L'arca olearia

Sarà una stagione di lotta contro funghi e batteri

Pioggia e freddo hanno sferzato tutta Italia. Alla soglia della primavera è lecito attendersi violente e diffuse infezioni di occhio di pavone, rogna e verticilliosi

07 marzo 2009 | Graziano Alderighi

Occhio di pavone e verticilliosi sono funghi patogeni diffusi.
La verticilliosi è particolarmente temuta dagli olivicoltori perché non solo compromette la vegetazione e la produttività dell’olivo ma anche la sua stessa sopravivenza.
L’occhio di pavone è più diffuso ma meno pernicioso della verticilliosi, può provocare una defoliazione anche intensa della pianta e comprometterne la produttività ma non è mortale.

Le tecniche di lotta contro la verticilliosi sono particolarmente complesse, richiedono iniezioni di anticrittogamici ripetute e continue, una tecnica di difesa dispendiosa, laboriosa, effettuabile da personale specializzato e non sempre efficace nel risanare le piante infette.

Contro l’occhio di pavone generalmente si interviene con due trattamenti a base di rame (ossicloruri) nella primavera e nell’autunno.

Mentre l’occhio di pavone penetra dalla chioma, la verticilliosi si insedia dalle radici, dimorando il fungo nel terreno e resistendovi molto a lungo in forma quiescente.

La stagione umida e fredda ha offerto a tali funghi patogeni le migliori condizioni per insediarsi, in quando il freddo può aver provocato piccole spaccature sui rami giovani, particolarmente sensibili, e l’acqua può aver contribuito al diffondersi delle spore.

E’ quindi bene prestare particolare attenzione al manifestarsi dei primi sintomi.
Un imbrunimento, disseccamento e caduta delle foglie a partire dai rami più apicali che, in pochi giorni, possono anche apparire completamente spogli è uno dei sintomi più frequenti della verticilliosi.
Se sulla pagina superiore delle foglie appaiono macchie bruno fuligginoso, tondeggianti, che si estendono e si scuriscono e durante l'estate si circondano di un alone giallo intenso si è in presenza di occhio di pavone.

Come detto contro la verticilliosi interventi curativi sono molto difficili mentre è possibile trattare contro l’occhio di pavone con prodotti cuprici ma è bene ricordare che è sconsigliabile intervenire troppo tardivamente, ovvero a primavera inoltrata, con il rame perché l’effetto fitotossico di questa molecola certamente danneggerebbe le gemme fiorali particolarmente sensibili. E’ possibile allora intervenire con altri agrofarmaci come la dodina o anticrittogamici specifici.

Recenti evidenze scientifiche hanno però messo in luce l’efficacia di intervenire, contro questi due patogeni, in via preventiva con un prodotto assolutamente naturale, uno scarto stesso della lavorazione delle olive: l’acqua di vegetazione.
L’incorporazione nel terreno di un compost ottenuto a partire dalle acque di vegetazione (15% w/w) ha infatti sortito lo stesso effetto di un inoculo, ben più costoso di Trichoderma viridae, antagonista di Verticillium dahliae.
Va però sottolineato che l'efficacia del compost è diminuita o scomparsa quando lo stesso è stato posto in autoclave prima di essere utilizzato.
Il carattere antimicrobico del compost è quindi probabilmente dovuto all’alto tenore di fenoli che deprimono la vitalità di talune specie fungine e batteriche presenti nel suolo. L’utilizzo di tali compost, vista l’efficacia mostrata nei primi rilievi sperimentali, è quindi una prospettiva interessante e reale per il controllo di taluni funghi patogeni negli agroecosistemi condotti secondo i metodi della lotta biologica e integrata.

Anche la rogna dell’olivo, dovuta a infezione dal batterio Pseudomonas syringae pv. Savastanoi, è malattia che provoca un progressivo deperimento della pianta e, se non controllata, comprometterne la produttività.
La tecnica di difesa non può essere che preventiva, con trattamenti a base di rame, noto batteriostatico, cercando di prevenire l’ingresso del batterio nei tessuti vegetali.

Sebbene ne sia vietato l’uso in agricoltura è interessante notare come ceppi batterici diversi di Pseudomonas syringae pv. Savastanoi reagiscano in maniera differente a trattamenti con antibiotici.
Una recente ricerca ha infatti mostrato le differenze esistenti tra dieci ceppi batterici di Pseudomonas syringae pv. Savastanoi, testati in vitro per valutare la sensibilità di diciassette antibiotici: neomicina, kanamicina, streptomicina, aureomycin, tetracicline, terramycin, chloromycetin, cloramfenicolo, penicillina, novobiocin, oleandomicina. Otto ceppi sono risultati sensibili a tutti gli antibiotici mentre gli altri due ceppi erano sensibili ai primi sei antibiotici, resistente ai successivi otto e moderatamente sensibili agli ultimi tre.