L'arca olearia

Il decreto ministeriale sull’origine in etichetta parte con polemiche e stranezze

Mai vista una circolare esplicativa diramata prima che fosse pubblicato in Gazzetta Ufficiale il relativo provvedimento normativo. Tutto può succedere, anche che…

30 gennaio 2010 | T N

Lo abbiamo detto e lo abbiamo scritto. In realtà non ne volevamo più parlare.
Oggi il decreto ministeriale sull’etichettatura d’origine è operativo.
Legge dello Stato si rispetta anche se è lecito contestarla.

Non potevamo tuttavia tacere le stranezze che accompagnano la promulgazione di questo decreto, così come le anomalie dello stesso.

Prima e più importante anomalia è il sistema di tracciabilità dimezzato che coinvolge frantoiani e commercianti ma non gli olivicoltori.
La tracciabilità comincia dal frantoio, non dal campo.
Un elemento che l’Aifo (Associazione italiana frantoiani oleari) non ha mancato di rimarcare.

L’Aifo, come spiega in una nota, pur condividendo le finalità del nuovo DM relative alla commercializzazione dell’olio di oliva solleva forti perplessità sull’esonero della base agricola dall’assoggettamento totale al sistema di tracciabilità che si è delineato, nonché sulla stessa tenuta dei registri. Adempimenti che ricadano in toto esclusivamente sulle imprese di trasformazione e di confezionamento.
Infatti, alla luce degli attuali costi di produzione nonché di manodopera per la raccolta delle olive, l’agricoltore potrebbe facilmente essere indotto ad acquistare direttamente olio, a prezzi inferiori ed anche di dubbia provenienza, anziché dedicarsi proficuamente allo sviluppo ed all’aumento di produttività delle piante avendo, di fatto, la possibilità di imputare tale quantitativo come derivante dal carico di olivi in suo possesso o gestione.
Tale possibilità ben contrasta con le stesse dichiarazioni del Ministro Zaia che da sempre ha sostenuto che la tracciabilità deve partire dalla singola pianta, e quindi dal campo. Una falla del sistema che ben può disturbare ulteriormente la già difficile situazione nazionale del mercato oleario.

I frantoiani sono arrabbiati anche perché li aspetta un finale d’inverno e una primavera di fuoco alle prese con registri che cambiano e sistemi di trasmissione telematici che dovranno essere messi a punto.

Già, perché il decreto ministeriale è stato preceduto di due giorni da una circolare esplicativa dell’Agea (n. 29 del 14 gennaio 2010) che spiega come i frantoiani e commercianti, dalla data di entrata in vigore del decreto, e fino al 30 aprile, data entro la quale l’Agea conta di varare il sistema telematico, dovranno dotarsi dei nuovi registri cartacei vidimati dall’Icq territorialmente competente.

A proposito, è possibile che una circolare esplicativa preceda il provvedimento normativo che dovrebbe illustrare?
Beh, si sa, la materia è scivolosa…