L'arca olearia
CONTROLLO E GESTIONE DELL’IRRIGAZIONE IN OLIVICOLTURA. ASPETTI IMPORTANTI. LA QUALITA' NON NASCE DAL CASO
Al pari delle altre pratiche agronomiche, anche tempi e modalità di distribuzione dell’acqua devono essere attentamente valutati. L’attuale tecnologia consente di monitorare e analizzare, anche in tempo reale, una moltitudine di parametri ambientali, con risparmi idrici ed energetici non trascurabili e a tutto vantaggio della qualità dell’olio
24 luglio 2004 | Alberto Grimelli
Alla luce dei risultati ottenuti dalla sperimentazione e dall'innovazione tecnologica degli ultimi 30 anni, lâirrigazione localizzata è, fra i numerosi metodi irrigui, la più vantaggiosa: la sua efficienza raggiunge valori del 90-95% (contro il 50-60% dei metodi tradizionali), le perdite per evaporazione sono contenute e quelle per ruscellamento, percolazione e distribuzione annullate, i volumi di adacquamento limitati.
Al momento dell'installazione dell'impianto irriguo è condizione indispensabile conoscere, per la scelta idonea dei filtri e degli erogatori, le caratteristiche fisiche (temperatura, solidi in sospensione e loro dimensione), chimiche (salinità , pH, macro e micro elementi) e microbiologiche (batteri, alghe, funghi, attinomiceti, ecc.) delle acque. Un errore nella scelta degli appropriati componenti dell'impianto può rendere l'irrigazione localizzata antieconomica per gli elevati costi di manutenzione, per la durata limitata e per la non uniforme distribuzione dell'acqua nell'ambito dell'appezzamento.
Gestione dellâirrigazione
L'olivo, in particolare negli ambienti meridionali, consuma acqua durante tutto l'arco dell'anno e, spesso, le piogge invernali non riescono a ripristinare per intero la riserva idrica nel volume di suolo esplorato dalle radici.
Si stima che lâolivo consumi circa 250 litri dâacqua per produrre un kilogrammo di sostanza organica. Durante unâintera stagione vegetativa e produttiva una pianta produce circa 35 Kg di rami, radici naturalmente frutti, con un consumo idrico pari a quasi 9000 litri, ovvero più di 30 litri dâacqua al giorno per singolo olivo. Una cifra considerevole, un fabbisogno che in taluni mesi dellâanno, in particolare luglio ed agosto, non viene soddisfatto, ma anche prima potrebbero verificarsi le condizioni per lâinstaurarsi di uno stress idrico.
Lâinizio della stagione irrigua dovrebbe dunque avvenire quando il terreno è ancora umido (60-70% dell'acqua disponibile) per garantire il mantenimento di unâadeguata riserva anche negli strati più profondi e nei punti non interessati dagli erogatori al fine, peraltro, di mantenere attive le radici presenti in quelle aree.
Gestire in modo corretto la tecnica irrigua significa anche determinare il reale fabbisogno idrico delle piante e, dunque, i volumi irrigui ed i turni di adacquamento.
La più nota formula per stabilire lâevapotraspirazione (ETo) e da qui, attraverso un opportuno coefficiente colturale, il fabbisogno idrico della coltura è la Penman-Monteith-FAO. Attraverso una serie di parametri ambientali, alcuni dei quali, come la radiazione, il defici di pressione di vapore o la costante psicrometrica, è possibile anche calcolare indirettamente si giunge allâintensità dellâevapotraspirazione potenziale. Tale formula è quindi una rappresentazione realistica del processo evapotraspirativo di una coltura, simulando in sostanza il comportamento di qualsiasi tipo di coltura in qualunque condizione di rifornimento idrico.
Sebbene alcune variabili siano calcolabili indirettamente per ottenere un risultato attendibile occorrono misurazioni che solo attraverso una piccola stazione meteorologica possiamo ottenere. à possibile utilizzare i dati di quelle di Istituti di ricerca, Agenzie regionali per lo sviluppo dellâagricoltura o altri enti purchè sufficientemente vicine ai campi di cui vogliamo calcolare lâETo. In alcuni casi gli organismi sopra citati forniscono già il risultato della Penmann-Monteith-FAO.
Moltiplicando il valore ottenuto dallâequazione Penman-Monteith-FAO per un coefficiente colturale che prende in considerazione la specie vegetale coltivata e il relativo sesto dâimpianto, meglio definito come copertura del terreno si ottiene il consumo dâacqua del nostro oliveto (ETc).
Normalmente per lâolivo il Kc è pari a 0,6, tenendo conto di una copertura del suolo pari al 60%.
Esistono già in commercio programmi che eseguono il calcolo dellâevapotraspirazione colturale, a partire dalla predetta formula soltanto immettendo pochi dati e rappresentano una notevole semplificazione per il lavoro del produttore o del tecnico incaricato.
à evidente tuttavia che il calcolo dellâETc non risulterebbe sufficiente a stabilire i volumi di adacquamento in quanto non tiene conto del contenuto idrico del suolo e del potenziale che la pianta ha di estrarre acqua dal terreno.
Per una stima di questi due parametri occorrerebbero altre strumentazioni, ovvero tensiometri, utili per misurare il potenziale idrico del suolo, e misuratori del contenuto idrico del terreno.
Alcune aziende hanno già previsto impianti di monitoraggio e controllo capaci di registrare e trasmettere tutti questi utilissimi dati direttamente a un computer del centro aziendale, consentendo, di fatto, di gestire lâimpianto dâirrigazione nella maniera più efficiente.
Ma quali sono i risparmi che si possono ottenere? Secondo tecnici della Imago-Netafilm in olivicoltura sono stimabili in 80/100 euro ad ettaro per tutta la stagione irrigua. Una cifra certamente non elevata che non giustificherebbe di per sé lâacquisto, almeno su piccole-medie superfici, di un apparato di gestione così complesso che richiede personale qualificato non solo per lâordinaria amministrazione ma naturalmente anche per le operazioni di manutenzione e revisione.
Irrigazione e produzione
Un controllo così accurato e scrupoloso dei volumi irrigui può però portare anche a ottimi risultati in termini produttivi.
I vantaggi quantitativi sono stati messi in evidenza in diversi studi sia italiani che stranieri che hanno mostrato come una elevata disponibilità idrica nel terreno aumenti la produttività dellâolivo. Apporti irrigui concorrono ad aumentare e migliorare la produzione, in particolare se lâolivo viene irrigato durante le fasi più critiche per la produzione: fioritura, allegazione, sviluppo iniziale e fase di maturazione dei frutti.
Lâirrigazione ha effetti rilevanti anche sulla qualità dellâolio. Se è noto che viene rallentato il processo di maturazione, meno note sono le implicazioni sul profilo aromatico. Interessanti infatti le varizazioni in alcuni parametri analitici, come i composti volatili, responsabili delle sensazioni vegetali fresche, i fenoli e gli ortodifenoli. La letteratura in materia riporta infatti che lâirrigazione porta a una sensibile riduzione del contenuto di queste classi di composti nellâolio, con la evidente conseguenza di ottenere oli meno fruttati, amari e piccanti e di minor valore nutrizionale-salutistico. Recenti studi condotti dallâUniversità di Pisa hanno mostrato andamenti interessanti a seconda dei volumi irrigui utilizzati. In particolare con volumi dâadacquamento pari al 50% dellâEtc i valori analitici di com,posti volatili, fenoli e ortodifenoli non mostravano differenze statisticamente significative, e quindi rilevanti, rispetto alla tesi in asciutta, ovvero quella non irrigata.
à evidente quindi che lâirrigazione è uno strumento molto potente nelle mani dellâolivicoltore che pertanto deve gestirlo con cura e scrupolo. Nellâottica della massima qualità e remunerazione del prodotto quindi i sistemi e mezzi di monitoraggio ambientali risultano necessari al pari delle analisi del terreno o della diagnostica fogliare.