Legislazione
Delirio GSE: perdere migliaia di euro è questione di dettagli
Fotovoltaico nel caos. Migliaia di pratiche bocciate o in procinto di esserlo, procedure più complesse e nuove documentazioni da presentare. L'ente ora si ammorbidisce ma i tempi si allungano
23 luglio 2011 | Alberto Grimelli
Dopo che decine di migliaia di persone, privati e aziende, hanno presentato domanda per le tariffe incentivanti per l'energia fotovoltaica sulla base del secondo conto energia, come permesso dalla legge 129/10, anche nota come Salva Alcoa, il Gse ha iniziato a comportarsi in maniera decisamente formale e formalistica, oltretutto fuori i tempi massimi stabiliti dalla legge.
Sono numerosissime, c'è chi parla di 10000, chi anche di cifre superiori, le istanze di rigetto o il rigetto di pratiche perchè manca qualche timbro o qualche firma, mancanze formali che nel passato non avevano portato alla bocciatura della richiesta.
Nel corso di un incontro lo scorso 15 luglio a Roma con i rappresentanti dell'associazione Azione energia solare, i responsabili del GSE hanno ammesso che non era prevista una mole così elevata di richieste e ne sono stati travolti. Da novembre 2010 hanno triplicato le risorse dedicate e contano di raddoppiarle ulteriormente entro due mesi. Resta il fatto che un ritardo di 3-4 mesi si è accumulato e non verrà riassorbito in tempi brevi.
Facciamo due conti. Il GSE avrebbe 60 giorni di tempo per esaminare la pratica e riconoscere o meno la tariffa. Poiché ha dichiarato di avere 3-4 mesi di ritardo le pratiche sono esaminate dopo 5-6 mesi dalla ricevuta di protocollo. Ma qui viene il bello. Infatti molte pratiche sono state sospese oppure è stata richiesta un'integrazione di documentazione che fa slittare ulteriormente i tempi.
Perchè tutto ciò è scandaloso? Semplicemente perchè il GSE pretenderebbe di sospendere una pratica, attraverso una richiesta di integrazione, ai sensi della legge 241/90, quando i termini sono abbondantemente scaduti. Di fronte a questa evidenza fa spallucce e avanza la solita scusante della carenza di organico.
Cosa sta succedendo quindi? Semplicemente i tempi di esame delle pratiche da parte del GSE si riducono sempre più e l'esame di parte di queste pratiche viene affidato, secondo insistenti rumors, in subappalto ad aziende che hanno contratti col GSE. Dovendo smaltire l'eccedenza l'esame è superficiale e di fronte a qualche piccola carenza, senza pensarci troppo, i tecnici o respingono la pratica o fanno richiesta di integrazione.
Nel primo caso, ai sensi della legge 241/90, articolo 10 comma 1, si hanno dieci giorni di tempo per rispondere e contestare, eventualmente con corredo di documentazione integrativa. Nel secondo caso il GSE dà 90 giorni di tempo per fornire la documentazione mancante.
E' così accaduto che centinaia di pratiche siano state bocciate solo perchè nell'asseverazione del tecnico mancava una dicitura o perchè su alcuni documenti era assente un timbro. Una situazione insostenibile che ha dato luogo a un progressivo ammorbidimento del GSE che il 3 giugno stabiliva che:
- in considerazione della numerosità delle richieste di accesso ai benefici previsti dalla Legge 129/10 per impianti fotovoltaici realizzati nell’ambito dell’attività edilizia libera, prive della comunicazione di fine lavori da inviare all’Amministrazione competente al rilascio dell’autorizzazione, attesa la finalità di tale previsione volta a consentire all’ente locale competente l’esercizio di un eventuale controllo tecnico-amministrativo, si ritiene che il medesimo obiettivo possa essere raggiunto anche nella ipotesi in cui il Soggetto Responsabile abbia inviato, o invii, al GSE copia della Comunicazione di inizio lavori presentata, anche eventualmente in sanatoria, al Comune interessato, ovvero abbia inviato, o invii, dichiarazione del Comune attestante la esenzione, nel proprio territorio, dall’obbligo di comunicazione dell’inizio dei lavori per impianti fotovoltaici realizzati in edilizia libera
- attesa la numerosità delle asseverazioni pervenute al GSE prive di dichiarazione in merito all’esecuzione dei lavori nel rispetto delle pertinenti normative, si comunica che saranno ritenute conformi le asseverazioni, pur carenti di tale esplicita attestazione, nel caso in cui dal testo, nonché dall’insieme dei documenti eventualmente inviati dal Soggetto Responsabile a seguito del preavviso di rigetto, emerga che i lavori per la installazione dell’impianto fotovoltaico, di cui si sia già dichiarata la conclusione entro il termine del 31 dicembre 2010, siano stati effettivamente realizzati nel rispetto delle pertinenti normative, come previsto dalla legge 129/10.
Inoltre, a seguito della riunione del 15 luglio, il GSE si è detto disponibile ad accettare anche pratiche prive di timbro o con timbro del progettista desumibile da qualche altro foglio, si è invece dimostrato molto meno flessibile sull’assenza della firma.
A seguito di queste precisazioni, è probabile che la maggior parte delle pratiche in attesa di integrazione o in fase di rigetto possano venire accolte, previo scambio di lettere e documentazione col GSE. Quindi il GSE, che è già intasato dalle pratiche, ha ricevuto e riceverà, nelle prossime settimane, un numero ancora superiore di documentazione da gestire solo perchè ha voluto, con insolita pignoleria, rigettare migliaia di istanze. Anziché alleggerire il carico burocratico per utenti e pubblica amministrazione, pare che in questo caso si sia voluto scientemente incrementarlo. A che scopo? Lo spiega lo stesso GSE nella nota del 3 giugno: relativamente agli impianti per i quali il GSE rigetti definitivamente l’istanza di accesso ai benefici della Legge 129/10, è possibile presentare una nuova richiesta di incentivazione... ma ai sensi del terzo o quarto conto energia.
Che si sia trattato di una manovra dello Stato per provare a risparmiare un po' di soldi, visto che gli incentivi del terzo e quarto conto energia sono più bassi di quelli del secondo? Oppure si tratta della solita ottusa cecità della burocrazia che vede solo documenti e carte, senza comprendere che la società e l'economia hanno altri ritmi e necessità?
Nessuna delle due ipotesi è totalmente vera ma probabilmente entrambe hanno un fondo di verità.
Tutto finito? Certo che no. Infatti il GSE ha comunicato, nel corso della riunione del 15 luglio, che è obbligatorio quando il valore complessivo delle tariffe incentivanti erogate nei 20 anni supera i 150.000 Euro, fornire un certificato antimafia. Secondo quali mezzi, termini e indicazioni resta tutto da chiarire.
Questa ulteriore richiesta farà slittare il riconoscimento della tariffa incentivante? Ci auguriamo di no, altrimenti sarebbe scandaloso che di fronte a privati e aziende che devono iniziare a pagare ratei di mutuo e leasing per un impianto già entrato in esercizio la burocrazia continui a dilettarsi con moduli e scartoffie varie.
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