Legislazione
Imu agricola sospesa fino al 16 settembre ma resta un rebus
Agricoltura favorita su industria e commercio. Troppi i 7 miliardi per rinviare la rata di giugno anche per capannoni, laboratori e negozi. Per il settore primario a fare la differenza saranno le annotazioni catastali. L'agricoltura potrà sperare anche in uno sconto per l'extragettito versato nel 2012?
18 maggio 2013 | T N
Il governo Letta ha varato il primo attesissimo decreto che sposta l'Imu, per la prima casa e i terreni e fabbricati strumentali agricoli, al 16 settembre, in attesa di una riforma complessiva.
“Il decreto contiene alcune scelte che ci danno 100 giorni di tempo per potere fare delle riforme – ha dichiarato Letta - Le riforme le faremo in questi 100 giorni, parleremo con tutti, cercheremo di dare delle risposte sulle questioni delle imprese, sui terreni agricoli, sugli strumenti di cassa integrazione.”
“Esprimo la mia grande soddisfazione per l’approvazione in Consiglio dei Ministri del provvedimento che sospende il pagamento dell’Imu in agricoltura. È un grande risultato per il comparto. Questa battaglia l’abbiamo condotta insieme, con le associazioni e con tutto il mondo agricolo. Non si tratta di una vittoria del Governo o di chi ne ha parlato in campagna elettorale. Oggi vince l’agricoltura, che subiva un’ingiustizia, perché non si può tassare uno strumento di lavoro come la terra”.
Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, nel corso di una conferenza stampa al Mipaaf commentando la decisione del Consiglio dei Ministri riguardo la sospensione del pagamento dell’Imu per i terreni ed i fabbricati rurali.
“È un passo – ha aggiunto il Ministro De Girolamo – molto importante per gli imprenditori agricoli. Cerchiamo di dare una parziale risposta anche al problema della liquidità. In questo modo diverse risorse, parliamo di circa 350 milioni di euro, resteranno in mano agli agricoltori e potranno essere reinvestite nel settore, da sempre molto attento al rispetto e al giusto impiego delle risorse. Gli ultimi dati Istat ci dicono che l’agricoltura registra segnali positivi. Senza l’Imu sono sicura che molti avranno una boccata d’ossigeno e potranno pensare a ripartire con le loro aziende”
Ma quanto vale l'Imu nel settore agricolo? Non ci sono dati certi ma tra terreni e fabbricati strumentali la cifra complessiva dovrebbe attestarsi sugli 800 milioni di euro. Cifra ben superiore a quanto previsto dal governo Monti l'anno scorso. Ecco quindi che le organizzazioni chiedono uno storno dell'eccedenza.
Il suo ammontare? Indefinito.
In attesa che si proceda ad una revisione complessiva dell’ imposta è almeno necessario che lo Stato rispetti l’impegno sancito per legge a restituire i 45 milioni di extragettito pagati in più dagli agricoltori lo scorso anno, come previsto dal Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini.
L’Imu sui terreni agricoli e sui fabbricati rurali va abolita. E per il 2012 vanno restituiti in realtà come minimo 160 milioni di euro pagati in più rispetto alla “soglia” concordata con il governo. Va, quindi, attuata la cosiddetta “clausola di salvaguarda”, contenuta in un’apposita legge, che prevede, appunto, la restituzione dell’extragettito. A sostenerlo è Agrinsieme.
45 o 160 milioni? Non è dato sapere.
Esattamente come è sconosciuto, ovvero oggetto di contesa, il percettore dell'imposta sui fabbricati agricoli strumentali. Lo stato o gli enti locali?
L'articolo 1, comma 380, lettera h) della legge 228/2012 prevede che il gettito derivante dagli immobili produttivi classificati nel gruppo D sarà riservato allo Stato, ad aliquota standard dello 0,76%, maggiorabile dai Comuni fino all'1,06%.
L'articolo 13, comma 8 del Dl 201/2011 continua tuttavia a prevedere, come nello scorso anno, l'applicazione di una aliquota dello 0,2%, riducibile allo 0,1% per i D10, fabbricati strumentali agricoli. Non essendo stato previsto che i possessori di questi immobili possano versare l'imposta sulla base dell'aliquota agevolata a favore dello Stato, il gettito dei fabbricati rurali rimarrà di competenza dell'ente locale.
Infatti anche i fabbricati rurali strumentali possono rientrare in categoria ordinaria (C6 o C2 destinato al ricovero di mezzi o attrezzature agricole, ma anche D1 o D7 destinati allo svolgimento di attività di trasformazione di prodotti agricoli), dal momento che, ai sensi del Dm Finanze del 26 luglio 2012 e della Circolare 2/2012 dell'agenzia del Territorio, il riconoscimento dei requisiti di ruralità è legato non più all'attribuzione della categoria A6 e D10, ma all'inserimento di apposita annotazione in visura.
luigi ba
21 maggio 2013 ore 12:17Possibile che non si riesca a capire quanto può essere facile rilanciare questo settore, attualmente "cenerentola" dell'economia italiana, e quante ripercussioni benefiche possa fornire a 360° su tutti gli altri settori (lavoro, sanità, trasporti ed infrastutture, ambiente, sociale, etc. etc.); togliendo tanti lacci burocratici, senza assolutamente allentare i controlli, agevolando chi vuole investire e/o reinvestire nel settore, tramite le leve fiscali, salvaguardando naturalmente chi è effettivamente addetto ai lavori (previdenzialmente I.A.P. e C.D.) che si trovano ad essere equiparati come lavoratori autonomi a liberi professionisti, artigiani, commercianti, pur se sono costretti per 365 giorni l'anno ad una impari lotta contro la natura sempre più ostile alle coltivazioni ed agli allevamenti per non parlare di altri operatori economici facilitati nell'erodere i già limitati redditi agricoli.