L'arca olearia

L'autolesionismo dell'Italia sull'olio

Ci scrive Massimo Occhinegro, segnalandoci un articolo apparso sul quotidiano indiano "The Hindu", contenente affermazioni lesive per i nostri extra vergini, ritenuti poco affidabili. Purtroppo i nostri veri nemici sono in Italia

06 marzo 2010 | T N



Gent.mo direttore,

ad ulteriore conferma di quanto scritto sulla sua rivista, ti trasmetto in allegato un recente articolo pubblicato sul quotidiano Indiano “THE HINDU” dove nella parte conclusiva si afferma quanto segue:

“l’Olio di oliva comincia a perdere i suoi antiossidanti dopo un anno; cosicché è consigliabile comprarlo di produzione recente. L’olio fatto in Spagna o in Grecia tende ad essere il più affidabile in termini di qualità. Un paio di anni fa, l’Italia ha attraversato un momento di grande difficoltà allorché alcuni tra i suoi produttori sono risultati colpevoli per aver importato olio di oliva dai Paesi Africani, vendendolo successivamente come Made in Italy.
I Paesi nord africani, come ad esempio la Tunisia, sono divenuti ora i più grandi produttori di olio di oliva, ma non ci sono dati affidabili su quali pesticidi usino e quali controlli effettuino sulle produzioni
.”

Credo che leggendo solo questo stralcio di articolo, sia tu che tutti noi italiani operatori del settore seri ed onesti, ci sentiamo “ arrabbiati” anche perché siamo impotenti di fronte ad affermazioni gratuite scritte in questo modo.

La colpa di tutto ciò, non è tanto del giornalista di cui non si conosce il nome, né se “sia stato sponsorizzato” o meno, ma del nostro autolesionismo tutto italiano che allorché vengono riscontrate delle frodi, condotte da delinquenti , sbattiamo il tutto sulla prima pagina dei giornali di primaria importanza e rilevanza, ed il tutto è “condito” con articoli ed interviste alla Coldiretti o altri, che non fanno altro che far esplodere lo “scandalo” che rimbalza sui principali quotidiani mondiali, vuoi, americani, o tedeschi o giapponesi od indiani. Questo è un comportamento anti italiano.

I delinquenti ci sono in Spagna, in Grecia, in Tunisia e dovunque, solo noi siamo così bravi, in nome della trasparenza e del diritto di cronaca a pubblicarlo non in una pagina appunto di cronaca interna ma in prima pagina se non al TG di turno.

L’incoscienza non ha limiti, ed è di chi non si trova in trincea a combattere quotidianamente nei mercati internazionali per cercare di vincere battaglie, quando questi attacchi portano, se non interveniamo rapidamente, a perdere la guerra.

Il vero problema è che i “nemici” non li abbiamo all’estero, ma proprio in Italia dove ci sono persone o organismi che credono di salvare il Made in Italy ma di fatto lo stanno distruggendo per i propri interessi corporativi.

Grazie ancora per l’attenzione e cari saluti,

Massimo Occhinegro


E' raccapricciante e assurdo ciò che leggo.
Noi come al solito ci distinguiamo per il nostro carattere autolesionista: siamo davvero campioni imbattibili.
Il marcio c'è ovunque e l'azione criminale in agricoltura passa purtroppo inosservata, senza che si faccia una dura attività di contrasto.

Le Istituzioni si fermano alle cosucce da nulla e parlano con orgoglio di task force in difesa delle produzioni agroalimentari, ma poi falliscono miseramente sulle vere questioni.

Il risultato? E' che i primi a fallire nella comunicazione siamo noi, che ci prestiamo a mettere in evidenza il marcio e in ombra l'anima buona della filiera e l'ottimo lavoro che siamo ancora in gradi di fare, almeno per ora.

La Coldiretti fa il grillo parlante per sentirsi viva e utile, e a ogni occasione tira in ballo tutto lo sconcio senza fare distinzioni, ma creando solo inutili allarmismi e determinando solo danni irreparabili all'immagine dell'Italia onesta che lavora.

E' troppo facile cavalcare la denuncia per avere i riflettori puntati e sentirsi orgogliosi del proprio operato. In questo Paese in cui manca il buon senso sono in pochi ad affrontare la questione frodi con prudenza e delicatezza, il che non significa lasciar passare sotto silenzio il marcio, ma non amplificarne e diffonderne in mnaniera diostorta la denuncia.

Avete presente un bravo chirurgo? E' bravo proprio perché, oltre a salvare vite umane, cerca anche di non martoriare i corpi sui quali interviene, in modo da avere non soltanto una vita salva, ma anche un corpo, una volta guarito, che non resti inabile per il resto dei giorni.

Così dovrebbe avvenire la comunicazione, con quella sapienza di chi ha la responsabilità di chi sa che i danni indiretti possono essere a volte più gravi, per gli esiti che ne derivano, delle frodi stesse.

Lo capiranno tutti gli autolesionisti d'Italia? Ne dubito.

L. C.