L'arca olearia
Far valutare l’intensità del fruttato a strumenti analitici
L’indicazione delle caratteristiche organolettiche in etichetta, anche col Reg. 640/08, rappresenta un calvario per i produttori. Occorrono invece certezze
10 ottobre 2009 | Alberto Grimelli
Olio Capitale collabora anche con il mondo scientifico.
Sono infatti i campioni del II concorso Olio Capitale, nel 2008, i protagonisti della ricerca sullâapplicabilità di indagini analitiche per la classificazione dellâintensità di fruttato condotta in partnership dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche dellâUniversità degli Studi di Milano e il Dipartimento di Scienze degli Alimenti, Università di Bologna.
Lo studio, che sta per essere pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale âFood Research Internationalâ, ha esaminato 112 oli, tutti provenienti dal Concorso e già sottoposti al giudizio del panel dellâUniversità di Bologna per lâindividuazione dei finalisti.
Lo scopo della ricerca era valutare lâattendibilità di due analisi spettroscopiche (NIR e MIR) per lâindividuazione dellâintensità del fruttato.
Le due tecniche analitiche scelte dai team leader del progetto, Nicoletta Sinelli e Lorenzo Cerretani, possono essere proficuamente utilizzate anche per altri parametri come acidità e numero di perossidi, composizioni in acidi grassi, sofisticazioni che prevedono miscele di altri oli vegetali, fino allâidentificazione dellâorigine.
Subito dopo aver sottoposto i campioni ad analisi i dati sono stati elaborati attraverso metodi classificatori definiti e appropriati al metodo analitico (LDA e SIMCA).
Proprio questi metodi risultano determinanti perché dallâanalisi dei campioni risultano una mole di informazioni tale da non poter essere valutata nel complesso.
Gran parte del lavoro scientifico è quindi consistito nel ridurre i dati âinutiliâ e ridondanti per andare a concentrarsi su quelle aree dello sprettrogramma utili per la definizione dellâintensità di fruttato.
I risultati sono decisamente interessanti.
Infatti la combinazione NIR-LDA ha fornito il risultato con una percentuale di accuratezza media del 76,3% (se confrontata con i risultati del panel ufficiale) molto più alta però per il fruttato leggero (94%) e per il fruttato intenso (100%).
La combinazione MIR-LDA ha dato risultati confrontabili, anche se lievemente inferiori: 99,7% per il fruttato leggero e 82,3% per il fruttato intenso.
Lo studio ha quindi dimostrato lâalta potenzialità di questi strumenti nella determinazione dellâintensità di fruttato, mostrando come le analisi con NIR e MIR sono flessibili, poco costose e adatte a tutta una serie di dati e parametri.
Non a caso è in previsione uno studio, che verrà probabilmente svolto il prossimo anno utilizzando gli oli partecipanti al concorso Olio Capitale, per verificare se NIR e MIR sono in grado di verificare anche lâintensità di amaro e piccante.
Tali studi aprono nuove prospettive in quanto non solo fornirebbero certezze e garanzie, ma anche velocità nel risultato, relativamente alla certificazione delle caratteristiche organolettiche da inserire in etichetta ma potenzialmente rappresentano utili strumentazioni, applicabili in linea anche in frantoio, e facilmente gestibili e utilizzabili anche da personale non altamente qualificato.
Bibliografia
Nicoletta Sinelli et al, Application of near (NIR) infrared and mid (MIR) infrared spectroscopy as a rapid tool to classify extra virgin olive oil on the basis of fruity attribute intensity, Food Research International, in pubblicazione