecnici e tecnologici, di nuova generazione, sia sintetici sia in sughero. In particolare è importante un attento controllo qualità del sughero di partenza perchè è stato scoperto che la permeabilità del sughero è fortemente dipendente dal numero e dalla dimensione dei canali intercellulari la cui dimensione può variare da 30 a 100 nm.
L'ossigeno che viene immagazzinato nel vino durante la fase di imbottigliamento non è irrilevante. La concentrazione minima di ossigeno nello spazio di testa, trovata in una bottiglia chiusa con un tappo di sughero naturale è stata di 1,31 mg/l, equivalente alla quantità di ossigeno che permea nell'arco di 3-4 mesi. In altri casi, come per tappi sintetici o a vite, sono stati riscontrati tenori in ossigeno corrispondente all'equivalente di ingresso di ossigeno in una bottiglia chiusa con tappo di sughero naturale per 8-10 mesi.
E' chiaro, quindi, che questa rappresenta una fase critica per i vini più sensibili all'ossidazione, come i bianchi e i rosati.
In lavori scientifici sul Sauvignon blanc è stato evidenziato come l'ingresso di ossigeno in fase di imbottigliamento e la scelta della chiusura possono avere un considerevole impatto sul colore del vino dopo l'imbottigliamento. Laddove la gestione dell'ossigeno è stata meno accurata si è notato un aumento della tonalità gialla nel tempo, con concentrazioni elevate, dopo 24 mesi, di tioli 3SH (3-sulfanylhexan-1-olo) e 4MSP 4 (4-metil-4-sulfanylpentan-2-one).
In particolare per i vini più sensibili, un recente studio ha permesso anche di determinare l'importanza di un trattamento a base di rame e glutatione prima dell'imbottigliamento. In particolare un Sauvignon blanc con una concetrazione iniziale di rame di 0,1 mg/l è stato trattato con glutatione e rame per portarlo a concentrazioni di 0,3 e 20 mg/l. Questo vino è stato quindi imbottigliato con un tappo sintetico. Dopo 6 mesi è stato evidenziata una diminuzione di 3SH, in particolare rilevato in presenza di aggiunta di glutatione.
Bibliografia
Maria A. Silva et al, Impact of closures on wine post-bottling development: a review, Eur Food Res Technol (2011) 233:905–914
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