Mondo Enoico

Nuove prospettive di difesa contro fillossera e Glfv

Sono due patologie ugualmente temute dai viticoltori di tutto il mondo. Recenti scoperte potrebbero avvantaggiare enormemente i programmi di miglioramento genetico

08 ottobre 2011 | R. T.

Il virus dell'arricciamento fogliare della vite (Grapevine fanleaf virus o GFLV) è un temuto patogeno, trasmesso da nematodi, presenta una chiara sintomatologia: arricciamento delle foglie, dimensioni e forme delle foglie anomale, ingiallimenti delle nervature o comunque macchie gialle, un deperimento della pianta, un elevato numero di aborti fiorali, ridotto sviluppo del grappolo con caratteristiche qualitative inferiori. La vite è destinata ad avere una vita breve.

Contro questo virus, visto l'impossibilità di una difesa attiva contro i nematodi, l'unica possibilità è di procedere al reimpianto della vite su terreno infestato soltanto dopo almeno 7 anni.

La fillossera è invece un insetto, un afide, che sulle radici provoca la formazione di galle nodose, anche di notevoli dimensioni, e perdita di capacità assorbente; sulle foglie compaiono galle tondeggianti e rugose che erompono verso la pagina inferiore, originando una superficie nodosa ed irregolare. La diminuzione della capacità assorbente della radice porta alla progressiva morte della pianta.

L'unica arma di difesa contro questo insetto è rappresentata dall'utilizzo di portainnesti resistenti contro la generazione radicola dell'insetto, ovvero quella che provoca il danno economico. L'utilizzo di incroci tra vite americana e vite europea ha prodotto ottimi risultati per anni ma recentemente sembrano siano comparsi i primi ceppi di fillossera che possono attaccare anche i portainnesti di vite americana.

Contro entrambe queste patologie l'unica speranza è quindi un continuo miglioramento genetico.

Nei riguardi della fillossera, in particolare, sembra vi siano buone speranze grazie al portainnesto Börner. Si tratta di un incrocio tra Vitis riparia 183G e Vitis cinerea Arnold. E' quindi stato effettuato un incrocio tra Börner e Gf.V.3125, effettuando poi un inoculo di fillossera. E' stato quindi individuato sul cromosoma 13 della mappa genetica del Börner un singolo locus di resistenza, individuando quindi dei marcatori specifici, legati al gene di resistenza, che possono essere utili per programmi di riproduzione.

Contro il Gflv, invece, la speranza viene dall'Italia e in particolare dall'uva moscato (Rotundifolia Muscadinia). Nonostante la difficoltà agronomica di produrre incroci per portainnesti, è stato possibile creare un ibrico, denominato Rpg1) che ha mostrato di esprimere un buon livello di tolleranza. Infatti questo incrocio sembrerebbe non fermare l'ingresso e la propagazione del virus ma solo rallentarlo fortemente. Infatti, da osservazioni condotte per quattro anni, sembrerebbe che il nematode vettore del virus possa adattarsi alle nuove condizioni e quindi poter infettare la pianta.