Legislazione

DALL’11 AGOSTO VIGE L’OBBLIGO DI DICHIARARE IN ETICHETTA LA PROVENIENZA DELLE MATERIE PRIME AGROALIMENTARI. GIÀ ANNUNCIATE BATTAGLIE LEGALI

La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il decreto legge emesso dal Governo appena qualche mese fa. Un iter particolarmente celere per una norma che non ha mancato di suscitare molte reazioni. Dalla soddisfazione dell’Adiconsum all’ira di Federalimentare

04 settembre 2004 | Alberto Grimelli

Il 3 agosto è stata approvata la legge, già presentata come decreto nel giugno 2004 dal governo, per controllare e regolamentare la provenienza dei prodotti agroalimentari, per garantire l'origine e la qualità del prodotto.
Al fine di consentire al consumatore finale di compiere scelte consapevoli sulle caratteristiche dei prodotti alimentari posti in vendita, l'etichettatura dei prodotti medesimi deve riportare obbligatoriamente l'indicazione del luogo di origine o provenienza. Per luogo di origine o provenienza di un prodotto alimentare non trasformato si intende il Paese di origine ed eventualmente la zona di produzione e, per un prodotto alimentare trasformato, la zona di coltivazione o di allevamento della materia prima agricola utilizzata prevalentemente nella preparazione e nella produzione.
La legge poi fa particolare riferimento all’olio extravergine d’oliva nell’articolo 1-ter: “al fine di assicurare una migliore informazione ai consumatori e prevenire i fenomeni di contraffazione, nell'etichettatura degli oli di oliva vergini ed extravergini è obbligatorio riportare l'indicazione del luogo di coltivazione e di molitura delle olive.”

Non sono mancate le reazioni a questo provvedimento normativo. Come prevedibile non tutte le associazioni e le rappresentative hanno accolto favorevolmente la nuova legge.

Le associazioni dei consumatori si reputano soddisfatte, mentre l'Adiconsum rilancia la sfida proponendo una nuova legge che serva a disciplinare anche i prodotti cosiddetti “freschi”; per ora infatti solo le uova riportano, oltre alla data di scadenza, anche quella di produzione.
“È una legge fondamentale per i diritti dei consumatori - sostiene Paolo Landi, Segretario Generale Adiconsum - finalmente acquistando un prodotto sarà possibile risalire fino all'origine delle materie prime”.

“Esprimiamo viva soddisfazione per la definitiva approvazione della normativa sull’etichettatura - è il commento del presidente di Fedagri-Copnfcooperative Paolo Bruni - di fondamentale importanza, per il mondo della cooperazione, la possibilità di garantire al consumatore una conoscenza sull’origine dei prodotti agricoli. Questo aspetto - ha aggiunto Bruni - rafforza il principio del conferimento che nelle nostre cooperative costituisce da sempre il legame tra la produzione, consumo e territorio, auspicando che questa strada tracciata dal legislatore sia effettivamente resa praticabile in fase di definizione dei decreti applicativi, momento in cui la cooperazione intende poter fornire il proprio contributo al dibattito attraverso l’esperienza consolidata data dal modello imprenditoriale a ciclo chiuso peculiare del comparto cooperativo”.

“Il decreto legge sull’etichettatura con l’inserimento al Senato dell’obbligo di indicazione dell’origine della materia prima, ha aperto un nuovo scenario, che potrebbe mettere in difficoltà alcune filiere, da quella del latte, a quella dell’ortofrutta - ha commentato la Confagricoltura - È anche il risultato dell’insufficiente attenzione mostrata verso la costruzione di sistemi di tracciabilità volontaria, condivisi e differenziati fra i vari attori. Inoltre, non si può pensare di gestire un dossier così delicato, che investe direttamente gli aspetti commerciali e le caratteristiche tecniche del prodotto, sganciandosi da un quadro normativo comunitario che è ormai consolidato. La questione dell’indicazione dell’origine del prodotto non può essere definita con diktat normativi generici, ma va attentamente valutata, caso per caso, e comunque tenendo presente che i vantaggi e gli oneri, nella filiera, devono trovare necessariamente un’equa ripartizione. Questi aspetti insieme a quelli più generali della tutela e promozione della qualità, dovranno formare oggetto, a settembre, di una grande e condivisa assunzione di responsabilità da parte di governo, regioni ed associazioni di rappresentanza della filiera”.

“Siamo favorevoli ad etichette chiare e trasparenti che tutelino e valorizzino i prodotti agricolo-alimentari del made in Italy. tuttavia, siamo anche pronti e disponili ad un tavolo di confronto con la federalimentare per individuare convergenze e possibili accordi - ha affermato il presidente della Cia Giuseppe Politi - in merito al decreto legge approvato sull’etichettatura definitivamente dal parlamento. In sede di redazione dei decreti attuativi del provvedimento si può instaurare un costruttivo dialogo con la parte industriale e cercare di smussare gli angoli e superare le attuali controversie. Dobbiamo lavorare perché ogni parte della filiera non venga penalizzata. come rappresentanti del mondo agricolo abbiamo il dovere di tutelare le imprese e fare in modo che anche esse abbiamo il loro giusto ritorno economico. sono certo, comunque, che si riuscirà ad arrivare ad un’intesa soddisfacente per tutti”.

“Non sarà più possibile spacciare come italiani prodotti come l’olio spremuto da olive tunisine, il latte munto da mucche bavaresi, la passata ottenuta da pomodori cinesi e i consumatori potranno finalmente scegliere consapevolmente di acquistare alimenti nazionali dal campo alla tavola senza cadere nell’inganno a tavola - è quanto afferma, esprimendo soddisfazione, la Coldiretti - rappresenta una grande opportunità di crescita per tutte le imprese dell’agroalimentare nazionale ma anche un elemento di trasparenza per i cittadini che hanno diritto di conoscere le caratteristiche dei prodotti in vendita. L'etichetta - sostiene la Coldiretti - è lo strumento di trasparenza sul quale si stabilisce il rapporto di fiducia tra imprese e consumatori e la conoscenza dell'origine del territorio di provenienza del prodotto agricolo è uno dei punti di forza di un sistema di filiere agroalimentari che puntano sul "made in Italy" che può trainare la ripresa dell'economia.”

“Dopo la grave e incomprensibile decisione del Governo di arrivare a tutti i costi all’approvazione in via definitiva alla Camera dei Deputati dell’attuale testo del Disegno di legge sull’etichettatura degli alimenti, abbiamo deciso di attivare tutti gli strumenti necessari in sede europea per chiedere l’annullamento di tale normativa: il Mercato dell’Unione Europea è infatti soggetto a precise regole di carattere generale (articoli 28-30 del Trattato) e speciale (direttiva 2000/13/CE) che presidiano la libera circolazione dei prodotti alimentari, definendone gli inderogabili parametri”. Questo l’annuncio dato oggi dal Presidente di Federalimentare, Luigi Rossi di Montelera.
La decisione di Federalimentare deriva dalla presa d’atto che la disposizione contenuta nell'articolo 1-bis, che introduce in etichetta l’indicazione obbligatoria dell’origine delle materie prime per tutti i prodotti alimentari, determinerebbe una grave discriminazione, sul piano della concorrenza, tra i prodotti italiani e quelli provenienti dagli altri Paesi dell'Unione Europea, ai quali tale norma non potrà applicarsi, in quanto gli stessi sono legittimamente immessi nel Mercato unico, nel rispetto della normativa comunitaria. Tale norma produrrebbe anche gravi discriminazioni tra i produttori italiani e quelli dei Paesi terzi, i quali non hanno alcun obbligo di attenersi alle prescrizioni alle quali dovrebbero conformarsi le aziende italiane. Federalimentare sottolinea inoltre che la normativa in corso di approvazione è in palese contraddizione con le norme europee in materia di etichettatura e di presentazione dei prodotti alimentari e fa riferimento in particolare alla direttiva 2000/13/CE, recepita nel nostro ordinamento con decreto legislativo 23 giugno 2003, n. 181 (intervenuto a modifica del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n.109).
Le stesse Commissioni delle Politiche dell’Unione europea e delle Attività Produttive della Camera nel loro parere consultivo, prendendo atto delle forti perplessità emerse nel corso del dibattito, hanno testualmente chiesto alla Commissione Agricoltura di verificare “se l'obbligo disposto dall'articolo 1-bis di indicare in etichetta il luogo di origine o provenienza dei prodotti alimentari, trasformati e non trasformati, sia compatibile con le norme comunitarie riguardanti l'etichettatura dei prodotti alimentari e con i principi connessi alla libera circolazione delle merci”, sottolineando inoltre la “necessità, in riferimento all'articolo 1-bis, di adeguare la previsione dell'obbligo dell'indicazione obbligatoria del luogo di origine o provenienza dei prodotti nell'etichettatura dei prodotti alimentari posti in vendita, alla normativa fissata dalla direttiva 2000/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri concernenti l'etichettatura e la presentazione dei prodotti alimentari, nonché la relativa pubblicità”.
”È grave che entrambe le richieste delle Commissioni siano state ignorate dalla Commissione Agricoltura” - ha aggiunto il Presidente di Federalimentare, che in una lettera inviata al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, al Ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, e al Ministro delle Attività Produttive Antonio Marzano ha chiesto un intervento del Governo per sopprimere le disposizioni che prevedono l’obbligatorietà di indicazione dell’origine delle materie prime per tutti i prodotti alimentari. Rossi di Montelera ha inoltre sostenuto che “questo provvedimento rischia di azzerare la storia dell’Industria alimentare italiana. Inoltre si mette in discussione lo stesso concetto di Made in Italy, identificandolo con la materia prima e ignorando che la qualità dei prodotti alimentari dipende anche dalla straordinaria capacità dei nostri imprenditori di selezionare e miscelare sapientemente materie prime, nazionali ed estere, lavorandole secondo ricette e tecnologie originali (che hanno fatto tesoro delle ricchissime tradizioni locali radicate nel territorio della nostra comunità nazionale) e garantendole con l'affidabilità del proprio marchio”.